Pharmaceutical care, in Liguria parte progetto su asma

08/07/2018


Partirà a settembre, in Liguria, con l'arruolamento di 1500 assistiti e la formazione dei farmacisti, la sperimentazione del progetto di presa in carico e aderenza alla terapia dei pazienti affetti da asma, che vede anche, come strumento di pharmaceutical care e di monitoraggio, l'utilizzo della Scheda elettronica del cliente (Sec) - la piattaforma di Federfarma.Co che traccia i consumi di farmaci e la situazione terapeutica dell'assistito. «Abbiamo presentato il progetto sperimentale» spiega Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria, «e dalla Regione abbiamo ricevuto un riscontro positivo». Primo step è la richiesta al paziente di compilazione di «un questionario per rilevare lo stato della patologia, la terapia indicata dal medico e l'eventuale utilizzo di farmaci al di fuori della prescrizione. L'assistito viene, quindi, affiancato dal farmacista in un percorso di aderenza alla terapia, che parte dal counselling e dall'educazione sanitaria, con un supporto per un corretto utilizzo dei device, per seguirlo durante tutti i sei mesi del progetto. Obiettivo è quello di potenziare l'aderenza contribuendo a ridurre l'incidenza di asma grave non controllata. Questa rappresenta un costo per il paziente e per il SSN, essendo la tra le patologie riconosciute con minor grado di aderenza». Strumento importante è la Scheda elettronica del cliente (Sec) (si veda l'intervista sul tema a Vittorio Perri, Federfarma.Co su F-Online del 12 giugno): «La piattaforma è compatibile con tutti i nostri gestionali. Attraverso la lettura del codice fiscale viene creato un profilo del paziente limitatamente alla patologia dell'asma, con i dati sul consumo di farmaci inerenti la prescrizione del medico ed eventualmente al ricorso a medicinali al di fuori della prescrizione, come per esempio cortisonici. L'utilizzo della piattaforma, che in realtà ha molte più potenzialità di quelle che al momento vengono usate per il progetto, è molto importante perché permette di rilevare la situazione del paziente a tutto tondo e in tempo reale».

Tra gli altri step, «si prevede una verifica del paziente a tre mesi e a sei mesi, con ulteriore compilazione del questionario, per valutare se ha seguito la terapia e il suo stato di salute».
Dal punto di vista clinico, «contiamo sul supporto di Paola Minale, allergologa dell'ospedale San Martino di Genova, che ci ha aiutato nella fase progettuale e che seguirà la formazione dei farmacisti e ci supporterà nell'analisi dei dati, in condivisione con esperti della Regione». Obiettivo è anche quello di «documentare, con uno strumento certificato e riconosciuto dalle società scientifiche, i risultati dell'intervento del farmacista, sia in termini di salute del cittadino sia di risparmi per il Ssn, quantificati in mancati ricoveri e accessi al PS. Siamo convinti che sull'aderenza alla terapia si giochi la partita per salvaguardare la sanità pubblica e credo che su questo capitolo la farmacia possa fare davvero molto. Si tratta ora di farlo capire anche alla parte pubblica». Il farmacista, continua, «può davvero diventare un centro di presa in carico della cronicità, un nodo della rete assistenziale, formata anche da medici di famiglia, specialisti e strutture ospedaliere, in grado di guidare il cittadino in un percorso concordato e far in modo che la terapia venga seguita correttamente, evitando gli abbandoni e quei ricorsi all'autocura che rischiano di interferire». «Siamo convinti» conclude «che i risultati ci saranno e ci auguriamo che a fronte di questo si avviino anche altri progetti, come per esempio per la gestione dell'osteoporosi, su cui ci stiamo muovendo. Da parte nostra, però, il nostro impegno è anche quello, insieme a Federfarma nazionale, di sensibilizzare i farmacisti verso l'aderenza alla terapia così da portare il più alto numero possibile di farmacie alla volontà di rappresentare la professione sul territorio».