Sui vaccini in farmacia aperture in diversi Paesi. In Italia sul tema c'è il pressing della categoria

13/05/2019


Le vaccinazioni in farmacia sono sempre più oggetto di attenzione da parte dei decisori Europei e sempre più Paesi annunciano di voler valutare l'avvio di sperimentazioni. Di recente, dalla Francia è arrivata l'estensione e la stabilizzazione della sperimentazione del vaccino antinfluenzale in farmacia che era stata portata avanti per due anni in quattro regioni. E, proprio nel solco di questa esperienza, nell'ultima relazione al Consiglio Nazionale della Fofi, a firma del presidente Andrea Mandelli, è stata riproposta l'attenzione sul tema anche per l'Italia.
Tra le ultime aperture, è di circa un mese fa quella arrivata dalla Germania, dove, attualmente, è all'esame un provvedimento per introdurre sanzioni a chi manda all'asilo o a scuola bambini non vaccinati per il morbillo. Dal ministro della salute, infatti, era stata avanzata l'intenzione di valutare iniziative come quelle attive in Francia.
In questo Paese, nel dettaglio, è stato da poco pubblicato il decreto del ministero della salute che amplia su scala nazionale e in maniera stabile - a partire dalla prossima campagna - la sperimentazione di vaccini antinfluenzali in farmacia, che era stata avviata inizialmente per due anni in quattro regioni.
In generale, come riporta il Rapporto Fip dell'anno scorso, «sono 20 i paesi che prevedono la possibilità di ottenere in farmacia almeno una vaccinazione, e sono 13 quelli in cui eÌ lo stesso farmacista, opportunamente formato, a praticarla».
In Portogallo, come riferisce un articolo del 3 maggio di Fpress, i farmacisti sono autorizzati a vaccinare con ricetta del medico e in regime privato, ma l'anno scorso a «Loures, città di 200mila abitanti non distante da Lisbona, le farmacie sono state autorizzate in via sperimentale a vaccinare gli ultra65enni che ne facevano richiesta anche in assenza di ricetta medica. La campagna, protrattasi per 10 settimane (dal 15 ottobre al 31 dicembre) e ampiamente pubblicizzata con video, locandine e volantini, ha contribuito ad alzare del 32% il tasso di copertura del territorio». Qui, in ogni caso, oltre il 40% del vaccino antinfluenzale eÌ praticato nelle farmacie.
In Argentina, invece, ha ricordato la relazione della Fofi, «è stata autorizzata l'inoculazione da parte del farmacista di buona parte delle immunizzazioni previste dal piano nazionale: epatite B, Haemophilus influenzae e il trivalente difterite/tetano/pertosse per citarne alcune», e negli «Stati Uniti l'attività delle farmacie ha condotto in 10 anni a più che raddoppiare la copertura tra i giovani adulti».

Tornando all'Europa, «tra i Paesi dove sono possibili i vaccini in farmacia, ci sono Danimarca, Irlanda, Svizzera, Gran Bretagna», e il già citato Portogallo, «mentre in Olanda eÌ possibile recarsi in farmacia ma la vaccinazione viene praticata da un altro professionista sanitario abilitato. In tutti questi Paesi può essere praticato il vaccino antinfluenzale, mentre in Irlanda si prevede anche l'antipneumococcico e quello contro l'Herpes zoster tra i maggiorenni; anche la Svizzera prevede altre immunizzazioni come quella per l'epatite A».
Per la Fofi, che già in passato si era interessata al tema, è soprattutto «il percorso seguito Oltralpe che può essere un approccio corretto anche in Italia».