Cooperativismo, Pennacchio: necessario coinvolgere i giovani per salvaguardare il sistema

03/12/2018


La cooperativa di proprietà dei farmacisti rappresenta un baluardo per la farmacia, dal punto di vista commerciale e professionale, e uno degli elementi attraverso il quale si struttura il sistema valoriale alla base di una assistenza farmaceutica universalistica, ma la tendenza che stiamo rilevando vede un affievolimento di questo legame, in particolare tra i più giovani. Proprio questa componente di affettività, tuttavia, è un elemento da salvaguardare e da far riemergere nelle nuove generazioni perché è la base di un futuro - al di là di tutti i cambiamenti in atto - in grado di garantire una farmacia libera e indipendente. È questo uno dei messaggi lanciati da Roberto Pennacchio, vicepresidente Federfarma Servizi, nel corso della Convention annuale della Cooperativa Farla, di cui è presidente, che si è tenuta la settimana scorsa a Roma. «La distribuzione intermedia di proprietà delle farmacie» spiega Pennacchio «è un fenomeno nato sotto la spinta della necessità, per garantire alla farmacia equità, capillarità di servizio e sostenibilità, anche attraverso un effetto di calmieramento sui prezzi. Si tratta di un sistema costruito con sacrifico e abnegazione da parte dei nostri predecessori, che hanno guardato, oltre che alla contingenza, al futuro della farmacia. Oggi, purtroppo, questa spinta si è un po' persa: è come se tutto fosse dato un po' per scontato. Ma - va ricordato - se non ci fossero strutture di nostra proprietà, la categoria vivrebbe gravi difficoltà e disagi. È proprio alla luce della tutela del sistema, così come lo conosciamo oggi, in cui la farmacia è libera e indipendente e in grado di offrire ai cittadini un servizio professionale, che ritengo necessario recuperare quel sistema di valori indispensabili e inalienabili, alla base della nascita delle nostre strutture».

Per questo, «stiamo cercando, all'interno della cooperativa ma anche, di rimando, sul territorio, di far riemergere, in particolare nelle nuove generazioni, quel messaggio di cooperazione, quella spinta verso un comune obiettivo. Una filosofia, di fatto, in antitesi alla deleteria "logica del centesimo", con cui qualche volta ci scontriamo, dove la valutazione di convenienza è effettuata su un immediato risparmio, pur piccolo e di poco conto, invece che in termini di sistema e di prospettiva». Come coinvolgere i più giovani? «Con il confronto e con il dialogo, cercando di far conoscere meccanismi, i vantaggi, i valori della cooperativa, a tutti i livelli, ma soprattutto con l'ascolto delle esigenze e dei valori delle nuove generazioni, che gioco forza sono diversi dai nostri, accettando, laddove ci sono, anche le critiche».