Screening, Diaday ha dimostrato impatto farmacie. Turrin (Federfarma.Co): pronti per nuove campagne

18/12/2017


Il DiaDay ha dimostrato quanto la farmacia - e, al suo fianco, la filiera di proprietà dei farmacisti - possa essere determinante per la salute della popolazione e per la sostenibilità del Ssn. Sull'onda dell'esperienza, Federfarma.Co si propone con un nuovo ruolo, come provider di servizi per le farmacie. Per questo, a breve commercializzerà un nuovo device per l'autodiagnosi nell'ambito della valutazione del rischio cardiovascolare sulla popolazione, che metta le farmacie nella condizione di poter riproporsi per una nuova campagna di screening. È questo l'invito che parte da Francesco Turrin, presidente di Federfarma.Co, in una intervista in cui fa il bilancio di fine anno e rilancia le prospettive per il 2018. «L'anno in corso si chiude su un importante novità» spiega Turrin, «l'avvio di una collaborazione tra Federfarma e Federfarma Servizi, e di conseguenza Federfarma.Co, che ha portato a un importante risultato: la prima campagna nazionale di screening per il diabete in farmacia - DiaDay -, che in poco tempo ha ottenuto grandi adesioni, più di 7000 farmacie e oltre 165mila screening effettuati. Nella campagna, che ha ricevuto il patrocinio del ministero della Salute, sono state coinvolte le associazioni di medici e pazienti e l'iniziativa ha visto una importante convergenza della filiera di proprietà delle farmacie: infatti nel kit consegnato alle farmacie per le autoanalisi era compreso lo strumento, a marchio Profar, commercializzato da Federfarma.Co, che ha supportato la campagna come primo fornitore in termini quantitativi». E proprio su questa linea, «c'è uno degli indirizzi della nostra attività del 2018.

Nostro obiettivo è infatti diventare provider di servizi per le farmacie e per le reti di farmacie, lavorando sempre di più su progetti di prevenzione, uno dei cardini su cui poggia la sostenibilità del servizio sanitario. In questa direzione, stiamo studiando - e siamo ormai prossimi alla commercializzazione - uno strumento di autodiagnosi in farmacia del profilo lipidico completo - un dato che permette di individuare il rischio cardiovascolare -, con un sistema analogo alla rilevazione della glicemia. Il dispositivo prevede anche la possibilità di memorizzazione e schedatura dei dati sanitari del paziente, all'interno della scheda elettronica del paziente (Sec) - un contenitore informatico da noi sviluppato che si interfaccia con tutti i gestionali presenti in farmacia -, con la possibilità, quindi, di monitorare nel tempo i parametri rilevati e il consumo dei farmaci correlati alla patologia. Si tratta di un prodotto dai costi finali contenuti, di alta qualità e approvato dalla Fda, che saremo in grado di rendere disponibili prima dell'estate. Noi siamo pronti a fare la nostra parte: confidiamo poi che Federfarma e le farmacie vogliano continuare sulla collaborazione già avviata e cogliere questa nuova opportunità. Il sistema lo abbiamo già rodato e abbiamo visto che dall'integrazione e dalla sinergia tra tutti gli steakholder arrivano i risultati». Per quanto riguarda le altre attività di Federfarma.Co, «tra gli obiettivi per il 2018 c'è quello di potenziare il Private Label, con nuovi lanci di prodotto. Anche se, devo dire, l'anno in corso ha segnato già risultati positivi, che mostrano come stia aumentando l'appeal tra i farmacisti verso la loro marca privata. D'altra parte, la PL è uno strumento fondamentale per la sostenibilità dell'azienda farmacia, proprio per la marginalità e la fidelizzazione al canale». In questa direzione, «fondamentale è anche sviluppare maggiormente il settore della Ricerca e Sviluppo: penso al nostro sistema di controllo sull'aderenza terapeutica, che è in fase di ristrutturazione, ma penso anche a nuovi modelli di servizio che diano alle farmacie ulteriore ruolo per stare sul mercato». In conclusione, «Federfarma.Co continuerà a mettere in campo e sviluppare strumenti e servizi che favoriscano un'azione comune e esaltino il concetto di rete tra le partecipate. In due parole, essere sempre più "centrale", ovvero fare cose utili per i soci, in modo da garantire una ottimizzazione dei costi e quindi liberare risorse per generare valore su tutta la filiera».