Rete di sistema, fase di studio entra nel vivo. F-Online indaga reazioni al progetto tra cooperative

19/11/2017


Sta procedendo il progetto lanciato da Federfarma e Federfarma Servizi della Rete di sistema e, al momento, la fase di studio e ricognizione dello status quo è entrata nel vivo, con l'invio, a breve, di un questionario per tracciare una mappatura dell'esistente in tema di aggregazione, ma anche di servizi e attività delle farmacie. A fare il punto, nel corso del Convego Utifar di Bologna, è Roberto Tobia, tesoriere di Federfarma. E intanto F-Online è andata a sentire cosa pensano le cooperative e le società di farmacisti dei cambiamenti in atto e del progetto congiunto. In questa prima puntata a parlare è Riccardo Ludergnani, presidente Unico. Per quanto riguarda il progetto, «siamo, al momento, nella fase di studio» spiega Tobia, «che sta entrando nel vivo. Alle Federfarma provinciali locali, alle cooperative e società di farmacisti e alle farmacie stesse nei prossimi giorni sarà inviato un questionario finalizzato a una ricognizione di quelle che sono le varie situazioni presenti in termini di aggregazione, servizi e attività svolte dai presidi sul territorio. Obiettivo, al momento, è tracciare una mappatura della farmacia italiana, per cogliere la situazione attuale, e lo studio, che prenderà circa 16 settimane e verrà presentato nei primi mesi dell'anno prossimo, sarà una base utile per comprendere come muoverci, per iniziare a definire - da parte della società di consulenza che ha ricevuto l'incarico - un modello condiviso da tutti i protagonisti della filiera e per cominciare a lavorare per creare questa sovrastruttura». Ma come vivono le cooperative e società di farmacisti il momento di cambiamento e la proposta di una rete di sistema? «La legge sulla concorrenza approvata il 4 agosto» è la posizione di Ludergnani «determina cambiamenti che ancora non vediamo, ma che sono già in atto. Di fatto il mondo della farmacia si apre al mercato con tutte le sue regole. Se la farmacia saprà interpretare con professionalità e capacità imprenditoriale il cambiamento in atto la legge del 4 agosto sarà un'opportunità. Nel prossimo futuro vedo farmacie più evolute, più attente e orientate al cliente e con un discreto tasso d'innovazione. La domanda vera da porsi è quante delle attuali farmacie riusciranno a intercettare il cambiamento? In questo senso vedo più semplice farlo per le farmacie in network con elevato spirito di affiliazione. Al contrario se le farmacie rimangono ferme e chiuse nella loro attuale dimensione incontreranno maggiori difficoltà a rimanere sul mercato».

Per quanto riguarda il progetto della Rete di Sistema, «potrà essere valutato solamente dopo che sarà presentato: l'importante è che venga creato con il contributo di tutti gli attori della filiera. Personalmente penso che quello che è mancato al mondo della farmacia in questi anni è la capacità di reinvestire una parte della ricchezza prodotta. Mi spiego meglio. Il fatturato della farmacia oramai è composto per il 65% dal cassetto e per il 35% dal Ssn. La parte in crisi è quella del 35%: la farmacia prima ancora di una crisi di redditività, vive una crisi di ruolo per la sua incapacità di relazionarsi efficacemente con il Ssn. Il futuro della nostra sanità passa attraverso il piano delle cronicità: in un mondo che si deospedalizza la capacità di mettersi in rete con gli ospedali, le Asl e gli altri attori diventerà un valore imprescindibile. A mio avviso i nostri sforzi dovranno essere concentrati su questo e sui rapporti con le regioni. Bisogna convincere la parte pubblica che la rete delle farmacie è un elemento di forza nel loro progetto e lo possiamo fare solo presentando progetti di livello, innovativi e in linea con le loro necessità». Quali requisiti allora perché la Rete di sistema abbia un impatto efficace? «Per riportare la farmacia integralmente dentro al SSN servono progetti molto costosi. Non esiste settore o azienda capace di rimanere sul mercato senza reinvestire una parte della propria ricchezza. Anche se impopolare sono dell'idea che le farmacie debbano tornare ad investire una percentuale del proprio fatturato in un sistema coordinato e dominato a livello centrale teso a ridefinire il rapporto tra farmacia e ssn in termini nuovi e innovativi. Questo è secondo me l'elemento premiante, non tanto la formazione o meno di catene che per loro vocazione devono impegnarsi invece sul lato del libero mercato. In questo senso il progetto di Federfarma avrebbe una sua logica».