Aumento prezzi fascia C, Mariani: trovare una soluzione condivisa che non gravi solo sul farmacista

13/06/2023


A gennaio di ogni anno dispari ai titolari di Aic è consentito aumentare il prezzo dei medicinali di fascia C: una previsione che quest'anno, anche per far fronte agli aumenti di costo delle materie prime e al caro energia, ha visto coinvolte oltre 1.100 referenze. Anche se l'onere di aggiornare il prezzo di ogni confezione presente in farmacia, ricade sul farmacista, «la nostra cooperativa», spiega a F-online Marco Mariani, direttore generale di Farmacentro, associata di Federfarma Servizi, «si è fatta carico di tale incombenza, per aiutare le farmacie socie. Un servizio che si è tradotto, finora, in oltre un milione di pezzi riaggiornati, con un'onda lunga che non si è ancora esaurita».

«Il farmacista, per legge, non può detenere farmaci che riportino un prezzo diverso da quello stabilito», spiega Mariani, «e di conseguenza è tenuto ad aggiornare il prezzo di tutte le confezioni in suo possesso e quelle man mano in arrivo. Farmacentro, come cooperativa, ha voluto essere vicina alle farmacie socie anche in questo frangente e si è offerta di aggiornare il prezzo di tutte le unità che da inizio anno ha ricevuto dai produttori e redistribuito alle farmacie. A fine maggio abbiamo raggiunto il milione di pezzi rietichettati: un numero che è destinato a crescere ancora dato che a giugno arrivano incredibilmente, da alcune industrie, confezioni riportanti tuttora il prezzo vecchio».
Continua Mariani: «Si tratta di un servizio che si sposa appieno con la nostra mission, che ci vede ancora una volta scendere in campo al fianco dei soci, fornendo loro un sostegno a tutto tondo per tutelare i loro pazienti, ma certamente questa operatività richiede un notevole sforzo organizzativo ed economico per Farmacentro che vi dedica molte risorse, a partire dal personale coinvolto in questa attività a tempo pieno. Siamo al 98% della riprezzatura delle confezioni di etico di fascia C presenti nei nostri magazzini, il piccolo 2% che rimane fuori riguarda le confezioni troppo piccole per essere prezzate o quelle poche referenze che siamo costretti a far uscire prima di apporvi il nuovo prezzo, per non dare mancanti ai nostri soci e ai cittadini che frequentano le loro farmacie».

Il tema è stato oggetto del confronto interno a Federfarma Servizi, durante uno degli ultimi incontri dell'Unità di crisi: «Stiamo coinvolgendo Federfarma ed è nostra intenzione cercare una interlocuzione anche con i produttori dell'industria, per arrivare a una soluzione condivisa che non gravi unicamente sul farmacista».