Gestione, Alessandrini (Credifarma): consolidare il rapporto farmacie-distribuzione

08/02/2021


Una ricetta del Ssn che perde sempre più valore, una marginalità compressa che tende a rendere più fragile il comparto, e, al contempo, un cittadino e un Ssn che esprimono bisogni di salute più complessi. È lo scenario con cui il sistema delle farmacie si sta confrontando, aggravato, per altro, dalla crisi sanitaria legata all'epidemia. In che modo la rete di farmacie e distribuzione intermedia possono far fronte a tali sfide? Quali evoluzioni si profilano all'orizzonte?

Sono queste alcune delle riflessioni portate avanti da Marco Alessandrini, amministratore delegato di Credifarma SpA, la finanziaria specializzata nel credito alle farmacie del Gruppo Banca Ifis e partecipata da Federfarma, nell'intervento su "Farmacia e Distribuzione: un rapporto indissolubile. Dalle tre crisi un nuovo modello di farmacia". L'intervento è stato presentato all'interno del Modulo di Federfarma Servizi dedicato alla Distribuzione intermedia nel Master in "Pharmacy Management" organizzato da Altems-Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

«Da una analisi su un campione di aziende della distribuzione intermedia condotta in Credifarma», spiega Alessandrini, «è emersa una situazione di fragilità del comparto: a essere messa in luce è, in particolare, una marginalità fortemente compressa, circa il 4%, contro il 32% delle farmacie. È chiaro che tale margine non sempre risulta sufficiente a compensare i costi di gestione e il costo del rischio, generando una situazione che mette a rischio la stabilità non solo delle singole aziende ma dell'intero sistema. Occorre, infatti, considerare che uno dei punti di forza del comparto, rispetto ad altri settori merceologici, consiste proprio nel fatto che le farmacie operano all'interno di una filiera integrata e strettamente connessa, con il supporto di partner che rappresentano la componente logistica e di servizio nonché, dal punto di vista finanziario, anche quella fintech. In questo scenario, la rete delle farmacie risulta essere più tutelata e protetta rispetto ad altre imprese, ma questo è vero - e ce lo stanno evidenziando gli effetti della Legge 124/17 - laddove venga garantita una logica di integrazione».

D'altra parte, le difficoltà non mancano: «Il quadro con il quale si sta confrontando il comparto vede una Dcr in costante discesa e questo rischia di generare ulteriori fragilità».

Ma in che modo si può correre ai ripari? Che cosa può fare la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia? «Un primo importante aspetto riguarda la gestione finanziaria della farmacia, che, ancora di più in uno scenario di incertezza, va messa velocemente in sicurezza. Una criticità che ho rilevato riguarda, in primo luogo, il livello di debito della farmacia, mediamente troppo elevato. Diventa indispensabile rimodulare la situazione debitoria su un orizzonte temporale più ampio, trasportando nel medio-lungo periodo debiti di breve termine (bancari, commerciali e così via) e ottenere così equilibri finanziari ed economici. In tal modo, inoltre, si contrattualizza e si diluisce il graduale rientro rendendolo non solo più sostenibile, ma anche più sicuro nel suo mantenimento».

Il secondo punto è quello di «agevolare una trasformazione digitale, ormai imprescindibile, all'interno della farmacia, valorizzando in particolare gli aspetti scientifici, professionali e sanitari che caratterizzano e distinguono tale presidio, in misura maggiore rispetto a quanto non si faccia oggi. La Farmacia dei servizi rappresenta certamente una opportunità in questa direzione. Si tratta di ripensare l'assistenza che il farmacista può fornire ai cittadini in una logica che sia, in un certo senso "ibrida", dove il servizio digitale amplifichi e potenzi quello quotidiano all'interno della Farmacia, permettendo una presa in carico più completa del paziente che può essere così accompagnato agevolmente nel suo percorso di cura. E questo è ancora più vero nei territori più disagiati, dove la farmacia, grazie alla sua capillarità, rappresenta un fondamentale e imprescindibile punto di riferimento».

D'altra parte, «proprio il ruolo e il valore emerso durante la crisi sanitaria che stiamo attraversando può essere, senz'altro, una guida anche per il futuro. La farmacia, nonostante le difficoltà, ha rappresentato un interlocutore sanitario per la popolazione, ma anche per il Ssn, mettendo a disposizione competenze, personale e strutture anche per la preziosa attività di screening epidemiologico».

E qui c'è «l'ultimo aspetto: siamo convinti che la relazione con il partner della distribuzione intermedia, proprio a fronte di queste evoluzioni, debba cambiare. Occorre infatti iniziare a costruire un rapporto duraturo e solido, tanto con la distribuzione quanto con partner finanziari qualificati nel settore, una relazione di supporto e fiducia reciproca che vada al di là della singola prestazione. Credo che la scelta di un distributore piuttosto che un altro non possa più essere, come in passato, legata a piccole percentuali di sconto, ma vada inserita in una più ampia valutazione strategica e di vision. Solo così sarà possibile compiere un vero e proprio salto di qualità e progettare concretamente un modello più evoluto e professionale di farmacia che possa rappresentare una risposta ai bisogni di salute dei cittadini e un punto di riferimento per la sanità».