Rev, Rebasti (Ascofarve): collaborare insieme a vantaggio della salute pubblica

16/12/2019


Il sistema di Tracciabilità Informatizzato del farmaco veterinario e dei mangimi medicati, partito in via esclusiva da circa otto mesi, ha rappresentato una innovazione nei processi di prescrizione e dispensazione, con un forte impatto sulla farmacovigilanza. Quale bilancio si può fare? Quali criticità sono emerse da parte dei diversi attori e quali possibili soluzioni? È stato questo al centro del convegno promosso, settimana scorsa, da Ascofarve, l'Associazione Nazionale dei Distributori di Farmaci, su iniziativa della Senatrice Maria Rizzotti, membro della dodicesima Commissione Permanente Igiene e Sanità, dal titolo "Tracciabilità e ricetta veterinaria elettronica. Un Bilancio sui primi dati", che ha visto la partecipazione della Direzione Generale della SanitaÌ Animale e dei Farmaci veterinari e della Direzione Generale della Digitalizzazione, del Sistema Informativo Sanitario e della Statistica del Ministero della Salute, dell'Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise, che accoglie l'applicativo REV, oltre che degli Ordini professionali (Fofi e Fnovi) e delle rappresentanze della filiera, dalla produzione alla distribuzione, ai medici veterinari. A parlarne a F-Online, Roberto Rebasti, presidente di Ascofarve, che spiega: «Il convegno è stato un importante momento per fare un bilancio e identificare i prossimi passi per migliorare il sistema, ma anche di confronto tra gli stakeholder coinvolti. Alcune delle problematiche che erano state segnalate in fase di avvio della Rev in via esclusiva sono, in molti casi, state risolte o in via di risoluzione, ma permangono alcuni nodi». Tra questi, a essere indicata da alcuni stakeholder è ancora una certa lentezza del sistema.

Tra le criticità, «a emergere, anche sulla base dei dati del Sistema informativo nazionale della farmacosorveglianza, c'è una difficoltà del mercato, con un calo nelle vendite, anche del 10% - ma che a volte può spingersi fino al 20% -, relativo in particolare al settore dei prodotti destinati alle cure degli animali da compagnia e avvertito da tutti i componenti della filiera, dalle industrie, ai distributori, alle farmacie. In parte, il dato va letto come risultato di un uso più appropriato e consapevole dei farmaci, in particolare degli antibiotici».
Ma ci sono anche altri elementi, quali per esempio «un uso di canali alternativi di vendita che si stanno venendo a creare, con un aumento avvenuto in particolare all'indomani della Rev».
A suscitare la preoccupazione è «il crescente ricorso all'online», su cui tutti i partecipanti hanno sottolineato la necessità di mettere in campo azioni di contrasto, a tutela della salute pubblica. Va ricordato, infatti, che la vendita via internet di medicinali veterinari in Italia è vietata, «salvo poche e circoscritte eccezioni indicate da una circolare del Ministero della Salute, che in ogni caso escludono quelli soggetti ad obbligo di ricetta veterinaria e acquistabili, dal 16 aprile 2019, solo tramite Rev» ha ricordato l'Anmvi, l'Associazione nazionale medici veterinari. «Per rafforzare il contrasto alle vendite on line di medicinali veterinari» riferisce l'house organ, Anmvioggi, «la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari sta lavorando in due direzioni: la prima porterà a intese con le grandi piattaforme dell'e-commerce, come Amazon, eBay e Aladdin, mentre la seconda verterà a identificare i siti di e-commerce legale, come già fatto in ambito umano, con l'apposizione di un logo. Con eBay, il Ministero della Salute aveva già raggiunto accordi a dicembre del 2018, che hanno portato alla rimozione dei farmaci con obbligo di prescrizione medica. Ora, si tratta di collaborare anche sul fronte dei medicinali veterinari. Con Amazon i contatti sono già avviati e più di recente sono stati aperti anche con la piattaforma Aladdin. I Carabinieri NAS, in aggiunta, hanno attivato un piano nazionale di controllo sull'e-commerce, per verificare la regolarità della vendita on-line».

Il contesto, continua Rebasti, vede una «crescente propensione dei proprietari di animali a rivolgersi al web. Alla base ci sono una serie di fattori, tra cui la volontà di bypassare la tracciatura da parte degli utenti, di semplificare le procedure o anche solo di effettuare acquisti a più basso prezzo. Se si incrementa la domanda, è chiaro che tenda ad aumentare anche l'offerta, con un circolo che si autoalimenta, ma occorre ricordare i rischi che si corrono, dal momento che viene meno il sistema di controllo e sicurezza che c'è sul farmaco. E in questo senso la corretta comunicazione al cittadino appare uno degli strumenti più importanti».
Le criticità, è la conclusione di Rebasti, «ci sono, ma dobbiamo remare insieme e ricercare il più possibile una collaborazione tra i diversi attori coinvolti».