Rapporto farmacie, contesto pesa su erogazione test e aderenza terapeutica

03/12/2018


La peculiarità del contesto delle aree a maggior disagio, quali quelle Interne, incide in maniera non indifferente sulle farmacie che vi operano, tanto che si rileva una tendenza a focalizzare attenzione e attività su particolari target di popolazione e a specializzare l'offerta verso alcune prestazioni. In linea di massima, per esempio, i farmacisti sono molto più sollecitati a rispondere ai bisogni della popolazione anziana rispetto alle esigenze di donne con minori e, pur in una situazione in cui il servizio stenta a decollare, c'è un maggior coinvolgimento in tutto l'ambito della domiciliarità. È questo uno dei risultati che emergono dal primo Rapporto annuale sulla farmacia presidio del Servizio Sanitario Nazionale, realizzato da Federfarma e Cittadinanzattiva, con il supporto non condizionato di Teva, e presentato a metà novembre a Roma. Un dato su cui, proprio alla luce delle campagne che a livello di categoria si stanno lanciando, può valere la pena riflettere.

Assistenza al domicilio
Un primo aspetto messo in luce nel Rapporto, nel focus dedicato, è che le farmacie coinvolte nell'Assistenza domiciliare integrata, tra quelle intervistate, nel 9% dei casi operano nelle Aree Interne, contro il risultato del 7% del resto del Paese. Un valore, in ogni caso, è basso ma che mette in luce come «tutta una serie di attività di partecipazione al servizio ADI sono più accentuate se si fa riferimento alle Aree Interne: qui le farmacie sono mediamente più sollecitate nella preparazione e/o dispensazione a domicilio di medicinali antidolorifici (+26% rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese). Lo stesso vale, anche se in misura meno marcata, per la preparazione e/o dispensazione a domicilio di miscele per la nutrizione artificiale (+8% rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese) nonché per la dispensazione e consegna a domicilio di farmaci o dispositivi medici: +4% rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese. L'impressione eÌ che - con riferimento a queste prestazioni - la farmacia nelle Aree Interne rappresenti un presidio di prossimità pressoché insostituibile».

Test ed esami diagnostici
Un capitolo interessante riguarda poi le peculiarità di queste aree rispetto ai macrotemi della farmacia dei servizi, pharmaceutical care e presa in carico del paziente: «In riferimento a test ed esami diagnostici sono poche le farmacie afferenti le Aree Interne (-14% rispetto al resto del Paese) in grado di eseguirli. E anche laddove vengono effettuati, nelle Aree Interne mancano spesso spazi dedicati (-12% rispetto al resto del Paese). Analogamente, sono relativamente di meno le farmacie operanti nelle Aree interne che effettuano esami strumentali (-6% rispetto al resto del Paese): questo vale, nello specifico, per il servizio di tele-cardiologia (-7% rispetto al resto del Paese) come anche per la raccolta di prelievi e/o campioni (-6% rispetto al resto del Paese)».
Nel dettaglio poi degli esami effettuati «solo per trigliceridi e emoglobina glicata si nota uno scostamento a scapito della popolazione delle Aree interne (-7% rispetto al resto del Paese)». Un dato questo su cui potrebbe valere la pena avviare ulteriori riflessioni, anche alla luce della campagna del DiaDay che si è conclusa una settimana fa, con 130mila test effettuati e oltre 5100 farmacia coinvolte, con la compilazione di almeno un questionario.

Aderenza alla terapia
Ma è interessante notare come proprio sull'aspetto dell'aderenza alla terapia «le farmacie dimostrano di saper garantire gli stessi standard, indipendentemente dal luogo in cui operano» e in generale «non vi eÌ differenza tra Aree interne e il resto del Paese nella partecipazione della farmacia a progetti/iniziative che supportano l'aderenza terapeutica per persone affette da cronicità (patologie respiratorie, endocrine, cardiovascolari, renali, reumatiche, intestinali, neurodegenerative). Solo per le patologie metaboliche si nota uno scostamento significativo: +9% delle aree interne rispetto al resto del Paese». Nel dettaglio, «tra le attività poste in essere dalle farmacie previste in questi progetti vi eÌ un buon livello di omogeneità tra le varie aree del Paese, eccezion fatta per il monitoraggio dei parametri e l'informazione/formazione al paziente per aumentare la conoscenza dei medicinali: in entrambi i casi, sono attività maggiormente frequenti nelle Aree interne».