Sanità digitale, italiani ancora indietro. Telemedicina frena, in crescita App sui farmaci

13/05/2018


Otto cittadini su dieci non usano ancora servizi sanitari via web. Risulta in crescita la spesa per la Telemedicina, ma non la sua diffusione. Cartella Clinica Elettronica e servizi digitali ai cittadini sono gli ambiti più rilevanti per le strutture sanitarie. E per quanto riguarda le farmacie, un cittadino su quattro dichiara di utilizzare App per cercare le farmacie di turno (25%), uno su cinque per trovare la farmacia più vicina e il 19% per informarsi sui farmaci. Sono questi alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net), che è stata presentata settimana scorsa a Milano.
Un focus è stato dedicato alla telemedicina: «Dopo la forte crescita di interesse e investimenti dello scorso anno, è un ambito stazionario, con una diffusione capillare ancora lontana. La spesa è aumentata lievemente rispetto all'anno precedente (24 milioni, erano 20 nel 2016), ma, nonostante si parli ormai da molti anni di queste soluzioni, soltanto il 38% dei Direttori delle aziende sanitarie lo reputa un ambito rilevante. Il servizio di Telemedicina più diffuso è il Tele-consulto tra strutture ospedaliere e dipartimenti, a regime in circa un terzo del campione analizzato. Ancora poco adottati, invece, i servizi di Tele-salute e Tele-assistenza, presenti soprattutto con progetti pilota. Allo stesso modo, la percentuale di medici specialisti e Medici di Medicina Generali (MMG) che utilizza soluzioni di Telemedicina risulta limitato: il Tele-consulto è il servizio più utilizzato (rispettivamente dall'11% dei medici specialisti e dal 4% dei MMG), mentre faticano a diffondersi i servizi che coinvolgono il paziente, come quelli di Tele-salute (rispettivamente 7% e 2%) e Tele-assistenza (5% e 4%), nonostante livelli di interesse all'utilizzo sempre superiori al 50%». Di più stretto interesse per le farmacie sono le App, che «rappresentano una quota sempre più rilevante dei servizi digitali utilizzate dai cittadini, soprattutto per quanto riguarda le App informative, che si stanno diffondendo velocemente. Un cittadino su quattro dichiara di utilizzare App per cercare le farmacie di turno (25%), uno su cinque per trovare la farmacia più vicina e il 19% per informarsi sui farmaci. La fascia di età più incline a utilizzare questa tipologia di applicazioni è quella fra i 35 e i 44 anni, in cui l'uso sale rispettivamente al 45%, 36% e 30%.
Le App di maggior interesse fra i cittadini, invece, sono quelle in grado di verificare la presenza di un farmaco in farmacia e prenotarlo e quelle per monitorare i tempi di attesa in pronto soccorso, anche se in entrambi i casi si registra una mancanza di offerta. Accanto alle App informative si diffondono anche quelle di "coaching": il 19% dei cittadini utilizza App per monitorare lo stile di vita (ad esempio, l'alimentazione e gli allenamenti), il 12% per controllare i parametri vitali (battito, pressione, ecc.), il 7% per ricevere avvisi su controlli medici o esami periodici. L'adozione di questi strumenti diminuisce fra i cittadini con più di 55 anni o affetti da malattie croniche». In generale, «la maggior parte dei cittadini italiani preferisce ancora accedere ai servizi sanitari di persona, soprattutto se si tratta di un consulto medico (86%), del pagamento delle prestazioni (83%) e del ritiro dei referti (80%). L'indagine condotta dall'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità in collaborazione con Doxapharma su un campione di 2.030 cittadini mostra che è ancora il telefono lo strumento privilegiato per prenotare visite ed esami (51%), mentre l'uso del canale web appare abbastanza limitato e confinato alle fasi di accesso alle informazioni su prestazioni e strutture sanitarie (40%) e ritiro dei documenti clinici (21%). Soltanto la fascia anagrafica dei 45-54enni mostra valori di utilizzo del digitale sopra la media in entrambe le operazioni (rispettivamente 47% e 27%).
La maggior parte dei cittadini che non hanno utilizzato gli strumenti digitali per accedere ai vari servizi li considera poco affidabili, ma anche la mancanza di competenze è un forte ostacolo: sono tre su dieci i cittadini che non si sentono in grado di utilizzare questi strumenti, soprattutto fra i più anziani». Tra gli ambiti di innovazione della Sanità Digitale «è la Cartella Clinica Elettronica (CCE) a essere considerato il più rilevante nel supportare gli obiettivi strategici delle strutture sanitarie: è ritenuto prioritario dal 72% delle Direzioni, in forte crescita rispetto a quanto rilevato lo scorso anno (59%), con investimenti per 47 milioni di euro. All'interno della CCE sono ormai presenti in modo diffuso funzionalità quali la consultazione di referti e immagini e di order management (74%). Molto meno diffuse, invece, le funzionalità avanzate, come la gestione del diario medico e/o infermieristico e la farmacoterapia, che restano presenti in meno della metà del campione, anche se in leggera crescita rispetto all'anno precedente. In netto aumento gli investimenti in soluzioni di Mobile Hospital, passati dai 12 milioni del 2016 ai 18 del 2017».
Infine, «il supporto informatico alle attività di presa in carico del paziente risulta diffuso soprattutto per le attività gestionali e amministrative, come la gestione dei dati anagrafici dei pazienti (nell'80% delle aziende) e la gestione delle prenotazioni delle prestazioni (63%). L'informatizzazione stenta, invece, a diffondersi come strumento per la messa in atto di percorsi individualizzati secondo il principio della presa in carico stabile del paziente: solo un terzo del campione di aziende rispondenti utilizza un supporto digitale nella definizione, visualizzazione e aggiornamento di piani di assistenza individuale».