Carenze, la situazione in Europa. Il caso spagnolo

07/02/2022


Carenze di farmaci e dispositivi sono state rilevate dalle farmacie di comunità di tutti i Paesi europei, ma, rispetto all'anno precedente, per la maggioranza degli intervistati (52%), per la prima volta, non c'è stato un peggioramento e per il 22%, addirittura, è stato osservato un miglioramento.

È questo uno dei dati che emerge dall'indagine annuale per analizzare entità ed effetti del fenomeno condotta dal Pgeu, attraverso un questionario al quale hanno risposto i rappresentanti di 27 Paesi membri, Italia inclusa


Le ricadute su pazienti e farmacie

A essere interessati dalle carenze sono tutte le classi di farmaci, ma per quelli cardiovascolari le segnalazioni arrivano dall'85% dei Paesi, seguiti da medicinali per il sistema nervoso (78%) e del sistema respiratorio (74%). Mentre, in relazione ai dispositivi medici, quelli su cui più spesso sono state segnalate problematiche sono quelli di Classe I (bende, termometri, mascherine) e per la diagnostica in vitro.
Ma un aspetto da sottolineare riguarda le ricadute: per quasi tutti i Paesi rispondenti si viene a determinare una serie di disagi per i pazienti (96%), con anche interruzione delle cure (67%), costi di copayement dovuti al ricorso a farmaci alternativi di prezzo maggiore o non rimborsati (56%), minore efficacia del trattamento (56%). Mentre sul fronte delle farmacie, gli impatti segnalati riguardano anche gli aspetti economici e gestionali: aggravio del tempo lavoro per la gestione della carenza, diminuzione della fiducia dei pazienti (78%) e insoddisfazione dei dipendenti (67%).


Le soluzioni europee

Diverse sono le soluzioni messe in campo nei vari Paesi europei, anche in relazione a quello che è il contesto normativo in cui le farmacie di comunità operano: sostituzione con il generico (93%), approvvigionamento da fonti alternative autorizzate (59%), importazione da un altro Paese (59%) sono, laddove possibile, le principali. A pesare (37%) è poi l'assenza di un sistema nazionale di segnalazione delle carenze, a cui possano accedere i farmacisti e alimentato anche da industria e distributori.
Dall'indagine vengono mappate le esperienze virtuose messe in campo nei diversi Paesi. Interessante è quella della Spagna, dove il General Pharmaceutical Council ha sviluppato il progetto FarmaHelp. In presenza di una segnalazione da parte di un paziente, i farmacisti di comunità possono mettersi in contatto con le farmacie della loro area per porre rimedio a una situazione di carenza o di particolare urgenza. Nel 2021 sono stati 3.000 i pazienti che hanno trovato risposta grazie a questo sistema, che collega per ora 2.500 farmacie in tutta la Spagna. Ma un ulteriore strumento che è stato particolarmente utile nell'alleviare gli effetti delle carenze è quello delle importazioni: quasi tutte le Regioni hanno un centro autorizzato a dispensare medicinali importati dai Paesi europei, laddove non esista una alternativa valida.

In alcuni territori, come per esempio la Navarra, il sistema vede il coinvolgimento diretto, per la dispensazione, anche delle farmacie di comunità.