Covid-19, in Europa potenziato ruolo farmacie. Pgeu: ora vanno coinvolte in vaccini e test

25/05/2020


Distribuzione in farmacia di medicinali che afferiscono al canale ospedaliero o distrettuale, possibilità di rinnovare le ricette ripetibili per patologie croniche, potenziamento delle attività front-line contro il Covid-19 attraverso Fondi statali aggiuntivi. Sono queste alcune delle modifiche introdotte agli ordinamenti sanitari di alcuni Paesi europei come risposta all'emergenza, con l'obiettivo di potenziare il ruolo dei farmacisti sul territorio e alleggerire la pressione sulle altre componenti del sistema sanitario. A darne notizia un documento del Pgeu (l'associazione europea dei farmacisti di comunità), pubblicato on line, da cui emerge un appello ai governi perché usino la rete capillare delle farmacie di comunità anche per test e vaccini.

Dall'inizio della crisi legata al Covid-19, vi si legge, «i farmacisti di comunità stanno operando senza sosta per garantire la continuità di accesso ai trattamenti da parte dei pazienti. Nonostante il lockdown, hanno assicurato un'assistenza h24 e organizzato servizi di consegna domiciliare, in particolare per i pazienti più fragili. Hanno, inoltre, rappresentato per la popolazione generale di tutta Europa il primo punto di riferimento per consigli sanitari, monitoraggio di trattamenti e patologie croniche, prevenzione, offrendo, al contempo, immediato supporto per quei piccoli disagi, in modo da riuscire a evitare visite mediche», in questo momento rischiose.
A livello globale, «l'intera rete delle farmacie europee sta assistendo i vari servizi sanitari nella distribuzione di dispositivi di protezione certificati, nella formazione sul loro corretto utilizzo, nonché in campagne sulle misure di igiene necessarie al contenimento del virus». In questo quadro, segnala il Pgeu, molti Paesi, «prendendo spunto dalle indicazioni arrivate ad aprile dall'Oms, hanno introdotto alcune modifiche all'interno dei propri ordinamenti sanitari, proprio per cercare di potenziare il ruolo dei farmacisti sul territorio, ampliandone attività e competenze, e per ridurre, al contempo, la pressione a cui l'emergenza sta sottoponendo gli altri attori della filiera sanitaria», tra cui medici, infermieri, ospedali, e così via.

Così, in alcuni Paesi, «sono stati stanziati nuovi fondi per finanziare attività aggiuntive di contrasto al Covid-19 in capo ai farmacisti; in diversi, poi, è stata introdotta la possibilità di dispensare in farmacia medicinali in precedenza somministrati attraverso il canale ospedaliero o distrettuale, o, anche, la possibilità di rinnovare le prescrizioni ripetibili per patologie croniche. In altri ancora», Italia compresa, «i farmacisti di comunità hanno attivato protocolli per sostenere vittime di violenze domestiche durante il lockdown».

In questa ottica si inserisce l'appello di Duarte Santos, presidente del Pgeu: «Le farmacie di comunità sono pronte a garantire il proprio apporto al servizio sanitario anche nelle fasi successive dell'epidemia. Per questo chiediamo con forza alle autorità nazionali di fare uso della rete capillare delle farmacie di tutta Europa anche per condurre», a livello nazionale e in maniera integrata con i servizi di prevenzione, «test Point-Of-Care (Poct), ma anche all'interno delle strategie di immunizzazione».
Ma, attenzione, è la conclusione del Pgeu, «a fronte di un tale supporto alla popolazione, occorre garantire un adeguato sostegno alle farmacie».