Brexit e carenze di farmaci, tra farmacisti europei crescono preoccupazioni. C'è incognita Irlanda

24/09/2018


Si avvicina la scadenza per il raggiungimento di un accordo per la Brexit e le preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda la fornitura di farmaci, sono alte. «Tra i farmacisti europei» fa il punto Maximin Liebl, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bolzano e membro del Pgeu, «ci sono timori che, se non si riuscirà a trovare un accordo che tenga conto di tutte le parti in causa, ci possano essere impatti sul sistema con un rischio di un aumento di carenze di farmaci nelle farmacie del territorio e con conseguenze per i cittadini». Tra negoziatori Ue e Uk si sta lavorando alacremente, anche perché il documento che ne uscirà dovrà essere sottoposto al vaglio del parlamento inglese e ai passaggi europei per la ratifica (prima il Parlamento, poi un Ok da almeno 20 Stati membri su 27 o da Paesi in numero tale da raggiungere il 65% della popolazione europea), ma le trattative sono complesse.

Le date, d'altra parte, sono indicate dalla normativa, e solo una decisione presa dall'Europa a 28 potrebbe concedere più tempo: il 29 marzo la Gran Bretagna uscirà dall'Unione Europea, che si sia trovato o meno un accordo; dopo di che inizierà una fase di transizione fino a dicembre 2020. A quanto viene riferito dalla stampa, l'ultima chance per chiudere un accordo potrebbe essere l'ultimo Consiglio europeo di fine anno, intorno al 13 o 14 dicembre. Tra le questioni aperte su cui la discussione è particolarmente accesa, con diverse ipotesi sul campo, c'è la libera circolazione di persone, merci e servizi e capitali. «Le maggiori preoccupazioni» continua Liebl «le manifestano i colleghi dell'Irlanda. La maggior parte dei farmaci sul territorio sono di produzione inglese. E nel breve tempo che rimane, pur contando il periodo di transizione, è difficile, nei fatti, che si riesca ad avviare una produzione locale o riuscire comunque a trovare altri approvvigionamenti. Così si temono forti carenze per i cittadini». Per l'Irlanda, in particolare, c'è la questione della gestione del confine tra Repubblica di Irlanda, che fa parte dell'UE, e l'Irlanda del Nord, che fa parte del Regno Unito, che al momento non ha alcuna frontiera.