Caregiver e aderenza, la Fip spinge i farmacisti a mettere in campo servizi a favore delle donne

10/09/2018


Nel lanciare campagne di sensibilizzazione sul corretto uso dei medicinali e iniziative nella direzione dell'aderenza alla terapia occorre tenere conto che le donne sono, spesso, il principale interlocutore, in quanto figura responsabile della salute della famiglia e caregiver. È questo il messaggio al centro del report della Fip "Pharmacists supporting women and responsible use of medicines: Empowering informal caregivers", elaborato dal Gruppo di lavoro su donne e uso responsabile delle medicine e pubblicato in occasione del 78esimo congresso internazionale, che si è concluso settimana scorsa a Glasgow.

Nel sondaggio lanciato dalla Fip nel 2017, che ha fatto il punto sui servizi di aderenza alla terapia e di corretto uso dei medicinali forniti dalle farmacie alle donne, era emerso che solo in due nazioni su 15 rispondenti sono stati attivati progetti destinati in maniera specifica a questo target e in ogni caso anche nei progetti di carattere generale viene dedicata poca attenzione al tema. La donna, al contrario, ricopre spesso il ruolo di caregiver nel caso di cronicità o patologie di un parente e rappresenta in molti casi il membro della famiglia che si assume la responsabilità della salute degli altri famigliari. Per questo, la donna si reca più spesso dal medico e in farmacia ed è la figura che spinge gli altri famigliari a curarsi e che vigila su aderenza alla cura e alla terapia. E, d'altra parte, il numero di donne che ricopre questo ruolo è in significativo aumento un po' in tutte le nazioni. In questo contesto, i farmacisti, in quanto professionisti della salute caratterizzati da una maggiore accessibilità, possono avere un ruolo importante nell'empowerment della donna come caregiver, nella comunicazione della necessità di una corretta informazione sul funzionamento delle medicine e sulla gestione delle patologie e nel supporto a una formazione e sensibilizzazione adeguata.

Da qui l'appello della Fip: «La possibilità di contribuire alla formazione delle donne nella corretta gestione delle medicine è un territorio relativamente poco esplorato da parte dei farmacisti e delle loro organizzazioni. Per questo, non possiamo che incoraggiare iniziative in questa direzione» ha spiegato Ema Paulino, responsabile del Gruppo di lavoro che ha redatto il Rapporto e segretario professionale Fip. «I farmacisti possono diventare più attivi nel supportare le donne, non solo nella direzione di assicurare un corretto uso delle medicine ai famigliari di cui si prendono cura, ma anche rispetto alle cure di cui necessitano in prima persona. È noto che l'attività di caregiver può avere un impatto negativo sulla salute e spesso le donne che si fanno carico di famigliari o parenti tendono a trascurare i propri bisogni di salute».