Contro medicine illegali azione è internazionale. Lettieri: strada ancora lunga

11/06/2017


Il fenomeno della contraffazione farmaceutica non può che essere affrontato secondo un approccio internazionale tanto che, sul fronte del contrasto, un'azione che i vari paesi, in particolare a livello europeo, stanno portando avanti è quella dell'armonizzazione delle normative, anche se la strada non sempre è facile. E ora uno dei prossimi temi su cui i Paesi membri sono chiamati ad adeguarsi riguarda il sistema di tracciabilità del farmaco a livello europeo, attraverso il codice univoco. Un tema su cui si è confrontata anche la tavola rotonda che si è tenuta nel corso del convegno "Contraffazione: un virus da estirpare", promosso da Federfarma Servizi e Società italiana di urologia, in collaborazione con AIFA, Carabinieri NAS e con il patrocinio del Ministero della Salute, e che ha visto la partecipazione della politica e della filiera. «Il numero dei siti che vendono farmaci online è elevatissimo» è stato l'intervento di Luigi D'Ambrosio Lettieri, senatore e vicepresidente Fofi, «e i dati sottolineano come la metà dei farmaci venduti in rete sono contraffatti. Il fenomeno ha numeri impattanti e credo che una carenza nel sistema su cui occorre lavorare sia l'armonizzazione delle legislazioni nazionali: dal momento che il livello di azione della criminalità è mondiale, occorre un approccio globale, per il quale è necessario un livello sovrannazionale di condivisione di intelligence, forze di polizia, e così via. E anche se il tema è nell'agenda della politica nazionale e internazionale, ancora non trova un riscontro davvero concreto». Sul tema dell'armonizzazione, «proprio a inizio anno, insieme al senatore Mandelli, ci siamo fatti promotori di una interrogazione presentata ai ministri della Salute e dello Sviluppo economico per chiedere tempi e modi in cui si intenda introdurre l'applicazione dei codici Datamatrix - un sistema che permette la codifica di un numero elevato di codici in piccole dimensioni - nel settore del farmaco, secondo la direttiva 2011/62/UE. Le previsioni della normativa pongono la scadenza al 2019, ma per l'Italia, data la presenza del bollino ottico e di un sistema di tracciabilità, è stata prevista una deroga fino al 2025». «Adeguarsi al codice Datamatrix» interviene Antonio Messina, componente comitato presidenza di Farmindustria, «è un passaggio importante perché permette di sincronizzare i movimenti dei farmaci in maniera istantanea in tutta Europa. È vero che in Italia la contraffazione non investe i canali della filiera ma l'azione di contrasto necessita di una impostazione internazionale». «Per l'Italia» continua Alberto Giraudi, vice presidente Assogenerici, «è prevista sì una deroga, ma tale provvedimento in realtà rischia di penalizzare quelle imprese, spesso piccole e media, che fanno anche export, perché le obbliga ad avere più linee produttive, considerando che ogni linea richiederà investimenti dell'ordine di 250-350mila euro. Ci auguriamo che si possa trovare una soluzione per poter continuare a competere anche con le multinazionali, che stanno già preparandosi alla scadenza». «Già oggi collaboriamo con tutte le associazioni di categoria, con verifiche e controlli» interviene Matteo Taglienti, responsabile soluzioni anticontraffazione - Tracciabilità Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. «La normativa europea pone una discontinuità importante e sarà più facile per Paesi come Francia e Germania dove non c'è già un sistema di tracciabilità e rimborsabilità come il nostro. In questo, noi del Poligrafico, come produttori del bollino e conoscitori del sistema di tracciabilità, siamo disponibili a un tavolo di confronto con la filiera per accompagnare nel migliore dei modi la fase di migrazione».

Dalla tavola rotonda sono partiti anche messaggi importanti che riguardano l'azione da portare avanti sul nostro territorio, rimarcando quanto messo in luce dai relatori sulla necessità di sensibilizzare i cittadini e di trasferire una informazione corretta sui rischi per la salute dal ricorso a canali non controllati. «Un obiettivo» aggiunge Andrea Mandelli, senatore e presidente Fofi, «su cui la rete delle farmacie ha un grande potenziale tanto che va rivalutata nel suo ruolo di sentinella sul territorio, per la sua capacità e possibilità di intercettare i problemi dei cittadini. Ma un ulteriore passaggio è che tutti i componenti della filiera facciano squadra in un approccio e un'azione condivisa». «Il tema dei farmaci contraffatti» interviene Annarosa Racca, presidente di Federfarma, «ci ha sempre visto in prima linea. Una delle battaglie che abbiamo portato avanti è stata diretta a bloccare tentativi di portare i farmaci con ricetta al di fuori della farmacia fisica, cioè sull'online. Un grande contributo lo abbiamo messo anche nella definizione del logo delle farmacie online e anche in questo caso abbiamo lottato per far sì che l'apertura all'e-commerce avvenisse entro paletti ben precisi a tutela dei cittadini. Ma il nostro impegno è soprattutto il contatto diretto con il paziente, che quotidianamente portiamo avanti al banco, quell'attenzione ai cittadini, all'educazione, all'informazione, indispensabile quando si parla di farmaci». «La formazione e ancora di più l'empowerment del paziente» spiega Francesco Schito, segretario generale Assofarm, «ricoprono un ruolo determinante per arginare il fenomeno e in questo la filiera può fare molto. D'altra parte, se guardiamo al passato, la filiera ha già dato prova di sapersi unire in uno sforzo di corretta informazione, quando sono state avviate le campagne di sensibilizzazione sul farmaco generico, che nel nostro paese ha stentato a prendere il via. Ma una riflessione andrebbe fatta anche sull'export parallelo, che, se è permesso, può costituire un canale attraverso cui la contraffazione può passare e rimane una pratica sui cui occorrerebbe interrogarsi anche dal punto di vista etico».