Tavoli Mise e Sifo su diretta e dpc, Mirone: lavoro condiviso, porteremo ricerche

14/02/2017


Distribuzione diretta e dpc, il tema è materia di trattazione sui due tavoli che si sono riuniti uno di seguito all'altro la scorsa settimana: quello della Società italiana dei farmacisti ospedalieri e quello del Ministero dello sviluppo economico. Se al primo prendono parte tutte le sigle di categoria insieme a Ims Quintiles e Cittadinanzattiva, a intervenire al secondo sono anche le Istituzioni e le Regioni. «Partecipiamo a entrambi i momenti di incontro - afferma il presidente di Federfarma Servizi Antonello Mirone parlando con F-online - il fatto che ci sia stato prima il tavolo del Mise e poi quello della Sifo, anziché rappresentare un doppione di attività, si è rivelata una vera e propria opportunità perché al tavolo della Sifo si affronterà l'argomento in maniera tecnica e tutto ciò che verrà prodotto sarà poi materia d'esame politico-sindacale al tavolo del Mise».

Parola chiave al tavolo Sifo: condivisione dati. «Come Federfarma Servizi, essendo noi profondi conoscitori del settore, abbiamo fatto varie analisi in diverse regioni d'Italia sui costi che i distributori devono sopportare, per esempio, per la dpc - spiega Mirone - Il nostro materiale, così come quello di altre sigle come la Sifo che, sicuramente ha svolto più ricerche mirate a valutare i costi della distribuzione diretta, verrà consegnato agli esperti dell'Istituto di Economia Scuola Superiore Sant'Anna che li utilizzeranno in forma ortodossa per costruire elementi di giudizio/valutazione per sviluppare un studio che approfondirà vantaggi e svantaggi dell'utilizzo di un certo tipo di distribuzione rispetto a un'altra. Usare un sistema comune per analizzare numeri e costi è importante perché si possa arrivare alla condivisione di un modello più efficiente». In questo modo verrà eliminato ogni dubbio sul fatto che chi produce la ricerca voglia "portar acqua al proprio mulino». «Devono essere numeri e considerazioni oggettivamente validi", sottolinea Mirone. Il prossimo passo, dunque, è quello di portare una proposta di studio così elaborata, tenendo conto anche dei dati di Ims Health Quintiles e con il contributo di Cittadinanzattiva, il 2 marzo alla plenaria del tavolo Mise. «La tempistica che ci siamo dati è molto stretta e questo è un altro elemento di favore - afferma Mirone - Nell'arco di questo tempo si potrà già impostare una prima fase del lavoro».