Decreto farmaci veterinari, Rebasti (Ascofarve): venute meno alcune tutele al sistema salute

27/03/2024


Il decreto legislativo sui farmaci veterinari, che ha adeguato la normativa italiana al Regolamento europeo, abrogando di fatto il Dlgs 193/2006, ha diverse ricadute sul sistema. A parlarne, in una intervista a F-online, Roberto Rebasti, presidente di Ascofarve, che mette in luce alcune criticità per il settore.

«Quello veterinario», spiega Rebasti, «è un comparto particolare che ha impatti sulla salute umana e, per questo, è sottoposto a un rigido sistema di controlli. Rispetto al resto d'Europa, il nostro Paese - anche grazie al Dlgs 193/06 - ha sempre presentato elementi di modernità: basti pensare anche alla ricetta elettronica veterinaria, che ci vede all'avanguardia in termini di tracciabilità del farmaco». In questo contesto va a inserirsi il nuovo Decreto legislativo sui medicinali veterinari (Dlgs 2018/2023), in vigore dal 18 gennaio: «Il Decreto ha certamente potenziato alcuni aspetti già operativi, introducendo anche alcune novità che tuttavia nel complesso sono contenute. Tra gli aspetti positivi va sicuramente evidenziato l'allungamento del periodo di validità della ricetta, dalla prescrizione alla spedizione del farmacista, e alcune semplificazioni».

Ma diverse sono «anche le criticità, specialmente per il nostro settore». Un primo elemento riguarda i canali di vendita: «In precedenza il grossista era autorizzato alla vendita all'ingrosso, indirizzata ad altri rivenditori, e alla vendita diretta, destinata a consumatori professionali - veterinari ed allevatori. Era, poi, prevista la possibilità di vendere ai privati farmaci per gli animali da compagnia. Questo aspetto è stato toccato dal nuovo decreto, limitando questa possibilità esclusivamente a farmacie e parafarmacie. Si tratta di una limitazione che ci pare in contrasto con lo spirito del Regolamento (UE) 2019/6, che spinge piuttosto verso un allargamento della disponibilità di farmaci e dei canali di vendita. La preoccupazione che abbiamo fatto presente, anche durante l'iter parlamentare, riguarda cioè una restrizione immotivata del mercato, che va a detrimento del consumatore».

Un altro punto che «ci ha lasciati perplessi e che ha ricadute sul sistema salute, con ripercussioni anche su quella umana, riguarda la vendita di farmaci Sop ad azione antiparassitaria e disinfestante, sia a uso esterno che a uso orale. La nuova norma, infatti, specifica che la vendita può essere effettuata in esercizi commerciali diversi da farmacie, parafarmacie e grossisti autorizzati, quali gli esercizi commerciali non specializzati, dove però non c'è la presenza del farmacista. Il farmacista, va ricordato, è una figura fondamentale di tutela del sistema salute, in quanto è in grado di ridurre le inappropriatezze e contrastare gli abusi». Quello che «ci preme ribadire è che la tutela del consumatore deve rimanere la bussola. Da parte nostra, non smetteremo di lavorare per rendere la legislazione migliorativa del sistema e più adeguata a un progetto organico che riconosca la salute animale e umana come centrale».