Distributori: dotazione minima è tutela di capillarità, ma serve sistema che faccia rispettare requisiti

13/03/2024


Arrivare a sottoscrivere un documento, attualmente in via di elaborazione, che, in tema di dotazione obbligatoria, dia indicazioni chiare e univoche a grossisti e autorità ispettive. È questo uno degli obiettivi che emerge dal sottogruppo dedicato del Tavolo Tecnico Indisponibilità (TTI), istituito da Aifa con la partecipazione della filiera. A parlarne a F-online Monica Lupo, direttore generale di Federfarma Servizi.
«La dotazione obbligatoria di farmaci», spiega Lupo, «è uno degli adempimenti più impegnativi per il comparto che rappresentiamo ed è, al contempo, uno degli elementi che distinguono nettamente il grossista full line da qualsiasi altra tipologia di distributore ai sensi del Dlgs. 219/2006. Insieme all'obbligo di fornitura, la dotazione obbligatoria è ciò che qualifica propriamente come servizio pubblico l'attività che le nostre aziende svolgono a supporto della farmacia e della pronta dispensazione di farmaci al paziente». Si tratta di un aspetto di cui, «sin dalla sua istituzione, si è occupato il Tavolo Tecnico Indisponibilità di Aifa, attraverso in particolare i lavori del sottogruppo dedicato, a cui partecipano, oltre alle sigle della distribuzione intermedia, Federfarma Servizi e Adf, anche le rappresentanze dell'industria e delle farmacie».

Tra i temi emersi in questi anni di confronto e analisi della questione, c'è «la necessità di formalizzare in un documento condiviso il riferimento operativo al quantitativo minimo di farmaci che i grossisti devono detenere obbligatoriamente. I lavori sono ripresi recentemente e siamo in dirittura d'arrivo sulla numerica di referenze da avere nei nostri magazzini».

Il passaggio è di particolare rilievo e, «per quanto ci riguarda, abbiamo evidenziato l'importanza che il documento, a firma di Aifa e ministero della Salute, sostanzi di fatto quelle indicazioni vincolanti dell'Aifa richieste dalla normativa, in modo da costituire una guida per gli operatori e, al contempo, uno strumento utile in sede ispettiva alle autorità competenti».

In occasione dell'approfondimento in corso «come Federfarma Servizi abbiamo sottolineato nuovamente al TTI la necessità che l'anagrafica dei distributori presente sul sito del Ministero riporti chiaramente la tipologia specifica di autorizzazione rilasciata all'operatore ai sensi del Dlgs. 219/2006». A ogni categoria corrispondono, infatti, adempimenti e attività specifiche, ricordando che «solo i grossisti - così come qualificati dal Codice dei Medicinali - svolgono un servizio pubblico, con tutto quello che ne consegue in termini di obblighi e relativi costi di gestione ad essi collegati». La «richiesta che più volte abbiamo avanzato è che vengano effettuati controlli periodici su tutti gli operatori autorizzati e inseriti nella lista del Ministero - oltre un migliaio a fronte di meno di cento grossisti realmente operanti su tutto il territorio nazionale - per garantire il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa di settore, evitando le distorsioni del mercato cui assistiamo da anni e che mettono a rischio il corretto funzionamento della filiera, la pronta disponibilità di farmaci per il paziente e l'equa distribuzione sul territorio». Anche alla luce delle difficoltà economiche che da tempo pesano sui grossisti, «riteniamo cioè indispensabile che vengano messe in atto tutele per salvaguardare la sostenibilità di un anello essenziale della filiera del farmaco, l'unico che ad oggi garantisce capillarità, accessibilità e tempestività al bene farmaco».