Smart Locker, il parere del Ministero ribadisce ruolo farmacista e modello distributivo

13/06/2023


L'utilizzo degli Smart Locker all'interno della farmacia per il ritiro differito e autonomo dei medicinali, attraverso un codice univoco rilasciato all'utente, presenta profili di non coerenza con il sistema di disposizioni in materia di vendita al pubblico di medicinali. A dirlo è il ministero della Salute, nel parere rilasciato a fine maggio. Il tema è stato al centro del confronto della Commissione Digital & E-commerce di Federfarma Servizi e a parlarne a F-Online è Riccardo Golinelli, titolare di farmacia a Bologna e socio di Farmacentro, associata di Federfarma Servizi.

A essere sottolineato, nel parere del Ministero - scaturito dalla richiesta di chiarimento di Federfarma - è il fatto che «la vendita di medicinali debba avvenire con la presenza e l'assistenza personale e diretta del farmacista in tutte le fasi della dispensazione, che vanno dalla individuazione del medicinale alla consegna dello stesso. Nell'ordinamento in vigore, la dispensazione deve essere infatti effettuata esclusivamente dal farmacista e non è consentito, in farmacia o parafarmacia, l'accesso diretto ai medicinali da parte dell'acquirente, fatta salva l'eccezione espressamente prevista dal legislatore all'art. 96, comma 3, del Dlgs 219/2006, relativa ai medicinali di automedicazione». Per il Ministero, pertanto, «l'automazione della fase del ritiro del medicinale attraverso il locker installato nelle farmacie territoriali di fatto scorpora dalla dispensazione del farmaco da parte del farmacista la fase della consegna, demandata ad una macchina, e non appare conforme alla normativa vigente».

«L'esperienza del locker», spiega Golinelli, «è stata avviata in alcune realtà durante la pandemia, per venire incontro alle esigenze di riduzione dei contatti interpersonali per contenere la circolazione del virus. A fronte di esperienze in alcuni territori che sono andati oltre le iniziali finalità, è stato richiesto l'intervento del Ministero, che ancora una volta ha ribadito il ruolo essenziale del farmacista nella dispensazione del farmaco. A essere rimarcato di fatto è il corretto circuito della distribuzione del farmaco e la necessità di salvaguardare, come obiettivo primario, il principio di tutela del Ssn universale e del cittadino».

In generale, va osservato, «la vicenda mette anche in evidenza una esigenza più complessiva di definire in maniera condivisa l'apporto che arriva al settore dall'innovazione tecnologica e digitale. Si tratta di un ambito in costante e veloce evoluzione, che richiederebbe uno sforzo di sintesi con quelli che sono i principi fondanti dell'assistenza farmaceutica e della tutela del cittadino, da parte delle istituzioni e dei componenti della filiera».