Unità di crisi, Mariani: trovare convergenze nella filiera per tutelare il servizio al cittadino

24/01/2023


Inflazione, rincari dell'energia, dei costi dei trasporti e del carburante, delle materie prime e degli imballi, aumenti dei tassi di interesse e dei costi generali. Sono tutti fattori che stanno mettendo in crisi gli attori della filiera della distribuzione farmaceutica italiana, innescando reazioni a catena finalizzate alla sostenibilità del comparto. Ma, in questo scenario, «è ancora di più imprescindibile lavorare insieme per tutelare il servizio al cittadino e non mettere a rischio l'equità dell'assistenza».

A riassumere quanto emerso a margine dell'ultimo incontro dell'Unità di crisi è, Marco Mariani, direttore generale di Farmacentro, associata di Federfarma Servizi.
«La distribuzione intermedia», spiega Mariani, «sta vivendo una serie di problematiche legate ai contesti economico, finanziario e produttivo, con una serie di convergenze che stanno generando il rischio di una tempesta perfetta. Tali situazioni stanno interessando trasversalmente tutte le aziende e, proprio grazie alla Unità di Crisi istituita all'interno di Federfarma Servizi, abbiamo potuto mettere a fattor comune le esperienze e le difficoltà incontrate da tutti noi attori della filiera e formulare richieste su cui mobilitare l'associazione». Uno dei temi sul tavolo è, in particolare, la tutela della uniformità del servizio farmaceutico: «La distribuzione intermedia assicura accessibilità al farmaco, in quanto è in grado di raggiungere in maniera capillare tutte le 19.000 farmacie, comprese quelle più periferiche, e di garantire così una equa distribuzione dei prodotti sul territorio e un servizio di qualità al cittadino».

Oggi «viviamo difficoltà legate ai medicinali mancanti e carenti e tutte le associate hanno evidenziato pratiche - va specificato, solo da un numero molto ristretto di aziende, perché la gran parte sta buttando il cuore oltre l'ostacolo - effettuate a macchia di leopardo, che tendono a bypassare l'indispensabile anello della distribuzione intermedia, per favorire invece consegne dirette a poche farmacie, privilegiando alcuni territori e alcune fasce di popolazione e facendo venire meno il principio dell'universalità del servizio».

Anche in relazione all'operatività viene avvertita da tutte le associate una situazione di disagio. «A seguito della crisi, stiamo sperimentando da parte dei produttori una minore prevedibilità e costanza nelle consegne, i tempi di delivery si sono allungati, le quantità ricevute a volte sono molto inferiori a quelle ordinate e tutto questo influisce sulla nostra capacità di programmazione della copertura di farmaci rispetto ai fabbisogni del territorio e incrementano ulteriormente i costi di gestione. Basti pensare alla necessità di attingere alla risorsa dello straordinario per gestire picchi di lavoro generati dai ritardi o dall'accumularsi della merce a noi consegnata. La criticità pesa ancora di più in considerazione degli obblighi di servizio che abbiamo verso le farmacie e di una operatività che, per forza di cose, da parte del distributore, deve essere continuativa. Un nodo che va ad aggiungersi riguarda le chiusure aziendali: in determinati momenti, come le festività natalizie o il periodo estivo, possono prolungarsi per settimane, determinando difficoltà operative e aggravi di costi, anche finanziari per la necessità di aumentare gli stoccaggi. Questo perché al contrario noi distributori intermedi, come le farmacie, non chiudiamo praticamente mai. Su questo l'augurio è che si trovi un punto di convergenza con tutti gli attori della filiera».

Conclude Mariani: «Le consegne non conformi alle nostre necessità comportano difficoltà nelle coperture, un incremento nei costi per le cascate tra poli: pensiamo al singolo prodotto che non viene più dal magazzino più vicino alla farmacia ma da quello in cui è presente quel giorno e che magari dista centinaia di chilometri. La preoccupazione, d'altra parte, è che lo scenario, nel suo complesso, diventi insostenibile, con ricadute sul servizio al cittadino».

Su questi punti è aperta una interlocuzione con le istituzioni, con la richiesta, portata avanti da Federfarma Servizi, di misure che diano ristoro al comparto.