Dpc, Recchia: rivedere le relazioni farmacie e distribuzione per riqualificare il servizio

11/10/2022


Migliorare la conoscenza del lavoro e delle responsabilità della distribuzione intermedia nella Dpc, sensibilizzare le componenti della filiera alle difficoltà del comparto, creare le basi per una maggiore condivisione e raccordo tra farmacie e società di farmacisti, anche in vista delle negoziazioni con la parte pubblica. È questo il razionale alla base dell'evento sulla "Dpc in farmacia: il ruolo della distribuzione intermedia", organizzato da Federfarma Servizi nell'ambito di FarmacistaPiù, che si terrà online sabato 22 ottobre alle 14. A fare il punto Raffaello Recchia, delegato regionale di Federfarma Servizi per la Puglia e la Basilicata.

«La distribuzione per conto», spiega Recchia, «ha segnato, in questo ultimo periodo, una crescita ed è destinata ad aumentare ulteriormente. Si tratta di una modalità che, da un lato, permette alla parte pubblica logiche di sostenibilità negli acquisti di farmaci e dispositivi e, dall'altro, garantisce al paziente un supporto professionale, grazie all'intervento del farmacista, nonché una risposta rapida e realmente di prossimità, soprattutto a confronto con la distribuzione diretta». Ma c'è una riflessione, che «faccio da titolare di farmacia: se per le farmacie l'operatività necessaria a gestire un farmaco in Dpc o in convenzionata richiede grosso modo un simile livello di responsabilità e onerosità, per la distribuzione intermedia la differenza tra le due modalità è molto più marcata. Il carico di lavoro, ma soprattutto di responsabilità, per la Dpc è molto maggiore, in tutte le fasi. Questo perché, nella maggior parte dei casi, oltre alle norme che accompagnano la normale gestione di farmaci e dispositivi, si vengono ad aggiungere una serie di richieste specifiche da parte delle Regioni».

Si tratta però di «un onere che è poco visibile, non solo alla parte pubblica, ma anche alle farmacie stesse». Da qui il razionale dell'evento, il cui «obiettivo è, allora, quello di far conoscere l'impegno che la distribuzione intermedia profonde per garantire alle farmacie un servizio di prossimità e di qualità tale da mettere la parte pubblica nelle condizioni di sceglierlo rispetto ad altre soluzioni, quali la distribuzione diretta».
Alla luce di tutti i disagi che il comparto sta vivendo, «ci sembra ormai indispensabile una sensibilizzazione su questi aspetti, una maggiore attenzione alle difficoltà e, soprattutto, un cambiamento complessivo nelle relazioni tra farmacia e distribuzione intermedia di proprietà dei farmacisti, nella direzione di una maggiore collaborazione e di una valorizzazione del comparto».

Questo è vero anche al livello delle rispettive rappresentanze sindacali: «Gli accordi sulla Dpc - così come quelli sull'assistenza integrativa, la diabetica, e via di seguito - vengono trattati ai vari tavoli regionali da Federfarma e solo successivamente, una volta chiusa l'intesa, viene discussa la quota percentuale che va alla distribuzione intermedia. È quanto mai indispensabile che si arrivi al tavolo negoziale con una posizione condivisa, frutto di un raccordo tra le due componenti della filiera. La distribuzione intermedia, d'altra parte, può dare il suo apporto in termini di conoscenze ed esperienza negli aspetti più organizzativi e gestionali, che possono essere fatti valere in fase di contrattazione e che fanno la differenza a livello operativo per la qualità del servizio. Ma quello che deve essere chiaro è che solo insieme è possibile proporre alla parte pubblica un modello realmente efficace e che sia sostenibile per tutte le parti, garantendo un'assistenza a tutto tondo che sia realmente a vantaggio del Ssn e del paziente».