Riforma sanità territoriale, Censis: partire da tutti gli attori del comparto. Sostenibilità va garantita

22/11/2021


I cittadini sono ormai consapevoli del valore sociale svolto dalla distribuzione intermedia, ma hanno anche capito che una riforma della sanità territoriale che veda un ampliamento del ruolo delle farmacie e una valorizzazione della prossimità delle cure deve sapere coinvolgere la distribuzione intermedia come attore essenziale.

Questa una delle riflessioni emerse dal convegno organizzato da Federfarma Servizi a FarmacistaPiù, "Il ruolo essenziale della Distribuzione Intermedia per la Sanità territoriale: lo Studio Censis e le Aziende dei Farmacisti", nel quale è stata rilanciata la ricerca del Centro studi investimenti sociali sul valore sociale del comparto.

«La distribuzione intermedia», ha detto Roberto Pennacchio, vice presidente di Federfarma Servizi, «gestisce un bene di prima necessità e offre un servizio pubblico essenziale al paziente. Durante l'emergenza sanitaria ha continuato a garantire, senza interruzioni, la continuità delle cure, mettendo le farmacie nelle condizioni di ampliare il servizio ai cittadini. Proprio per cogliere il ruolo tributato dalla comunità al comparto, ma anche per rappresentare ai farmacisti, alla filiera, alle istituzioni, l'importanza di questo anello essenziale, Federfarma Servizi, in collaborazione con Adf, ha voluto commissionare questa indagine al Censis». Tra i risultati emersi c'è il grande apprezzamento dal paziente, che «ha capito l'importanza di trovare il farmaco di cui ha bisogno sotto casa e un professionista sanitario sempre accessibile. Il cittadino sa che dietro la farmacia di comunità c'è uno sforzo per garantire la capillarità del servizio e l'universalità della assistenza, a tutela di principi fondamentali come trasparenza, sicurezza, tracciabilità. A fronte di questi dati, siamo convinti che, oggi, il legame tra farmacia e distributore sia quanto mai importante e sia un bene che vada valorizzato e tutelato. In tutti i venti mesi della crisi, abbiamo dimostrato di essere una categoria forte, coesa e in sintonia. Non sempre il lavoro di integrazione e costruzione che c'è dietro è stato visibile. Ma credo che sia importante che tutti colleghi capiscano il valore di questo sistema complessivo».

E questo è ancora più vero «guardando al futuro, ai progetti di potenziamento dell'assistenza territoriale, con un coinvolgimento sempre più integrato della rete delle farmacie. La distribuzione intermedia, in particolare quella di proprietà dei farmacisti, ha da sempre affiancato alle normali attività un supporto professionale a tutto tondo, per mettere le farmacie nelle condizioni di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini e di offrire servizi sanitari. Se questo legame viene valorizzato, la risposta sarà ancora più incisiva, portando ancora più vantaggi al Ssn e ai cittadini».

Una riflessione, questa, che emerge anche dalla Indagine presentata: «La pandemia ha sollevato il velo su quanto la rete delle farmacie sia stata di supporto ai cittadini, ma al contempo su quanto la distribuzione intermedia sia stata essenziale», ha detto Daniele Ferretti, ricercatore del Censis. «Questo è un elemento che deve essere tenuto presente anche per il futuro, nella ridefinizione della sanità territoriale: se si vuole che il ruolo della farmacia sia realmente efficace, occorre ripartire da quelli che sono i protagonisti essenziali». Ma attenzione, «occorre anche mettere l'intero settore nelle condizioni di far fronte agli investimenti che saranno richiesti dalle evoluzioni in atto».

Tanti, a ogni modo, sono i dati significativi evidenziati dallo Studio: «L'indagine», continua Ferretti, «ha preso in considerazione un campione rappresentativo di 1.000 italiani, che sono stati stimolati rispetto alle caratteristiche e agli aspetti peculiari del settore. Le risposte sono indicative del valore sociale del comparto. Nei venti mesi di pandemia abbiamo osservato che la salute è salita in cima alle preoccupazioni degli italiani, con cittadini sempre più attenti e consapevoli. In questo contesto, il 91,8% del campione ritiene una garanzia per la salute il fatto che farmaci e dispositivi medici siano disponibili se non subito, entro tre ore o al massimo le dodici previste dalla legge. Il 93,7% ritiene, poi, fondamentale che la fornitura sia garantita sempre, ovunque e comunque. Un tema decisivo, che richiama gli aspetti di universalità del Ssn. Non a caso tale servizio è reputato, dal 92,2% del campione, come essenziale e di pubblica utilità. Quella della distribuzione è, poi, una attività a cui viene riconosciuta intensità tecnologica, capacità operativa, competenze e professionalità dall'84,4% del campione. E guardando al futuro, al ridisegno delle cure primarie, l'82,1% ritiene che la sanità territoriale non potrebbe funzionare senza il supporto e le attività della distribuzione intermedia».

C'è poi un ultimo aspetto: «Oltre alla survey abbiamo fatto anche un'altra operazione: prendendo come riferimento uno studio europeo condotto su più Paesi, abbiamo ipotizzato l'assenza della distribuzione intermedia dalla filiera e abbiamo dedotto che si genererebbe un aggravio di costi di quattro miliardi di euro. Questo mette in rilievo che, a differenza di quanto normalmente accade in ambito aziendale, ci troviamo di fronte a imprese e cooperative che accettano una perdita economica nella loro attività, proprio in nome di quel valore sociale oggi percepito anche dai cittadini. Si tratta certamente di un elemento di modernità che, al contempo, pone l'accento sull'aspetto della sostenibilità, su cui, come detto, non va abbassata guardia».