Indisponibilità, ecco come i farmaci finiscono all'estero. L'esperienza degli Ispettori

25/03/2019


Note informative e formazione specifica, ma anche un'azione di sensibilizzazione volta a spingere le farmacie a usare tutti i canali della distribuzione - farmacisti-grossisti compresi - per verificare la disponibilità di un farmaco sul territorio. Sono queste alcune delle azioni messe in campo, accanto alla consueta attività ispettiva, dall'Ats Insubria nell'opera di contrasto alle anomalie del sistema distributivo e al problema della indisponibilità di farmaci. A fare il punto a F-Online Maurizia Punginelli e Paolo Crenna, U.O.C. Servizio Farmaceutico, che raccontano quanto avviene sul territorio di competenza e l'esperienza portata al Tavolo Tecnico Indisponibilità, avviato da Aifa.

Una delle criticità segnalate al Tavolo è il fenomeno dei farmacisti-grossisti. Quando tale attività diventa un problema per l'accesso al farmaco del paziente?
Quando si determina la rottura del flusso di tracciabilità del farmaco e del normale circuito della distribuzione, che vede come unica direzione quella che dal grossista va alla farmacia e dalla farmacia al paziente finale. Questo deve valere anche per il farmacista-grossista: se il farmaco viene acquistato dalla farmacia, dovrebbe solo essere destinato al paziente.

E invece?
Invece questo è quello che accade in diversi casi: dalla farmacia il farmaco viene indirizzato al grossista e, da lì, destinato all'estero, attraverso gli esportatori.

Perché il farmaco viene acquistato dalla farmacia e non direttamente come grossista?
Si sfrutta, in questo caso, l'obbligo di pubblico servizio che i distributori intermedi hanno quando il farmaco è destinato alla farmacia e, quindi, al paziente. Obbligo che, se è un grossista a fare la richiesta, non vale allo stesso modo. Viene sfruttata, opportunisticamente, una caratteristica del sistema posta, in realtà, a tutela del cittadino. A quel punto, i farmaci, come abbiamo detto, invece che essere indirizzati al paziente, vengono mandati all'esportatore, dove vengono convogliati da più parti per essere destinati all'estero. Rompendo il normale circuito della distribuzione, viene interrotto anche il flusso di tracciabilità del farmaco. E questo è una ulteriore area di intervento.

In che senso?
Il Ministero della Salute è a capo del flusso di tracciabilità del farmaco e, laddove si verifichino, come in questo caso, interruzioni, può intervenire con sanzioni. In questa direzione, abbiamo inoltrato all'Ufficio 4 - Sistema Informativo del Ministero le risultanze dei nostri rilievi che hanno evidenziato il trasferimento di farmaci dal magazzino della farmacia al magazzino all'ingrosso gestiti nell'ambito della stessa ragione sociale.

Se vendere i farmaci all'estero è più conveniente, quale soluzione ci può essere al problema?
Una azione utile, a nostro parere, è quella che può svilupparsi dal territorio. In più occasioni, abbiamo cercato di sensibilizzare i farmacisti a sfruttare tutti i canali della distribuzione, inoltrando le richieste a tutte le attività individuate come grossisti, compresi i farmacisti grossisti. Si tratta di una prassi che potrebbe servire per sfruttare i farmacisti-grossisti quali punti di accesso al farmaco destinato alle farmacie e non alla sola esportazione. È chiaro che se questi meccanismi rimangono nell'ombra, e le farmacie non utilizzano i farmacisti-grossisti quali loro fornitori, il fenomeno continuerà indisturbato.

In che modo far lavorare il farmacista-grossista come distributore può aiutare?
A fronte di indisponibilità, il farmacista è tenuto a tenere traccia delle richieste inoltrate ai grossisti e delle risposte ricevute e a fare una segnalazione di mancato servizio. In caso di mancata consegna, quindi, possiamo fare opportuni rilievi per verificare, anche attraverso la richiesta di documentazione, che il farmaco in quel momento non fosse realmente disponibile in magazzino e agire di conseguenza. A fronte di una richiesta che arrivi da una farmacia, anche il farmacista-grossista, come tutti gli altri distributori, è soggetto all'obbligo di pubblico servizio e tenuto a consegnare il farmaco, laddove disponibile in magazzino entro 12 ore dal ricevimento dell'ordine.

Perché le farmacie non si rivolgono normalmente ai farmacisti-grossisti?
Ci si tende a rivolgere ai canali abituali, che comprendono i grossisti noti.

Come fanno i farmacisti a sapere quali sono i farmacisti grossisti?
I farmacisti grossisti sono autorizzati dal ministero della Salute e sul sito è disponibile la lista (clicca qui per consultare le anagrafi dei "Siti logistici Italia" sul sito del Ministero). Il nostro invito è di consultarla per potersi rivolgere anche a coloro che sono presenti sul territorio di riferimento.

Per quanto riguarda l'esportatore?
Anche l'esportatore, per poter tenere i farmaci in magazzino, ha l'autorizzazione di grossista ed è quindi tenuto all'obbligo di pubblico servizio come gli altri. Abbiamo tuttavia evidenza attraverso segnalazioni che i soggetti che fanno del loro core business l'esportazione di farmaci cercano di ostacolare la fornitura alle farmacie attraverso strategie su cui non sono possibili interventi sanzionatori, come per esempio l'applicazione di costi di spedizione molto elevati per coprire una minima distanza. Un modo per evitare di consegnare il farmaco.

Oggi la situazione di carenze e indisponibilità è in miglioramento. Che cosa è cambiato in questi anni?
Abbiamo più strumenti per poter intervenire, primo tra tutti la sentenza del Consiglio di Stato del 21 settembre (n.5486/2018) che ha portato chiarezza sul fatto che il farmacista grossista deve utilizzare codici diversi per lo svolgimento delle due diverse attività. Di fatto, ha dato una interpretazione univoca, risolvendo anche la criticità delle diverse pronunce sul tema a seconda dei Tar. È fondamentale è stata la collaborazione tra Nas, Aifa, Ministero, Regioni, Asl, rappresentanze della filiera, partita dal Tavolo Tecnico sulle Indisponibilità, ma diventata una consuetudine, una vera e propria rete. La nostra azione, in questo contesto, è diventata più efficace. Ora, quello che stiamo mettendo in campo è una attività informativa e formativa rivolta alle farmacie.

In che cosa consiste?
Come si diceva in precedenza, è fondamentale che il farmacista che opera al pubblico comprenda a pieno i meccanismi che determinano l'indisponibilità dei medicinali e le differenze rispetto alle carenze temporanee: è importante che si rivolga a quanti più distributori possibili, compresi i farmacisti-grossisti che spesso non sono nemmeno conosciuti dal farmacista. Inoltre, è bene che conosca il dovere di segnalazione quando un ordine non viene evaso. Questo, come abbiamo chiarito, è la base per dare ad ATS gli strumenti di verifica. Quest'anno organizzeremo una formazione dedicata ai farmacisti su questi argomenti in più edizioni in modo da coinvolgere quanti più professionisti possibile. Inoltre, abbiamo previsto un corso per farmacisti ATS dedicato alle best practice in tema di vigilanza e l'argomento indisponibilità naturalmente sarà affrontato, anche alla luce del lavoro del Tavolo di cui facciamo parte.