Diretta vs Dpc, in nuova bozza Sifo valutato costo equità d'accesso. Si attendono rilievi delle sigle

25/03/2018


Valorizzazione «da un punto di vista economico della dimensione "equità di accesso". È questa una delle novità contenute nel documento dal titolo "Modello base per una scelta appropriata da parte del SSR tra DD, DPC e distribuzione convenzionata" nella versione rivista dal prof. Giuseppe Turchetti, docente di Economia e management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, all'indomani dell'ultimo incontro di metà gennaio del Tavolo dedicato a «definire una metodologia utile agli organi regionali per selezionare la modalità distributiva del farmaco più appropriata» che coinvolge le varie sigle della filiera tra cui Fofi, Federfarma, Assofarm, Farmacieunite, Adf, Federfarma Servizi, Assoram, Sifo, Sinafo, Cittadinanzattiva.
Il nuovo documento, inviato da Sifo, ha raccolto le osservazioni che erano state avanzate dalle varie sigle ed è comunque in attesa di ulteriori analisi e commenti che andranno a costituire il lavoro preparatorio per il prossimo incontro del Tavolo. Come si ricorderà, «l'obiettivo dello studio è quello di definire una metodologia di valenza generale utile agli organi regionali per selezionare la modalità distributiva del farmaco più appropriata, nella consapevolezza che non necessariamente esiste un modello che eÌ preferibile sempre e in ogni contesto regionale». Secondo quanto si legge, «i servizi in distribuzione diretta (DD), distribuzione per conto (DPC) e distribuzione convenzionata sono valutati attraverso due dimensioni che consideriamo indicatori di una "scelta appropriata" per l'Amministrazione regionale: l'economicità del processo distributivo e l'equità nell'accesso ai farmaci», determinate entrambe «in termini monetari per rendere il confronto tra le diverse alternative più agevole». Il modello «vuole fornire alle Amministrazioni regionali uno strumento utile per supportare la scelta della soluzione distributiva dei farmaci A-PHT comparando a) i costi di gestione dell'acquisto, stoccaggio, distribuzione, dispensazione e considerando i regimi di rimborso esistenti e b) i costi riconducibili all'equità nell'accesso ai farmaci.
Al fine di tendere a una assistenza farmaceutica omogenea ed equa su tutto il territorio nazionale, si propone di definire i criteri scientifici che le Regioni potranno utilizzare per alcune specialità medicinali del PHT, che a priori debbano essere erogate in Distribuzione Diretta. I criteri per la definizione della lista dei farmaci potrebbero essere la complessità diagnostica e la criticità terapeutica della patologia che necessita controlli ricorrenti presso la struttura specialistica (follow up previsti dal Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto, RCP, ad es. 30-60 giorni) e la somministrazione di farmaci di abuso e farmaci per i quali si richiede il monitoraggio intensivo AIFA. In tal modo, verrebbe coniugata la sorveglianza attiva centrale sul farmaco/patologia per i pazienti fragili, con l'erogazione contestuale del farmaco a seguito della visita di controllo prevista dalla scheda tecnica. Una volta definite da parte di un Organismo nazionale (per esempio: Conferenza Stato- Regioni, AIFA, ...) le molecole compatibili con la distribuzione diretta utilizzando, tra gli altri, i criteri descritti, il modello di seguito presentato potrà essere funzionale per la scelta del canale distributivo più appropriato». Entrando nel dettaglio della valutazione, per quanto riguarda la dimensione dell'«economicità del processo distributivo sono state presi in considerazione il prezzo del farmaco in DD, DPC e distribuzione convenzionata e i costi di gestione del farmaco lungo tutto il processo nei diversi modelli».
In sostanza, sono stati «determinati i costi di gestione del farmaco durante tutto il processo distributivo e considerati i costi del personale coinvolto, il costo dello spazio occupato in magazzino, il costo unitario del macchinari, il costo di immobilizzazione delle scorte, il costo di trasporto e il costo dei software gestionali». Ma secondo il documento «la determinazione dei costi di gestione della DD per singolo farmaco potrebbe essere un'operazione assai complessa per il SSR. Per una più facile determinazione dei costi di gestione, invece del singolo farmaco, potrebbe essere valutato il costo di gestione per classi terapeutiche di farmaci, modificando di conseguenza i valori corrispondenti in forma più aggregata». Per quanto riguarda poi la valorizzazione «da un punto di vista economico della dimensione "equità di accesso", sono state considerate come variabili la distanza media ospedale/punto di distribuzione diretta/farmacia e abitazione paziente (km); costo medio a km/costo biglietto mezzo pubblico; la necessitaÌ di tornare al punto di dispensazione (DD o DPC o convenzionata) per assenza farmaco in stock; il tempo medio perso per accedere al punto di dispensazione (DD o DPC o convenzionata), usando il salario medio orario dei lavoratori italiani; il numero medio di volte che il farmaco viene preso in farmacia ospedaliera o centro di distribuzione (per DD) o farmacia territoriale (per DPC e convenzionata) in un mese (esclusa la prima volta e in occasione delle visite di controllo); Il salario medio orario del cittadino/pensione. Il modello misura dunque l'equità di accesso in termini di costi diretti non sanitari e costi indiretti». In un panorama «variegato e composito come quello italiano, il modello proposto, quindi, se utilizzato da tutte le Regioni, consente di perseguire come obiettivi centrali dello studio omogeneità nella metodologia di valutazione adottata dalle diverse Regioni; contestualizzazione della valutazione alle specificità regionali, attraverso l'inserimento di valori regione-specifici alle variabili utilizzate nel modello (costi, servizi pubblici, ecc...).
Le specificità regionali, quindi, a parità di metodologia utilizzata - che tiene contestualmente conto del criterio dell'economicità e dell'equità di accesso -, potrebbero portare a indicare come più appropriato in un contesto regionale un modello distributivo e in un altro contesto regionale un altro modello distributivo».