Gizzi, nell'agenda della politica nuova remunerazione e coinvolgimento farmacie in cronicità

12/03/2018


Arrivare quanto prima a una nuova remunerazione che, svincolandosi dal costo del farmaco, favorisca il ritorno degli innovativi in farmacia, prevedendo anche una formazione continua dei farmacisti sulle nuove molecole, dare effettiva attuazione alla misura della Legge Bilancio che finanzia la farmacia dei servizi, imprimere una propulsione ai progetti di presa in carico della cronicità, come quello avviato insieme a Federfarma in Toscana nella area vasta Sud Est, portare a compimento la riflessione sulla distribuzione diretta e per conto rimettendo al centro il cittadino, rivedere la legge sulla concorrenza.È una ricetta in sette punti quella che Venanzio Gizzi, Presidente di Assofarm, indirizza, all'indomani delle elezioni, a Governo e Regioni, con l'obiettivo di ridare valore al sistema, ma è anche un modo per focalizzare le priorità su cui dovrebbe concentrarsi l'azione anche da parte delle farmacie. «Esattamente come i programmi elettorali» scrive Gizzi nella sua proposta «anche la produzione legislativa non eÌ mai stata povera di ottimi propositi sulla farmacia italiana. Ciò che invece eÌ quasi sempre mancato eÌ la risolutezza successiva e necessaria a trasformare la legge in realtà. La sfida che ci attende non eÌ quella di coinvolgere i nostri interlocutori politici, ma di fare in modo che alle loro disposizioni di legge Governo, Amministrazione centrale e Regioni facciano seguire i fatti».

Ecco i punti:
Rivedere la 124/2017. Siamo sempre più convinti che la legge sulla concorrenza possa mettere in forse la capillarità del sistema farmacie sul territorio italiano. A sostegno della necessitaÌ di un maggiore controllo sulle future società di capitali che potranno investire nel nostro settore c'eÌ la recente allerta della Commissione Antimafia, che paventa infiltrazioni malavitose nel settore.
Fare il tagliando alla 405/2001. EÌ ormai un anno che da più parti, Regioni e farmacisti ospedalieri compresi, sta montando la necessitaÌ di confrontare con maggiore scientificità pregi e difetti delle due forme di distribuzione del farmaco. Il tavolo di confronto aperto dalla SIFO e con la consulenza tecnica della Scuola Superiore Sant'Anna eÌ certamente un ottimo inizio, peroÌ anche in quella sede deve essere mantenuta ferma la barra sulla centralità dell'interesse del cittadino. Nel confronto tra Diretta e Per Conto devono essere compresi i costi occulti che il cittadino deve sostenere nella prima opzione, come maggiore tempo impiegato per gli spostamenti e relativi costi reali. Considerazioni, queste ultime, che Assofarm sostiene da anni e che recentemente sono state condivise anche da Tonino Aceti di Cittadinanza Attiva.
Nuova Remunerazione. Assofarm pensa che sia la priorità assoluta per la categoria. Ma lo dovrebbe essere anche nell'agenda delle Regioni. Una nuova remunerazione, poggiante su un nuovo rapporto tra cittadino e SSN attraverso la farmacia stessa, dovrebbe essere il più grande contributo che la farmacia darebbe alla sfida del contenimento della spesa. Non mancano certo i casi di successo in giro per l'Europa.
Nuova Convenzione: nuove risorse? Rispetto a vent'anni fa le farmacie hanno assunto de facto nuovi impegni. Una Convenzione rinnovata che non riconoscesse economicamente questi impegni non avrebbe senso. Impegni che peroÌ andrebbero maggiormente tutelati: eÌ certamente positivo che l'ultima legge di stabilitaÌ abbia previsto 36 milioni di euro in tre anni previsto per le farmacie, a patto peroÌ che essi non finiscano come i 200 stanziati in passato per la farmacia dei servizi e poi trattenuti dalle Asl per creare le Case della Salute.
Presa in carico del paziente cronico: un altro mito? La storia recente del nostro settore eÌ piena di parole-mito, concetti bellissimi che vengono pian piano adottati da ognuno in comunicati e conferenze pubbliche, fino a quando non si arriva al dunque. Di fronte ai prezzi da pagare per far diventare realtà queste parole, tutti passano improvvisamente ad altro. EÌ successo per la pharmaceutical care e per la farmacia dei servizi. Vorremmo evitare sorte simile alla presa in carico del paziente cronico e lo facciamo con una sperimentazione sul campo in sintonia con quanto previsto dal piano nazionale delle cronicità sopra citato. Il progetto che stiamo attuando sul territorio dell'ASL Toscana Sud Est sta diventando realtà e presto produrrà dati concreti, che sono l'opposto del mito.
Tutti i farmaci in farmacia. A parte pochissime e doverose eccezioni, non vi sono limiti scientifici di sorta che impongano la distribuzione di alcuni farmaci in ospedale e non in farmacia. La riforma della remunerazione come da noi intesa farebbe venir meno anche i limiti economici: se il farmacista fosse remunerato in base al servizio offerto e non al prezzo del farmaco, poco importerebbe l'entità di quest'ultimo.
Formazione continua dei farmacisti sulle nuove molecole. Quanto appena detto eÌ attuabile solo se i farmacisti territoriali verranno adeguatamente formati a somministrare una nuova generazione di farmaci biotech che fino ad oggi sono stati ad appannaggio dei loro colleghi ospedalieri.