Distribuzione farmaci, Mirone: potenziamento della prossimità ma la sostenibilità della filiera resti centrale

27/03/2024


«Il trasferimento di alcuni medicinali dalla distribuzione diretta alla distribuzione sul territorio, tramite le farmacie di comunità, è un passaggio che vede un potenziamento della farmacia come centro nevralgico di prossimità e un rilancio del ruolo del farmacista. Siamo pronti a sostenere, come sempre facciamo, le farmacie anche in questo cambiamento, ma, al contempo, non possiamo che esprimere preoccupazione per la sostenibilità del comparto». A lanciare la riflessione è Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, che formula anche l'auspicio «di poter affrontare tale aspetto insieme, Istituzioni e filiera».

«Da parte del ministero della Salute» spiega Mirone «è stata rimarcata l'intenzione di dare al più presto corpo alle previsioni contenute nella Legge Bilancio 2024, così da favorire gli assistiti nell'accesso al farmaco e nell'aderenza alla terapia». Spetta all'Aifa, secondo quanto previsto dalla normativa, aggiornare il prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio (PHT) individuando l'elenco vincolante di medicinali che per le loro caratteristiche farmacologiche possono transitare dal regime di classificazione A-PHT alla classe A, nonché quello dei medicinali del PHT non coperti da brevetto che possono essere assegnati alla distribuzione convenzionata attraverso le farmacie. I lavori - da quanto è emerso nel corso del convegno dedicato al tema che si è tenuto la settimana scorsa al Ministero - sono avviati e tante sono le questioni sul tappeto. Nello specifico, continua Mirone, «uno dei nodi su cui la riflessione è aperta riguarda proprio la tenuta economica della filiera». Da un lato, c'è il tema dei prezzi dei farmaci, che ancor più si pone «nel momento in cui viene meno il sistema di acquisti di parte pubblica».

Poi ci sono tutti gli aspetti che riguardano la distribuzione intermedia: «Il cambiamento vedrà ricadute sull'operatività, sugli spazi necessari, sui flussi logistici». Ma a destare preoccupazione «sono soprattutto gli impatti in termini finanziari, anche alla luce degli aumenti, rapidi e ingenti, che nell'ultimo periodo ha registrato il costo del denaro». Con il riequilibrio dei canali distributivi, «ci troveremo a gestire in Convenzionata farmaci dal costo particolarmente elevato. Il margine del 3%, in alcuni casi solo teorico, non può rappresentare una sufficiente compensazione alle spese finanziare a cui le nostre aziende andranno incontro per acquistare e conservare nei magazzini tali farmaci nelle quantità necessarie a espletare il servizio pubblico per le farmacie clienti e a rispettare i principi di tempestività e capillarità che costituiscono la nostra cifra». Il nostro «auspicio pertanto è che venga avviata al più presto una valutazione che veda coinvolto il decisore politico e la filiera anche su questi aspetti, in modo da trovare modalità che non compromettano la sostenibilità del comparto e diano respiro alle nostre aziende, già provate».