Secof: confronto su governance cooperative. Mirone: fondamentale garantire partecipazione dei giovani

06/12/2023


Un confronto sui modelli di governance delle cooperative, sugli strumenti attraverso i quali viene garantito il coinvolgimento dei farmacisti e sui meccanismi per favorire la partecipazione dei giovani e la loro presenza anche nei ruoli apicali. 
Sono questi alcuni dei temi al centro della due giorni di lavoro del Consiglio di amministrazione di Secof (Società europea di cooperazione farmaceutica), composto dai rappresentanti delle cooperative di farmacisti di Belgio, Francia, Spagna, Italia, Germania, Grecia, Portogallo e Turchia, che è stato ospitato a Napoli.

A fare il punto a F-Online Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, che, insieme a Federfarma.Co, rappresenta l'Italia.

«Gli incontri in Secof sono sempre molto utili e ricchi di spunti di riflessione», spiega Mirone. «In queste giornate di lavoro siamo riusciti a produrre una sorta di scheda comparativa in cui abbiamo messo a confronto determinati aspetti del funzionamento aziendale, dal numero dei componenti del Cda, alla presenza di comitati di gestione per ciascuna unità operativa, ai meccanismi di partecipazione dei farmacisti, sino al nodo delle giovani leve».

A emergere è un aspetto importante: «Indipendentemente dalle specificità e dimensioni, le cooperative sono tutte accomunate da un elemento caratterizzante: la definizione della strategia e della mission aziendale viene affidata alla componente dei farmacisti, attraverso, in particolare, la presenza nel consiglio di amministrazione».
Per quanto riguarda la gestione dei processi «i modelli mostrano maggiori differenze, anche se queste sono riconducibili principalmente alla variabile della dimensione aziendale. Dove vi è una organizzazione più strutturata, con unità aziendali dedicate alle specifiche attività - dalla logistica alla gestione del personale, agli aspetti commerciali, e così via - l'operatività viene normalmente assegnata a manager e tecnici, che abbiano anche una preparazione ad hoc. In cooperative di più piccole dimensioni, invece, capita spesso che questa sia posta direttamente in capo a farmacisti».
Affrontato è, poi, il tema della presenza dei giovani: «Una criticità sentita da tutti è quella di cercare di coinvolgere il più possibile le nuove leve, sia nei processi aziendali, sia nei ruoli apicali. Anche in questo caso sono stati messi in campo diversi sistemi, che variano da Paese a Paese, ma anche in base al livello di complessità della cooperativa. Un modello più diffuso è quello presente in modo particolare in Francia, ma non solo, dei comitati territoriali, che prevedono il coinvolgimento dal basso dei farmacisti e dei giovani. In Spagna è stata, invece, strutturata una sorta di Accademia, di formazione sul campo, che consenta al giovane di fare esperienza e conoscere, così, in maniera più approfondita, il mondo cooperativistico».