Crisi, Mirone: troppi fronti di erosione del margine. Stringersi intorno a distribuzione intermedia

06/12/2023


«Abbiamo toccato il fondo, oltre non si può più andare: se non ci sarà una inversione di rotta rispetto a una strada che ci danneggia, se la farmacia non si renderà conto di quanto la distribuzione intermedia sia anello essenziale, il sistema andrà al collasso». A lanciare, ancora una volta, l'allarme, è Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, all'indomani del Report Osservatorio Gimbe "Il ruolo della filiera healthcare nel Ssn", che ha messo ulteriormente in luce le criticità dello scenario.
«Le nostre aziende», spiega Mirone, «da tempo stanno cercando di trovare riparo da una situazione insostenibile, che vede i costi di carburante, energia e finanziari crescere a dismisura. Come ben ha rilevato il Report, infatti, sono in atto processi di razionalizzazione delle consegne, che, pur continuando a garantire l'alto livello di servizio e sicurezza al paziente, producono miglioramenti nella gestione delle attività, dei costi e dell'impatto ambientale». Ma questo, ormai, non è più sufficiente: «anche perché lo scenario vede diversi fronti aperti». A partire dal fenomeno delle vendite dirette, che, come ribadito dal Report, commissionato dal Consorzio Dafne, è in crescita: dall'analisi dei flussi della distribuzione primaria emerge un aumento dei volumi diretti verso le farmacie, che nel 2022 hanno toccato quota 30%, con cinque punti percentuali in più rispetto al 2019, e sei rispetto al 2021. Accanto a questo trend «preoccupante, c'è poi il nodo della Dpc, che non solo viene realizzata in maniera disomogenea sul territorio, ma vede, via via, una contrazione della marginalità». Peraltro, «l'assenza della rappresentanza della distribuzione intermedia ai tavoli regionali grava ulteriormente su di noi, che veniamo chiamati a portare il peso di tale situazione e ad assorbire, in toto, la riduzione. Tale prassi, va detto, non è più percorribile e lo abbiamo ribadito, anche di recente, quando abbiamo difeso la marginalità del 3%, che ci compete per legge, come limite minimo da salvaguardare. Lo stimolo che abbiamo voluto lanciare è che, a fronte dell'aumento di costi e dei vari fronti di erosione del margine, il comparto ha la necessità di trovare sostenibilità, di maggiori risorse». A breve «diventeranno pienamente operativi anche i ce.di (centri di distribuzione) delle catene di capitale. Sarà un ulteriore cambiamento dello scenario di cui occorrerà tenere conto e che impatterà sul mercato».
Oggi, ci «sentiamo stretti in mezzo a interlocutori che non hanno ancora piena consapevolezza della crisi che sta attraversando le nostre aziende. Ma è quanto mai opportuno che si comprenda davvero la necessità di sostenere la distribuzione intermedia, per evitare il collasso dell'intera filiera».