Dpc, il caso E. Romagna. Dal Re: abbattere diretta priorità Federfarma nazionale

31/01/2017


Federfarma nazionale, con il suo presidente in testa, ha preso l'impegno, insieme al coordinatore delle Regioni, di andare a studiare un piano che consenta di abbattere la distribuzione diretta dei farmaci. È successo la scorsa settimana quando i vertici del sindacato titolari si sono riuniti in Consiglio delle Regioni e «hanno approvato all'unanimità la nostra proposta di affrontare in maniera immediata il problema di riportare i farmaci in farmacia - afferma il presidente di Federfarma Emilia Romagna Domenico Dal Re parlando con F-online - il Consiglio delle Regioni ha visto tutti uniti su questo tema, non c'è stato neanche un astenuto».

Il 26 gennaio i farmacisti titolari dell'Emilia Romagna si sono uniti per protestare contro la mancata applicazione in maniera omogenea, da parte delle Asl, dell'Accordo in essere sulla Dpc. Nonostante la realtà regionale sia notevolmente disomogenea, tanto che in alcune province come quella di Rimini vengono dispensati tramite diretta anche farmaci considerati ormai «obsoleti», mentre in altre come Ravenna la Dpc è fortemente implementata, «lo sciopero programmato la scorsa settimana ha visto un'adesione del 90% delle farmacie della Regione - racconta Dal Re - Tutti uniti per il bene della farmacia territoriale e dei cittadini. Abbiamo avuto solo la defezione di Parma e l'astensione di una trentina di presidi che aderiscono ad Ascomfarm. Questi ultimi erano d'accordo con noi ma non hanno preso parte alla serrata perché l'Associazione non era stata chiamata in corso di trattativa. Le comunali, invece hanno protestato sospendendo i Cup, quindi nel complesso l'iniziativa è stata molto positiva».

La stessa Federfarma regionale si era detta disponibile a «far saltare» lo sciopero qualora fosse stato sottoscritto da tutti i protagonisti della dispensazione dei farmaci al paziente e dalla Regione, un accordo sulla Dpc che «riportasse i farmaci nella farmacia territoriale, in maniera omogenea in tutta la Regione, ma la proposta firmata dove si parla di riduzione della diretta non è mai arrivata - afferma Dal Re - Non si può pensare di fare proposte senza impegno, sono tutte chiacchiere. Se avessi ricevuto un accordo firmato avrei sospeso lo sciopero. Non è una questione di soldi, anzi noi pur di diminuire la diretta eravamo pronti a ridurre la nostra remunerazione. Questa è una battaglia per i cittadini. Lo Stato e le Regioni stanno facendo una politica che danneggia l'interesse collettivo. Chiediamo che i farmaci si trovino in farmacia, che i cittadini non debbano farsi chilometri e chilometri a piedi per andarseli a prendere». Tuttavia, il problema della distribuzione dei farmaci «non c'è solo in E. Romagna - afferma Dal Re - Noi facciamo un po' da apripista per cercare di affrontare questa tematica. Una farmacia senza farmaci non ha futuro. È necessario che ci sia una Federfarma unita e io per questo sto facendo di tutto proprio per cercare di unire la categoria. E. Romagna ha scioperato, se non ottenessimo risultati e ci sarà da protestare andrà fatto a livello nazionale».