Tamponi Covid, con riaperture e Green Pass cresce uso. Mirone: tracciamento va sempre garantito

24/05/2021


La ripresa graduale delle attività, la riapertura delle scuole in presenza, il Green Pass per gli spostamenti tra Regioni di colore diverso e anche per i viaggi all'estero, sono tutti elementi che favoriscono un utilizzo massivo del tampone, che sempre più sta diventando uno strumento di uso comune, connotandosi anche come servizio aggiuntivo che la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia mettono a disposizione dei cittadini. Ma a emergere, al contempo, è la necessità e il valore del tracciamento, «che va riaffermato, quale requisito indispensabile di tutela della salute ed elemento di garanzia per la libera circolazione delle persone».

A lanciare la riflessione Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.


Tamponi: cresce utilizzo privato

«In Italia e nella maggior parte dei Paesi», spiega Mirone, «si stanno predisponendo vie sicure per la ripresa delle attività e della circolazione delle persone. Tra gli elementi fondamentali della strategia c'è senz'altro la capacità di screening e, in questo quadro, il tampone antigenico rapido si è connotato ormai come uno strumento di uso comune, quasi una abitudine. Questo è vero non solo all'interno di un utilizzo privato da parte del cittadino che voglia sentirsi sicuro, ma anche nelle campagne pubbliche mirate a determinati setting, per esempio lo screening nelle scuole. In tale scenario, un cardine fondamentale è proprio costituito dalla capillarità, dalla facilità di accesso e dalla comodità con le quali i cittadini possono fruirne e, in questo senso, anche la rete delle farmacie e della distribuzione intermedia dovrà sempre più abituarsi a considerare il tampone antigenico rapido come un servizio aggiuntivo irrinunciabile».


Preoccupa tracciamento in caso di self test

Ma proprio a questo proposito torna a preoccupare l'aspetto del tracing: «Sono ormai pronti per una diffusione commerciale i tamponi in autoanalisi, destinati, per altro, anche al di fuori del canale farmacia. Una situazione, questa, che ci preoccupa fortemente, in quanto rischia di far saltare la tracciabilità. Non possiamo che ribadire, al riguardo, che è necessario trovare modalità per garantire la registrazione del risultato e la gestione di eventuali positività. Sarebbe auspicabile, piuttosto, guardare a quelle esperienze europee, come per esempio del Portogallo, in cui i cittadini sono obbligati a comunicare l'esito. A nostro parere, sarebbe fondamentale mantenere il supporto delle farmacie, quanto meno nella rilevazione e trascrizione del risultato sulla piattaforma pubblica. Nel momento, in cui si sta faticosamente costruendo un sistema che permetta al Paese e ai cittadini di riaffacciarsi alla normalità, occorre guardare allo scenario complessivo e procedere con cautela».


Nodo affidabilità resta centrale

Anche perché c'è una ulteriore riflessione da fare che «riguarda l'affidabilità. Da un lato, c'è da chiedersi se un test eseguito da un cittadino possa offrire le stesse garanzie di uno eseguito da un operatore sanitario preparato. In secondo luogo, non possiamo che ribadire, come in altre occasioni, quanto il nostro canale garantisca un alto livello di sicurezza, controllo e verifica in merito ai prodotti dispensati. Elemento peraltro confermato dall'iniziativa di recente avviata da Federfarma Servizi insieme a Confindustria Assosistema per sottoporre a ulteriori controlli un campione di mascherine distribuite dalle nostre associate, così da valutarne la sicurezza e certificare la qualità. Si tratta di un progetto in corso, di cui attendiamo i risultati».