Convenzione, firmata Intesa della medicina generale. Su cronicità partita da giocare insieme

08/04/2018


Piano nazionale della cronicità, piano nazionale prevenzione vaccinale, accesso improprio al pronto soccorso, governo delle liste di attesa e appropriatezza sono le priorità di politica sanitaria nazionale attorno cui è costruito l'Ipotesi di Accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale e attorno cui dovrà strutturarsi la successiva contrattazione regionale (negli Accordi integrativi regionali, Air) da realizzare attraverso la definizione di indicatori di performance di processo e di risultato su obiettivi di salute dei cittadini. Nel Documento firmato dai sindacati della Mg (tutti tranne lo Smi) e dalla Sisac (sottoscritto in attesa di concludere entro l'anno la contrattazione del triennio 2016-2018 economico e normativo) si prevede infatti che «per migliorare la gestione della cronicità nel rispetto delle evidenze scientifiche dell'appropriatezza delle prestazioni e della condivisione dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, in coerenza con le scelte di programmazione regionale, gli Air prevedono l'attiva partecipazione dei medici di medicina generale nella valutazione dei casi sottoposti alle loro cure, che si esplica nell'individuazione della terapia ritenuta più idonea ad assicurare la tutela della salute del paziente. Gli Air, nel rispetto del Piano nazionale cronicità, definiscono altresì il ruolo dei medici nell'ambito del coordinamento clinico (definizione del piano di cura e stipula del patto di cura) necessario alla presa in carico delle persone affette da patologie croniche per rendere più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza, assicurando così maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini». In contemporanea, in tema di accesso improprio al pronto soccorso, viene sottolineata la necessità di «avviare un riassetto del sistema di domanda e offerta e di promuovere un cambiamento culturale relativo alle modalità di approccio la bisogno di salute. In tale contesto gli Air prevedono l'integrazione nelle reti territoriali dei medici di assistenza primaria e delle loro forme organizzative con le strutture, con i servizi e con tutte le altre figure professionali del territorio, per garantire la continuità dell'assistenza ed evitare per quanto possibile l'accesso al PS per prestazioni non urgenti e/o considerabili inappropriate, anche con il coinvolgimento dei medici nelle prestazioni diagnostiche di primo livello collegate all'accesso improprio». Nell'ambito poi del governo delle liste d'attesa e appropriatezza, «negli Air, deve essere previsto specificamente il coinvolgimento e la partecipazione dei medici di assistenza primaria ai percorsi regionali di prescrizione, prenotazione, erogazione e monitoraggio delle prestazioni, che distinguano i primi accessi dai percorsi di follow-up, nel rispetto delle condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza previsti dalle normative vigenti. In particolare, per l'erogazione delle prestazioni potrà essere previsto il coinvolgimento delle forme organizzative dei medici di medicina generale nei processi di budgeting aziendali».

Secondo il segretario nazionale della Fimmg, il principale sindacato della medicina generale, Silvestro Scotti, da qui vengono poste «le prime importanti risposte per il "futuro" della medicina generale» per rispondere a «un aumento della intensità assistenziale». Si tratta di «un punto di partenza di grande valore per il dichiarato impegno a sostegno dell'evoluzione della medicina generale che, nel rispetto e nella continuità della sua tradizione e della sua peculiarità, è riconosciuta come soggetto di riferimento per rispondere alle richieste di salute dei cittadini italiani garantendo la sostenibilità del Ssn». E da Scotti, in una intervista a Fpress, parte «ai farmacisti titolari un invito al "co-governo" delle cure primarie». Quella che emerge da questa Convenzione «è una medicina generale che non considera le farmacie un concorrente, a patto però che le farmacie stesse non cerchino la competizione con un'offerta spinta sui servizi. Medici di famiglia e farmacie dovrebbero ragionare su quella che definisco un'assistenza per chilometro quadrato: si valutano i bisogni di ogni singola comunità, si considera il livello di copertura degli studi medici e delle farmacie e quindi si ragiona per assicurare un'assistenza coordinata. Medici di famiglia e farmacie dovrebbero ragionare per singoli territori in una logica di complementarità».