Contraffazione, da relazione parlamentare attenzione a tracciabilità ed export parallelo

29/01/2018


In tema di contraffazione dei farmaci, il problema che oggi appare più difficile da risolvere eÌ quello del contrasto del fenomeno su Internet, specie nel settore dei cosiddetti farmaci lifestyle saving. Accanto al rafforzamento, con iniziative di formazione, della professionalità tecnica degli operatori del web-monitoring, eÌ necessario valutare l'adeguatezza dell'apparato normativo in materia, anche in sede di contrasto penale, e controllare i meccanismi di distribuzione, anche laddove vi è una spedizione postale, dei farmaci contraffatti acquistati in rete. È questa una delle riflessioni al centro della Relazione sulla contraffazione nel settore farmaceutico - di cui l'on. Paolo Russo ne è stato il relatore - approvata a fine anno dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo. La relazione è la risultante di una inchiesta sul tema condotta all'interno dei lavori della commissione proprio «in considerazione della rilevanza del settore farmaceutico e di come esso sia interessato da crescenti fenomeni di contraffazione nel contesto internazionale, anche per lo sviluppo del commercio elettronico», come si legge nel documento. In particolare a emergere, è che «un tema importante eÌ quello di realizzare campagne informative al pubblico sui rischi connessi all'acquisto di farmaci falsi, anche via internet. I pazienti in generale, e i giovani in particolare che acquistino preparati medici per esempio in occasione dello svolgimento di attività sportive o ludiche (in sedi non autorizzate, quali le palestre o le discoteche), sono oggi esposti a gravi pericoli per la loro salute, non disponendo di un'adeguata informazione in materia».

Ma la relazione si è occupata anche di tracciabilità: «Il sistema dei controlli in Italia, fondato sul bollino ottico con codice a barre univoco, eÌ risultato, in una valutazione comune a tutti gli auditi in Commissione, all'avanguardia in Europa e adeguato per garantire la regolarità della filiera. Ciò eÌ testimoniato dal basso livello di farmaci falsi circolanti nel nostro Paese. Più pericoloso, per tale profilo, eÌ il ricorso all'acquisto di farmaci sul web, rispetto al quale i controlli sono più difficili». Ora, «l'attuale sistema del bollino ottico adottato in Italia, dovrà essere modificato per l'adozione del sistema Data Matrix deciso in sede comunitaria». Al riguardo, è stato messo in luce che «l'obiettivo da conseguire, in ultima analisi, eÌ quello di usufruire di sistemi di tracciabilità che comportino un controllo immediato e costante dell'intera filiera del farmaco, mantenendo l'attuale standard italiano, dimostratosi molto efficace. Un problema su cui si richiama l'attenzione eÌ quello di non diminuire in Italia la gamma dei farmaci che oggi sono soggetti a tracciabilità, stante il fatto che la normativa comunitaria limita invece il nuovo sistema solo a farmaci c.d. risk-based. In audizione eÌ invece emerso come anche per i farmaci non soggetti a ricetta, gli integratori, i farmaci c.d. lifestyle saving, nonché i farmaci prodotti in Italia e non destinati al mercato interno, vi siano problemi di controllo della filiera, che consiglierebbero l'utilizzo del sistema di tracciabilità, al fine di tutelare adeguatamente la salute dei pazienti». In questo senso, «occorre tuttavia che le Istituzioni competenti che partecipano ai tavoli tecnici attivi in ambito UE per curare il processo di adozione del nuovo sistema Data Matrix, rappresentino tali questioni come temi rilevanti». Da ultimo, «in tema di bollini deve essere assolutamente garantita l'indelebilità degli stessi. Occorre far siÌ che siano contemperate le esigenze di sicurezza dei prodotti farmaceutici nei confronti dei consumatori con le legittime esigenze delle imprese farmaceutiche nazionali di operare in condizioni adeguate sui mercati internazionali, senza ritardi o svantaggi rispetto alle concorrenti estere».

Un altro tema poi «su cui Parlamento e Governo devono riflettere adeguatamente, nell'esercizio delle rispettive competenze, riguarda la possibilità delle farmacie di disporre di autorizzazione alla distribuzione all'ingrosso», «giudicata da molti auditi come negativa per garantire una piena disponibilità di farmaci agli utenti, in quanto non eÌ stata utilizzata solo per rifornire le altre farmacie, ampliando l'offerta e il servizio sul territorio, bensì per cedere medicinali a grossisti esportatori o per inviarli direttamente all'estero in considerazione del loro prezzo vantaggioso, determinando l'indisponibilità di medicinali sul mercato e l'insorgere di fenomeni speculativi. Deve essere dunque avviato un processo di revisione della normativa per ricondurre tale possibilità entro limiti commerciali leciti e non incentivare fenomeni patologici».