Nuova tariffa, compito della categoria cogliere eventuali criticità. Da Istituzioni disponibilità ad ascolto

19/11/2017


La Nuova tariffa ha segnato una svolta di cui fare tesoro nelle modalità di confronto tra categoria e Ministero della Salute, mettendo in luce l'importanza di presentarsi ai Tavoli con una voce univoca della categoria. Un metodo che ha permesso l'affermarsi di un importante passaggio culturale, da un lato nel riconoscimento dell'atto professionale del farmacista e nell'affermarsi di un concetto di onorario professionale di dispensazione, dall'altro nel mettere al centro l'esigenza del paziente e la personalizzazione delle cure. Ora che è in vigore, la norma dovrà essere valutata sul campo, con un compito, da parte di tutti, di cogliere eventuali criticità e segnalazioni da pazienti e farmacisti. Sono questi alcuni spunti che emergono dalla prima giornata di lavori del convegno dell'Utifar, organizzato il 10 e 11 novembre a Bologna e dedicato a Nuova Tariffa e Legge sulla Concorrenza. «Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti con la Nuova tariffa» spiega a margine Giulio Cesare Porretta, consigliere Utifar e componente del Tavolo tecnico che ha collaborato con il ministero per la sua realizzazione. «Come ogni novità, anche questa non è esente da criticità e lo stesso Ministero ne è consapevole. Da settimana scorsa la Nuova tariffa è in vigore e ora compito di tutti è cogliere e segnalare eventuali difficoltà che si dovessero porre. Da parte delle Istituzioni c'è disponibilità ad ascoltare». Nel corso del suo intervento, Porretta ha sottolineato come «oltre al riconoscimento della professionalità del farmacista preparatore e l'adeguamento della retribuzione, la norma contiene al proprio interno numerose possibilità per rilanciare la preparazione magistrale personalizzata, con particolare riferimento alle malattie rare, ma anche a dosaggi geriatrici o pediatrici rispetto ai quali la nuova tariffa apre maggiori possibilità di allestimento. Il tutto nell'ottica di una concorrenzialità possibile e crescente, visto che l'allegato A non copre tutte le sostanze impiegabili e i prezzi di acquisto potrebbero essere diversificati. Inoltre, la normativa lascia aperta la possibilità di operare sconti o intraprendere accordi con enti previdenziali e assistenziali (art.11), oggi già presenti nello scenario dell'assistenza sanitaria e che in futuro potrebbero avere un peso non indifferente. A tale proposito, va sottolineato che il SSN eÌ volutamente tenuto fuori da questa realtà». Altro aspetto importante riguarda, come già sottolineato, lo «sconfezionamento di medicinali industriali al fine del loro utilizzo nel laboratorio della farmacia», ma anche «il diritto addizionale per la dispensazione di farmaci nelle ore notturne, a battenti chiusi o a chiamata, che vede un innalzamento della quota dovuta. Anche in questo caso si tratta di un passaggio positivo, non solo dal punto di vista economico, ma come riconoscimento dell'importanza della figura del farmacista e della sua centralità all'interno del Servizio Sanitario Nazionale».

All'evento è intervenuto anche Andrea Mandelli, presidente Fofi, che ha parlato della Legge sulla Concorrenza e ha lanciato un appello: «La Legge 124, nata fuori dalla sanitaÌ, ha lasciato molto perplessi i farmacisti italiani. Ora bisogna prendere in mano la situazione. E in questa direzione occorre fare rete per affrontare le sfide future, anzitutto attraverso le cooperative, perché la catena con gli anelli più solidi eÌ quella dei farmacisti». C'è una riflessione al riguardo da fare: «la farmacia dei servizi rappresenta un punto di forza per la categoria. Non riusciamo peroÌ a interpretarla nei migliori dei modi e a farla decollare. Quello che eÌ mancato eÌ una forma di aggregazione che permettesse di standardizzare l'offerta dei servizi. Muovendosi singolarmente le farmacie non riescono a proporre uno standard univoco e riconoscibile. Lo stesso discorso vale anche sul tema dell'aderenza alla terapia che la Federazione ha portato avanti negli ultimi anni con intensità e che oggi rappresenta una grande opportunità di valorizzazione per la professione. Il farmacista può avere un ruolo di primaria importanza nel seguire il paziente anche nelle fasi successive alla dispensazione del farmaco. Certo, un punto di forza è essere riusciti a fare entrare nella legge di bilancio di due anni fa un emendamento che riserva un milione di euro da utilizzare in questo ambito ma la strada è ancora lunga». C'è poi un altro tema «molto importante rispetto al quale credo che nel prossimo futuro ci siano grandi opportunità da raccogliere ed è il fascicolo sanitario elettronico. La digitalizzazione della sanitaÌ eÌ stimata dagli esperti in due punti di Pil. Il problema, fino a oggi, eÌ stata l'esclusione dei farmacisti. Ma si sta lavorando per fare in modo che una serie di dati arrivino dalle farmacie», attraverso il dossier farmaceutico, tassello fondamentale del fascicolo sanitario. «Ma anche in questo caso è importante che i dati siano standardizzati e armonizzati secondo criteri comuni, e non arrivino dalle singole farmacie in modo individuale».