Decreto vaccini, passa emendamento su farmacie. Fnomceo attacca, per Fofi migliora accesso

10/07/2017


È passato nel Decreto Vaccini - che ha visto scendere l'obbligatorietà da 12 a 10 vaccini e che oggi potrebbe vedere concluso l'esame in commissione Igiene e Sanità del Senato - l'emendamento che consente la somministrazione di vaccini in farmacia, prevedendo la possibilità, per i medici, di praticare al loro interno le vaccinazioni obbligatorie. Una proposta che, se ha ricevuto il plauso della categoria, ha scatenato la reazione della Federazione degli ordini dei medici, che ha reclamato un'incompatibilità nella presenza del medico in farmacia. Immediata la risposta della Fofi, che ha sottolineato invece l'importanza di migliorare l'accesso ai vaccini, mentre dai pediatri della Fimp si rimarca la necessità di fare rete. Per quanto riguarda gli emendamenti, proposti dai senatori Luigi D'Ambrosio Lettieri, Andrea Mandelli e Maria Rizzotti, prevedono eleggono le farmacie a presidi in cui sia possibile somministrare i vaccini, in spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario: l'emendamento all'articolo 1 prevede infatti che i medici, «anche avvalendosi della collaborazione di infermieri o assistenti sanitari, con modalità stabilite, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con decreto del ministero della Salute, sono autorizzati a somministrare i vaccini presso farmacie aperte al pubblico». Sarà poi la farmacia che «previo rilascio della certificazione gratuita relativa all'avvenuta vaccinazione, procede all'invio della stessa al competente servizio dell'Asl». Viene poi richiesta la collaborazione di farmacisti, medici e pediatri in campagne di sensibilizzazione, educazione e informazione istituzionali sui vaccini, sentite le rispettive rappresentanze.

Dura la posizione della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) al riguardo: «Sottolineiamo» scrive la Fnomceo «come questo emendamento modificherebbe la normativa vigente (Art. 102 del testo unico delle leggi sanitarie, R.D. 27/07/1934, n. 1265) che impedisce, per ovvi motivi di incompatibilità di ruoli, di funzioni e per presupposti di conflitto di interessi, lo svolgimento di attività mediche presso le farmacie. Divieto che è stato sempre ribadito dalla successiva normativa, passando dalle Leggi sulla 'Farmacia dei Servizi' sino ad arrivare al 'Ddl Lorenzin', in questi giorni all'esame della Commissione Affari Sociali della Camera, che nega espressamente la possibilità per il medico di esercitare la sua professione all'interno delle farmacie. La Fnomceo non può accettare che una legge dello Stato che garantisce trasparenza, identificazione di ruoli e di competenze venga modificata da azioni che pregiudicherebbero la tracciabilità delle responsabilità, creando ulteriore disorientamento e sconcerto tra gli operatori della Salute. È stata da poco approvata una Legge sulla responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie che è in attesa dei Decreti attuativi: a chi giova proporre nuove attività presso Presidi del Ssn che introdurrebbero ulteriori elementi di incertezza normativa? E infine: la Farmacia ha adeguata copertura assicurativa per la responsabilità di struttura?». Immediata la risposta della Fofi: «Non si tratta in alcun modo di un accaparramento di prerogative di altre professioni sanitarie, in quanto sarebbe comunque il medico a sovraintendere all'inoculazione». Anzi, la possibilità «prevista dall'emendamento D'Ambrosio Lettieri, Mandelli, Rizzotti» va nella direzione di agevolare l'accesso ai vaccini: «a fronte della reintroduzione dell'obbligatorietà delle vaccinazioni, dell'aumento del numero delle vaccinazioni stesse e della necessità di ottemperare alle previsioni di legge in tempi contenuti, la possibilità di disporre di un presidio sanitario dove il medico può effettuare solo e soltanto l'atto professionale cui si riferisce il decreto può certamente contribuire a snellire le procedure e, soprattutto, può offrire un punto di riferimento nelle località a minore intensità di strutture sanitarie. Non crediamo che questa disposizione possa compromettere la tracciabilità della pratica vaccinale: da decenni, ormai, i farmacisti di comunità assicurano la tracciabilità di milioni di prescrizioni ogni anno. È un dato di fatto che le modalità organizzative dell'assistenza sanitaria e le esigenze della collettività sono in costante evoluzione: tutti noi che vogliamo mantenere le professioni sanitarie al centro del Servizio sanitario e dell'opera di tutela della salute dobbiamo essere pronti a evolvere assieme al contesto in cui ci troviamo operare. Senza snaturamenti e senza invasioni di campo, salvaguardando ruoli e responsabilità ma aprendosi all'innovazione a vantaggio del cittadino».

Soddisfazione arriva da Marco Cossolo, presidente di Federfarma: «In questo modo si riconosce che la farmacia può coadiuvare lo Stato nell'esecuzione di un programma vaccinale. Come noi dicevamo da tempo. È questo un ulteriore pezzetto per mettere le gambe al futuro della farmacia facendola diventare sempre più di comunità e dei servizi. Ci diciamo sin da ora disponibili a dare il nostro contributo al testo definitivo e auspichiamo nella collaborazione della Fofi ma anche delle associazioni della categoria, per far sì che questo importante risultato venga portato a casa anche nella sua fase attuativa». «Il vantaggio dell'emendamento» precisa Silvia Pagliacci, alla guida del Sunifar «è che sicuramente la farmacia ancora una volta dimostra il suo ruolo di capillarità del servizio che offre. Aver scelto le farmacie, dimostra che qui ci sono professionisti seri».