Di Giorgio (Aifa): più sanzioni e obbligo comunicazione al centro per migliorare contrasto

11/06/2017


Due sono gli elementi che potrebbero rendere più efficace l'azione di contrasto al fenomeno della contraffazione: il rafforzamento del sistema sanzionatorio e l'introduzione di un obbligo normativo che consenta la centralizzazione delle informazioni sui casi di crimine farmaceutico verso le autorità preposte, ovvero AIFA e Carabinieri NAS. E, intanto, tra le evoluzioni del fenomeno emergono nuove modalità di contatto con gli utenti, quali per esempio social network e forum, attraverso i quali vengono promossi prodotti "borderline" mascherati come integratori e preparati naturali. A fare un punto, Domenico Di Giorgio, Dirigente dell'Ufficio Qualità dei Prodotti e Contrasto al Crimine Farmaceutico AIFA, in un'intervista a margine del convegno "Contraffazione: un virus da estirpare", promosso da Federfarma Servizi e Società italiana di urologia, in collaborazione con AIFA, Carabinieri NAS e con il patrocinio del Ministero della Salute.

In un contesto di continua crescita ed evoluzione del fenomeno, che cosa serve?
In merito all'azione di contrasto, rilevo in particolare due elementi che renderebbero più efficace la nostra attività: il primo è il rafforzamento del sistema sanzionatorio, che al momento non è proporzionato. In questa direzione è pertanto auspicabile l'introduzione, nel codice penale, dello specifico reato di crimine farmaceutico, come previsto dalla Convenzione Medicrime del Consiglio d'Europa. Tale modifica permetterebbe un più facile accesso, nella gestione dei casi, a strumenti di indagine eccezionali. Al contempo sarebbe opportuno rendere obbligatoria la segnalazione dei casi di crimine farmaceutico ad AIFA e Carabinieri NAS, in modo che possano disporre di un quadro completo del fenomeno sulla base del quale sia possibile sviluppare attività di coordinamento e intelligence più efficaci.

La valenza di un sistema di comunicazione sistematico e strutturato è senz'altro testimoniato dai considerevoli risultati conseguiti sia nel corso delle attività sui furti di medicinali in Italia, portate avanti nell'ambito dell'Operazione Vulcano, che con i progetti europei Fakeshare.

Poi c'è la corretta informazione al pubblico...
L'azione di contrasto da sola non è sufficiente, proprio perché le organizzazioni criminali tendono a riorganizzarsi e a trovare altre strade. Per questo, serve anche un intervento forte sul fronte della domanda, con campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini che mettano in luce in primo luogo i rischi per la salute cui ci si espone quando si ricorre a canali non controllati.
In questa direzione, un supporto importante e qualificato è rappresentato da specialisti e medici di famiglia da una parte, e farmacisti dall'altra, che possono compiere un'importante azione di educazione sanitaria.
La campagna di "Clip Fakeshare", che abbiamo sviluppato con Federfarma Servizi e Socialfarma, si pone proprio l'obiettivo di rafforzare la consapevolezza della problematica tra i professionisti sanitari, in modo che questi, a loro volta, possano farsi vettore di informazioni attendibili e verificate verso cittadini e pazienti.


Quali sono le direzioni di evoluzione del fenomeno al momento?
In tutti i settori, le organizzazioni criminali tendono a spostare i propri business verso le cd zone "grigie", che rendono difficile intercettarne le attività. Un primo ambito in forte crescita al momento è costituito da tutti quei canali meno monitorabili, come per esempio i social network (inclusi i forum di pazienti), in cui abbiamo rilevato un grosso incremento dell'offerta illegale di farmaci, e rispetto ai quali diventa ancora più importante la corretta informazione al pubblico. Altro ambito è rappresentato da integratori e prodotti naturali, utilizzati come "mascheramento" per i farmaci illegali: la normativa che regolamenta il settore degli alimenti non prevede meccanismi di autorizzazione, come avviene invece in ambito farmaceutico, e per gli operatori che intercettino un prodotto sospettato di essere un farmaco, ma presentato come integratore o preparato naturale, è sempre necessaria un'analisi di laboratorio che genera costi sia in termini di risorse che di tempo.


Un tema su cui per i pazienti, anche quando intenzionati a comprare correttamente, diventa ancora più difficile orientarsi?
È vero. E a maggior ragione è un campo su cui medici e farmacisti possono rappresentare un importante veicolo di informazione. Ma va detto che se un prodotto non farmaceutico viene promosso su internet come risolutivo per patologie importanti, quali diabete, dolori articolari o anche la stessa disfunzione erettile, per le quali normalmente è necessaria una terapia farmacologica, se non addirittura un intervento chirurgico, il sospetto nel paziente dovrebbe nascere spontaneo. In questo, soprattutto il farmacista può essere un valido supporto per spiegare al paziente quanto possano essere pericolose queste "miracle medicines", che oggi trovano facile diffusione e promozione sul web.

Crede che, parallelamente a questa azione, un rafforzamento del canale legale online possa essere utile a diminuire la domanda verso il canale illegale?
LegitScript oggi monitora oltre 80mila farmacie sul web, e ne classifica come regolari meno dell'1%: se l'offerta illegale è così forte è perché anche la domanda da parte dei clienti è per lo più rivolta verso una tipologia di acquisto illegale. Chi oggi si rivolge ai numerosissimi siti "pirata" non cerca il farmaco da banco, legalmente in vendita nei siti delle nostre farmacie autorizzate alla vendita sul web, ma un prodotto con prescrizione, per lo più per la sfera sessuale, che preferisce acquistare attraverso questi canali per garantirsi risparmio e privacy. Un canale legale online più forte renderebbe più visibile anche le peculiarità di quello illegale, e catalizzando maggiormente la domanda da parte degli acquirenti; ritengo tuttavia che qualsiasi effetto sul sistema sarà visibile solo quando il nostro mercato, oggi decisamente limitato, sarà cresciuto in maniera significativa.