Aceti, la scommessa è integrazione attori del territorio

26/04/2017


Invecchiamento della popolazione, crescita dell'incidenza della cronicità, multimorbilità, deospedalizzazione e territorializzazione delle cure, della non autosufficienza, della disabilità, un nucleo familiare che cambia, una normativa sempre in evoluzione, con grandi differenze regionali. Tutti questi fenomeni, che interessano un Ssn sempre più alle prese con la sostenibilità, mette in luce, a livello assistenziale, una grande esigenza: il bisogno di un soggetto che orienti, informi e formi il cittadino sul corretto e appropriato uso dei servizi sanitari e dei farmaci, che ricopra un ruolo attivo nell'educazione sanitaria ai corretti stili di vita e ad abitudini sane, ma soprattutto nella prevenzione, nell'aderenza alla terapia, nella gestione e presa in carico del paziente.
Pensiamo solo a che opera di appropriatezza ci sarebbe se, attraverso un corretto orientamento del paziente, la prevenzione di una complicanza o il miglioramento della compliance, si potesse evitare il ricorso al pronto soccorso. E pensiamo che impatto sul Ssn se estendessimo questa buona pratica a tutto il territorio italiano.

In questo scenario, ecco che la farmacia ha e dovrebbe sempre più avere un ruolo di presidio di prossimità del servizio sanitario nazionale, in grado di supportare, elevare, qualificare l'assistenza - semplificando le procedure burocratiche e assistenziali, facilitando l'accesso al farmaco, riducendo distanze tra cittadini e Ssn - e di contribuire alla sostenibilità del servizio sanitario pubblico e dei cittadini

Vedo cioè nella farmacia, oltre a quanto già detto, una funzione di ponte tra ospedale e territorio, un ruolo nell'empowerment del paziente ed entro la sanità digitale, nel processo di informatizzazione del Ssn - d'altra parte alcuni cambiamenti come la dematerializzazione della ricetta hanno visto la farmacia tra i protagonisti.

Anche perché prossimità e capillarità della rete rivestono un'importanza incredibile per la popolazione, soprattutto delle zone interne. Le farmacie rurali non a caso sono punti di riferimento per i cittadini, in un momento in cui la presenza dello Stato sta sempre più arretrando. Lì la farmacia diventa a tutti gli effetti un presidio del Ssn e contribuisce al superamento dei vuoti e delle necessità di zone disagiate. E proprio in questi contesti vanno sostenute.

A questo è connesso il tema dell'accessibilità dei servizi che vale in generale: la farmacia può e deve avere un ruolo nell'accorciare le distanze per i cittadini nell'accesso alle terapie più complesse, per quei farmaci che non hanno problematiche nella somministrazione e nell'utilizzo, che non necessitano di un particolare controllo ospedaliero e possono essere gestiti sul territorio. Se si potesse avviare un ragionamento, anche attraverso un supporto formativo da parte dei farmacisti ospedalieri o distrettuali che hanno sempre gestito questi farmaci, credo che ne deriverebbe un contributo al decongestionamento dell'ospedale e al sostegno alle famiglie, che talvolta sono costrette a lunghi spostamenti.

C'è però un nodo importante: la grande scommessa è riuscire a operare in modo integrato con tutte le altre figure del servizio sanitario nazionale, fare in modo che Mmg, farmacia, servizi territoriali, non vadano ognuno per proprio conto, disegnandosi ognuno un proprio ruolo, ma si costruisca coerenza tra i diversi attori. La grande scommessa cioè è coordinare i cambiamenti dei diversi attori in ottica integrata e questo è un pensiero che deve avere il Ssn.

Detto questo credo che per realizzare appieno e in maniera uniforme su tutto il territorio tutto questo la farmacia dovrebbe iniziare a porsi la domanda: che cosa devo cambiare per essere realmente un nodo del presidio sanitario?

E credo che una guida può venire dalla "Carta della qualità della farmacia", frutto del lavoro congiunto tra Cittadinanzattia e Federfarma, che la farmacia deve adottare e di cui deve garantire l'applicazione.

Tra le previsioni della carta c'è per esempio un ruolo cruciale della farmacia nell'attività di orientamento, consulenza e consiglio al cittadino su servizi, prestazioni sanitarie e su farmaci più utili e convenienti al di fuori di logiche di mercato. E ancora nel favorire il percorso materno infantile e supportare le fasce della popolazione più fragili come i migranti, gli anziani e i non autosufficienti. Ma si deve anche porre come un luogo facilmente accessibile a tutti non solo per la capillarità sul territorio, ma anche per l'assenza di barriere architettoniche e sensoriali.

Tonino Aceti
Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva