Acquisti online, Fip: fondamentale formazione per individuare siti illegali e farmaci contraffatti
25/09/2024
A fronte di una continua crescita dell'e-commerce di medicinali e dispositivi medici e di una sempre maggiore propensione da parte dei pazienti a rifornirsi tramite il canale online, c'è ancora, in molti Paesi, l'assenza di una regolamentazione chiara e, per di più, un po' ovunque, i professionisti sanitari presentano limitate competenze nell'individuare siti illegali o medicinali contraffatti. In questo contesto, l'esigenza è quella di potenziare le possibilità formative di consumatori e operatori sanitari, in modo particolare dei farmacisti, che rappresentano il principale punto di accesso di fiducia del farmaco. È questo uno dei messaggi che emerge dall'ultimo documento Fip - A curriculum for addressing the risk of substandard and falsified medical products sold on line. An handbook for educators - pubblicato in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza del paziente.
Le motivazioni alla base della scelta del canale online per l'acquisto di un farmaco o dispositivo possono essere varie e dipendono anche dal quadro normativo di riferimento, nonché dalla capillarità del servizio rappresentato dalla rete delle farmacie del territorio e della distribuzione intermedia. Talvolta, infatti, a prevalere è una valutazione di convenienza o di privacy, l'immediata disponibilità del prodotto, la possibilità di bypassare la richiesta della prescrizione o il fatto che non si abbiano a disposizione altre modalità di accesso al farmaco. Ma a emergere è che, non di rado i pazienti, sono spinti all'acquisto online da pubblicità presenti sul web o da messaggi diffusi tramite social network.Anche in questo quadro i farmacisti restano i professionisti di riferimento e hanno tutte le competenze necessarie per informare i pazienti sui canali di acquisto sicuri e sulle problematiche relative alla contraffazione.
Tuttavia, è nel riconoscimento di siti illegali e di farmaci contraffatti o substandard che presentano conoscenze non ancora del tutto complete. In una Survey condotta tra 347 farmacisti negli Usa, per esempio, il 58% ritiene di non essere in grado di trasmettere al paziente informazioni utili per individuare siti illegali e meno del 60% di riuscire a riconoscerli, a partire dagli elementi visivi. Il 75%, poi, riferisce di non avere familiarità con le risorse messe a disposizione dei pazienti proprio per orientarne l'acquisto sicuro e solo il 7% dichiara di aver ricevuto una formazione pratica sul tema.
Anche tra gli studenti, la percezione diffusa è che le università non comprendano la tematica tra le discipline di studio o, quando è prevista, è trattata in maniera poco approfondita. Fondamentale, in questo quadro, è allora implementare programmi formativi, anche interdisciplinari, in modo che sempre più si creino team sul territorio che siano punti di riferimento per un utilizzo sicuro del farmaco.