Secof, prodotti a marchio al centro del confronto. Favoriscono riconoscibilità network di farmacie

09/10/2024


Un focus sui prodotti a marchio e un confronto delle diverse esperienze nei Paesi europei. È stato questo al centro dell'ultimo incontro di Secof, l'organismo di rappresentanza europea dei distributori intermedi del farmaco di esclusiva proprietà di farmacisti - che ha visto l'Italia come Paese ospitante. «Sui prodotti a marchio c'è grande interesse, per le potenzialità che offrono in termini di marginalità, ma soprattutto di valorizzazione della figura del farmacista», riferisce Federfarma Servizi, presente all'incontro in rappresentanza dell'Italia. 
«Le esperienze nei vari Paesi sono diverse: si va da realtà in cui c'è un maggiore sviluppo, a Paesi che non si sono ancora del tutto attivati. Da parte di tutti, a ogni modo, c'è una forte disponibilità, soprattutto perché i prodotti a marchio rappresentano un elemento distintivo, che consente all'utente di riconoscere e individuare il network di appartenenza e di ricondurlo a una certa visione di farmacia, a un determinato sistema valoriale». Questo «è tanto più importante in considerazione del fatto che fenomeni aggregativi e cooperativistici stanno diventando sempre più frequenti in Europa, portando a una maggiore competitività e, di conseguenza, alla necessità di rendere distinguibili le reti di farmacisti».  Tra gli aspetti affrontati «è emerso anche l'auspicio, come step successivo, di avviare un confronto comparativo sui prodotti maggiormente venduti nei diversi Paesi, per individuare anche delle direttrici comuni». 
E, proprio con uno sguardo al futuro, «è stata sottolineata l'utilità di iniziare a immaginare le prospettive di una produzione unica tra Paesi europei per i prodotti più venduti. La riflessione è stata di particolare importanza perché potrebbe rappresentare un primo segnale di attività commerciale congiunta, che andrebbe a favorire l'identificazione delle cooperative e delle società di farmacisti in tutta Europa, e non solo nel singolo Paese, come ci mostra l'esperienza di Profar e Federfarma.co».