Nuova tracciatura europea, Mirone: deadline vicina. Indispensabile riaprire dialogo su criticità
09/10/2024
In merito al nuovo sistema di tracciatura europeo, basato sul Datamatrix, che vede come deadline per l'Italia il 9 febbraio 2025, «stiamo seguendo con attenzione gli sviluppi. Dalle diverse componenti della filiera sono arrivate le prime reazioni allo Schema di decreto legislativo che ne dettaglia il passaggio e, come comparto, abbiamo indirizzato una lettera alle istituzioni per rappresentare le nostre criticità. Al momento, sono in corso le audizioni e auspichiamo che possa riprendere quel dialogo costruttivo con il ministero della Salute, che da sempre abbiamo».
A dirlo, Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.Insieme ad Adf, spiega Mirone, «abbiamo avanzato la richiesta di essere auditi nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo nella Commissione Affari sociali della Camera. Proprio in questi giorni sono in corso le audizioni di Farmindustria e Federfarma, che si stanno muovendo per rappresentare le criticità, avvertite da tutta la filiera. Nell'attesa che sia Nmvo a prendere le redini dei nodi relativi ai diversi settori del comparto, abbiamo concordato di muoverci anche in autonomia e abbiamo già inviato - ogni rappresentanza per il proprio ambito - una lettera indirizzata al ministero della Salute e alla Presidenza del Consiglio. La nostra speranza è che possa riprendere quel dialogo con il Dicastero che sinora ha accompagnato il percorso».
La preoccupazione, d'altra parte, «è legata anche alla tempistica: c'è, da parte di tutti, il massimo impegno a portare a termine il passaggio richiesto dall'Europa, anche per evitare eventuali infrazioni al Governo italiano che danneggerebbero la posizione del nostro Paese. Ma è quanto mai necessario fare in modo che il flusso che porta il farmaco al cittadino funzioni al meglio, senza ostacoli o ritardi. Il sistema - come è reso ben evidente anche dalle esperienze dei Paesi già partiti - prevede un controllo End to End, con l'industria da una parte e le farmacie dall'altra. Nei passaggi intermedi, certamente possiamo vigilare quando c'è un alert, ma non è possibile riuscire a controllare, nell'ordinaria attività, le milioni e milioni di confezioni che entrano ed escono dai nostri magazzini.
Quello che vorremmo evitare è che una eccessiva burocratizzazione dei processi comporti difficoltà nel fare arrivare il farmaco al cittadino. Si tratta, è bene chiarirlo, di una presa di posizione che non è a difesa del nostro comparto, ma a tutela di un'assistenza tempestiva e capillare al cittadino».