Maurizio Gardini (Confcooperative): un manifesto per lo sviluppo sostenibile

28/01/2019


Innovazione. Lavoro. Welfare. Legalità, Sostenibilità. I cinque pilastri di "Cambiare l'Italia cooperando". I cinque punti distintivi del manifesto che Alleanza Cooperative Italiane propone per ridare slancio allo sviluppo sociale ed economico del paese. Sì, perché noi non ci iscriviamo al partito del Pil, ma al partito del Bes. Quello che mette al centro la persona e i suoi bisogni.
Č così che è stata concepita la Prima Biennale della Cooperazione, in quattro tappe, tre già realizzate a Bari, Bologna, Milano e la conclusiva i prossimi 31 gennaio e 1 febbraio a Roma, per promuovere missione e obiettivi, attraverso dibattiti con economisti, sociologi, docenti universitari e politica. A Roma ci confronteremo con il Governo: nelle persone del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e del sottosegretario alla presidenza, Giancarlo Giorgetti.

I pilastri del manifesto toccano il Paese nella sua quotidianità. Nel welfare abbiamo un'Italia dove la polarizzazione tra ricchi e poveri diventa sempre più acuta. Oltre 20 milioni di italiani (dati Istat/Censis) rinunciano a curarsi o si indebitano per farlo. Respingiamo con forza l'idea che si possa curare solo chi può pagare. Le cooperative attraverso l'integrazione tra farmacie, medici e mutue propongono risposte concrete ai bisogni di assistenza primaria sul territorio.
Sull'innovazione, per noi, il processo non si esaurisce solo nei bit. Innovare significa sapere intercettare bisogni e offrire risposte. Significa formarsi per stare al passo con l'innovazione tecnologica. Dove il futuro non si aspetta, ma si progetta. Dove utili e persone vanno di pari passo. Sì all'innovazione, ma senza danneggiare l'occupazione. Non si possono sacrificare le persone sull'altare del profitto, nel nome della digitalizzazione.

Nella legalità e nel lavoro, siamo da sempre impegnati nella lotta alle false coop. Ci sono oltre 100mila lavoratori che operano in un limbo non monitorato, senza tutele o con garanzie parziali con una perdita netta, in termini fiscali e previdenziali per lo Stato, che supera i 750 milioni. Un danno economico e di immagine per il movimento e per la stragrande maggioranza delle cooperative sane. Va colpita la committenza che trae vantaggio competitivo nell'avvalersi di false coop. Segnalo al tempo stesso che i lavoratori in nero in Italia sono oltre 3 milioni. Ci sono anche altri mondi produttivi che dovrebbero interrogarsi su questo fenomeno e adoperarsi per le più opportune misure di contrasto.

Non solo contrasto. Siamo concentrati anche nella creazione di lavoro: nella crisi le cooperative sono le uniche forme d'impresa che hanno continuato a creare occupazione. Hanno funzionato da ascensore sociale permettendo, in particolare, a donne e giovani di trovare una collocazione. Ma non solo. Con il workers buyout - gli operai che sono diventati imprenditori di sé stessi, rilevando le imprese in default. O attraverso le cooperative di comunità, che vedono il protagonismo delle persone in prima linea per arrestare il declino di oltre 5000 comuni delle aree interne, da Nord a Sud.

Questo è il Bes per noi. Questo è sviluppo sostenibile, quello che migliora la qualità della vita e crea reddito e occupazione. Quello che vede migliaia di cooperative impegnate nel riciclo di biomasse, scarti di produzione e trasformazione, pannelli fotovoltaici, riduzione di acqua e fitofarmaci, realizzare e completare il quadro dello sviluppo sostenibile. Secondo noi, "Cambiare l'Italia cooperando", si può. Si deve.

Maurizio Gardini
Presidente Confcooperative e Alleanza Cooperative