Guidi (Cfl), pronti ad affidarci a cooperative più grosse per la logistica

06/12/2016


La cooperativa farmaceutica Lecchese nasce nel 1986 da un'idea di alcuni farmacisti che uniscono le proprie forze per razionalizzare gli acquisti delle associate, circa una cinquantina. Nel 1994, Cfl cresce, aumenta il numero delle associate e le consegne sconfinano dal territorio lombardo per approdare in Liguria a Genova, dove cresce un gruppo coeso e nel giro di pochi anni si costituisce un gruppo di soci anche a Torino. Oggi fanno parte della cooperativa circa 120 farmacie. Le consegne vengono effettuate due volte al giorno in Lombardia, una volta al giorno in Liguria e Piemonte. La vera svolta c'è nel 2005 quando, a seguito dei decreti Storace e Bersani, il gruppo di acquisto di Cfl si trasforma in gruppo d'acquisto e vendita attraverso il suo network di farmacie, Club Salute. Cfl ha una struttura completamente propria e sotto il diretto controllo del Consiglio d'amministrazione eletto dai soci e con il coinvolgimento del comitato dei soci. A parlarne con F-online è il presidente e socio fondatore di Cfl Cesare Guidi. Guidi è anche presidente di FederfarmaCo, la S.p.a di proprietà di tutti i Farmacisti Soci di Cooperativa, che raggruppa 26 cooperative di farmacisti che servono un totale di 11 mila farmacie, circa due terzi di tutte quelle italiane.

Ingresso del capitale, come vi comporterete al riguardo?
Faremo una S.p.A. a latere della cooperativa e, per il momento, della logistica se ne occuperà la cooperativa. Chi vorrà potrà investire il proprio capitale personale in questa società per azioni che farà parte esclusivamente dei farmacisti, almeno in un primo momento. Se o quando verrà approvato il Ddl concorrenza, la stessa S.p.a. potrebbe arrivare addirittura ad acquistare delle farmacie.

La strategia aziendale. Nel breve periodo come vi muoverete?
Puntiamo molto sul nostro network "Club Salute". Le cooperative o le società dei farmacisti nate come gruppo di acquisto con lo scopo di favorire la scontistica sull'approvvigionamento, oggi piano piano si trasformano in gruppi di vendita. Ecco che questi network devono seguire un category management, di disposizione di vendita, dei format uguali, aderire a una vera e propria rete. L'indipendenza rimane perché il titolare rimane titolare della sua farmacia però dovrà seguire delle regole che il network detterà e verranno condivise scelte e idee. In seconda battuta, non è escluso che il nostro network si faccia poi seguire da un'altra cooperativa, un'altra società di farmacisti, che si specializza nella logistica. La logistica dà meno guadagno, tuttavia piccoli margini con grandi quantità si traducono in elevate entrate. Abbiamo già pensato di affidarci ad altre società di farmacisti che sono più grosse di noi e si stanno specializzando nella logistica, come Cef piuttosto che Unico.

Applicate le stesse condizioni commerciali a tutti i soci?
In questo momento quello che conta molto è la fedeltà: se un socio è più fedele ha una scontistica superiore a quella del socio normale. Inoltre, condividendo l'esposizione del tronco assortimentale, avranno maggiore scontistica gli associati che sono anche affiliati al network. Per "fedeltà" significa avere un approvvigionamento pari o superiore al 70% dalla propria cooperativa. Inoltre, accresce la fedeltà laddove commercialmente si segue ciò che si segue ciò che viene dettato dallo stesso network.

Quali sono i costi più importanti?
Per chi è affiliato al Network "Club Salute" il costo più importante è rappresentato dall'allestimento delle farmacie che fanno parte del network, dai 7 mila ai 12 mila euro, a seconda della grandezza della farmacia. Spesso si parla di costi eccessivi di trasporto: più una cooperativa è piccola, maggiore è il costo del trasporto e della logistica. In una società di farmacisti moderna le consegne non devono essere più di due al giorno perché riducendo i pezzi di consegna i costi si dilatano indebolendo la cooperativa.

Una cooperativa può diventare europea? Avete mai pensato a possibili alleanze con altre nazioni?
Il network può essere esportato tranquillamente. Penso che in un futuro daremo uno sguardo oltreconfine, in particolare in Spagna, Francia e qualche Paese dell'est. Sicuramente è meno abbordabile l'Inghilterra perché è difficile andarsi a scontrare con colossi come Boots, soprattutto prima di aver rodato questi sistemi. E' tutto in divenire, ci sono tutti i presupposti affinché quello che pensiamo di fare si sviluppi in maniera vincente ma prima di metterlo totalmente in pratica passerà qualche anno, poi probabilmente affronteremo anche Europa e l'estero.

Credete in una centrale di sistema?
Assolutamente sì, la centrale di sistema potrebbe essere quella che ci segue sull'aspetto logistico: piccoli margini per grandi numeri agevolano. Oggi una buona società di farmacie può avere 20 o 30 mila referenze, ma un magazzino che serve 3, 4 o 5 mila farmacie può arrivare, come già esiste, a 85-86 mila referenze, per soddisfare anche le richieste più particolari dei pazienti. Una piccola cooperativa non può permettersi di avere un magazzino da 80 mila referenze perché sarebbe pesantissimo economicamente.

Qual è la peculiarità della vostra associazione?
La mia cooperativa è nata con "Insieme conviene" e negli anni si è spostato con "vendere insieme migliora i margini e la professionalità della farmacia" perché se noi leviamo il farmacista dal "perdere tempo" con gli acquisti e c'è qualcuno a monte che lo fa per lui nella sua rete, lui avrà più tempo e potrà offrire più professionalità e servizi ai pazienti che si recano in farmacia. La farmacia si deve distinguere dalle altre per i servizi offerti e il farmacista deve dedicarsi a questo aspetto. Oggi nelle farmacie che fanno parte del nostro network è possibile non solo misurare la pressione ma anche delineare il profilo lipidico, misurare l'emoglobina glicata, c'è il nutrizionista, il podologo e tutte queste figure professionali che diventano parte integrante della farmacia dei servizi.