Nuovo modello di farmacia, remunerazione e presa in carico al centro dell'incontro organizzato da Svima

11/10/2021


Un'occasione per i farmacisti campani di riflettere sullo scenario presente, con le sue luci e le sue ombre, e sul futuro della farmacia italiana e dei farmacisti di nuova generazione. È stato questo al centro dell'incontro dal titolo "Il ritorno al futuro: il nuovo modello di farmacia riparte dalla professione", organizzato da Federfarma Benevento e da Farmaceutici Svima, azienda associata di Federfarma Servizi e diretta da Stefano Vallone, farmacista.

L'evento, che si è tenuto a fine settembre ed è stato presentato e moderato da Stefano Vallone, ha visto in particolare, come fil rouge, un confronto sul cambiamento e l'innovazione, ma fondamentale è stata anche la possibilità di incontrare sul territorio i vertici nazionali di Federfarma. Ad aprire i lavori Tommaso Cusano, presidente di Federfarma Benevento, che ha rimarcato l'importanza che «Federfarma Nazionale ascolti la voce della base e condivida tutte le novità riguardanti il ruolo sempre più centrale che stanno assumendo oggi i farmacisti titolari».

La farmacia italiana ha preso la parola Marco Cossolo, presidente di Federfarma, «sta spostando il suo asse portante dal mondo della pura e semplice dispensazione a quello della Relazione, con un ruolo riconosciuto da tutti, dal paziente ma anche dalla politica e dalle istituzioni». In particolare, durante la pandemia, «è diventata un pezzo indispensabile e insostituibile del Servizio sanitario nazionale, capace di dare forza a quella gestione territoriale della sanità che rappresenterà la vera sfida». Tante, non a caso, saranno le opportunità per il presente e per il futuro, «dal rientro dei farmaci nella farmacia grazie all'ampliamento della offerta in Distribuzione per conto, che oggi per la prima volta supera a quantità la diretta, fino all'autorizzazione dei prelievi per sangue capillare ai tamponi e ai vaccini». Quella di oggi, infatti, è «una farmacia che guarda con grande attenzione a tre pilastri: dispensazione, presa in carico, territorializzazione. Sono tre aree che rappresentano l'elemento portante della politica futura della farmacia, destinata a entrare con le proprie competenze e con il proprio ruolo all'interno della gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Proprio in merito a questo traguardo, ha aggiunto Gianni Petrosillo, presidente Sunifar, «la farmacia entra a pieno titolo nella Missione 5 del Pnrr: "Intervento speciale per la coesione territoriale". Attraverso questo piano si dà la possibilità anche alle farmacie rurali con meno di 3.000 abitanti di erogare i servizi territoriali richiesti dal nuovo modello sanitario e fondamentale sarà il supporto che Federfarma sta organizzando a livello centrale per aiutare concretamente i farmacisti nell'accesso ai finanziamenti (pari a cento milioni di euro)». Certo, aver gestito la pandemia «con professionalità e con tanti sacrifici, con l'efficienza e la consapevolezza di essere stati nei momenti più bui l'unico grande riferimento per una popolazione disorientata ha portato anche a un altro risultato storico: il superamento dell'attuale sistema di rimborso, introducendo finalmente il concetto di remunerazione della prestazione professionale».

Ma, ha ripreso la parola Cossolo, occorre «proseguire e incalzare per raggiungere nuovi obiettivi fondamentali, passando anche dalla revisione del Patto per la salute, in modo da poter rendere operativo il nuovo modello e definire il ruolo della farmacia nella gestione del paziente cronico. La cronicità e la correlata gestione delle pluripatologia rappresenteranno il banco di prova della farmacia. Assicurare l'aderenza terapeutica anche attraverso la implementazione della tecnologia potrà portare miglioramento in efficacia ed efficienza alle terapie e di converso farà risparmiare preziose risorse al Servizio sanitario nazionale.

In ogni caso, ha aggiunto Roberto Tobia, segretario di Federfarma e presidente eletto dell'associazione delle farmacie europee (Pgeu), «un nuovo ruolo del farmacista e una nuova farmacia per le prossime generazioni non potranno mai decollare se non inserite in un progetto più ampio di Farmacia Europea. La pandemia ha certamente inciso, influenzato e modificato le politiche verso le Farmacie nei vari Stati d'Europa. E questo è vero soprattutto in Italia, dove la farmacia è stata unica luce verde nella totale oscurità delle notti buie del lockdown. Una luce accesa che per tanti ha significato speranza. Partendo dalla situazione drammatica della pandemia si può e si deve lavorare insieme per porre le basi per un nuovo modello, per una farmacia che cambia nella direzione di un domani più solido per le prossime generazioni».

Non si tratta, comunque, ha concluso Maurizio Manna, padrone di casa e presidente dell'Ordine dei farmacisti di Benevento, nonché componente del Comitato Centrale della Fofi, «di un cambio di pelle, ma del recupero del Dna delle origini della professione. Finalmente, istituzioni e politica riconoscono che la Farmacia non è un costo, ma rappresenta una risorsa indispensabile per il cittadino e per il sistema sanitario».

Stefano Vallone, Direzione Farmaceutici Svima e farmacista.