Ciccarone (Co.ta.far.ti): al lavoro per contrastare schiavitù del grosso capitale

11/10/2016


Fondata da 9 farmacisti tarantini, nel 1974 nasce CO.TA.FAR.TI (Cooperativa Tarantina Farmacisti Titolari), prima espressione dell'attuale cooperativa. In quegli anni il cooperativismo costituiva la risposta dei farmacisti alle politiche commerciali adottate dalle aziende distributrici; storia che in qualche modo torna a ripetersi con le nuove dimensioni acquisite dai maggiori operatori del settore. I processi di cambiamento realizzati negli ultimi anni (basati su un sistema di valori condiviso tra struttura e Soci), segnano il passaggio da un approccio product-oriented a un approccio marketoriented. Siamo passati quindi da un'idea di cooperativa che soddisfa il bisogno primario di fornitura di prodotti alle condizioni economiche più vantaggiose, ad un'idea di cooperativa che cerca di soddisfare i molteplici bisogni dei clienti del farmacista titolare di farmacia nell'ambito di un orizzonte temporale di riferimento di medio-lungo periodo. A parlarne con F-online è il presidente della cooperativa Giuseppe Ciccarone.

Ingresso del capitale, come vi comporterete al riguardo?

Molti ed autorevoli colleghi hanno già evidenziato le opportunità ed i rischi rappresentati dall'ingresso del "capitale". Premesso che il "sistema farmacia italiana" (Farmacista titolare e gestione della sua realtà commerciale) si salva e salvaguardia nel suo insieme, ritengo che, salvo poche eccezioni comunque non rappresentative del sistema né in potere di salvaguardarlo, la farmacia italiana non sia in grado di gestire il "capitale", anche perché le risorse disponibili e la parcellizzazione degli interlocutori non rendono credibile il singolo farmacista. Ma, facendo di necessità virtù, forse, se ben strutturati, i punti deboli possono diventare valore aggiunto per una farmacia e un farmacista del futuro.

La strategia aziendale. Nel breve periodo come vi muoverete?

Al di là dei piani aziendali, fatti da numeri e cifre, tutto si riassume nella centralità del socio. È convinzione assoluta della CO.TA.FAR.TI. che la qualità della presenza di una società di distribuzione di farmacisti possa essere affermata solo in un contesto societario di forte coinvolgimento di tutti gli azionisti, con i quali siano condivisi valori quali l'efficienza, la cooperazione, il lavoro di squadra, il dialogo aperto e costruttivo tra le varie componenti istituzionali, il principio della responsabilità personale e della affidabilità dei processi. Tutto questo, indipendentemente dai nuovi livelli dimensionali aziendali, è patrimonio inestimabile che andrebbe salvaguardato dai farmacisti nel proprio interesse, senza disperdere l'attenzione nei più disparati 0,...%.

Applicate le stesse condizioni commerciali a tutti i soci?
Trattandosi di una cooperativa la mutualità è la condizione unica di riferimento. I nostri soci ricevono le stesse condizioni di sconto a parità di percentuale di adesione, calcolata in funzione del loro specifico fatturato; ciò rende la piccola farmacia uguale nel trattamento alla grande farmacia.

Quali sono i costi più importanti?
I costi di logistica e tecnologia, compresi HW e SW.

Una cooperativa può diventare europea? Avete mai pensato a possibili alleanze con altre nazioni?Dalla Puglia, se dovessi pensare all'Europa, vedrei in ogni caso solo nella Grecia un interlocutore; ma la diversità dei sistemi e delle politiche sanitarie, dei prezzi differenti, la non uniformità dei confezionamenti, la mancanza di un unico Aic rendono difficile il concretizzarsi di collaborazioni, almeno nel breve periodo. Dunque, le rispondo "Sì" in riferimento a logiche di tipo industriale, "No" per le dinamiche culturali che caratterizzano il settore.

Credete in una centrale di sistema?
Sicuramente la centralizzazione di alcune prerogative aziendali potrebbe migliorare le performance, e così ottimizzare dei processi evitando inutili duplicazioni.

Qual è la peculiarità della vostra associazione?
La nostra cooperativa rappresenta non solo singoli farmacisti titolari, ma anche un'azienda e un territorio. Forse dimentichiamo che i presunti costi di gestione hanno una ricaduta positiva sul territorio, generando ulteriori lavoro e quindi ricchezza. A chiosa di questa breve chiacchierata, impossessandomi ed utilizzando parole non mie, vorrei lasciarla con un monito ed un auspicio:
"Poiché la visione moderna della vita, nel suo materialismo, ha tolto al singolo farmacista ogni possibilità di conferire al proprio destino qualcosa di trasfigurante, di vedervi un segno e un simbolo, noi CoTaFarTi, fino ad oggi, abbiamo garantito tutto questo ai nostri soci, così da evitare la schiavitù del grosso capitale che inevitabilmente porterà un impoverimento delle nostre realtà e dei nostri territori, destinandoci già da oggi alla più tetra e la più disperata delle schiavitù di quante mai se ne siano conosciute". Finché ci saremo, cercheremo di scongiurare tutto questo.