Mascherine e prezzo calmierato, le richieste dei distributori sul ristoro

13/07/2020


Stanno proseguendo gli incontri per definire la procedura di rimborso della differenza tra il costo di acquisto delle mascherine chirurgiche e il prezzo calmierato, che interessa le farmacie, per le quali il tetto di vendita al pubblico è stato fissato in 50 centesimi (senza Iva), e la distribuzione intermedia, con un limite di 40 centesimi. In particolare, i principi sono stati fissati all'interno del Protocollo e del successivo Addendum stipulati tra la filiera e il Commissario straordinario, Domenico Arcuri, e riguardano acquisti di mascherine chirurgiche avvenuti complessivamente dal 27 aprile fino a fine giugno, ma, attraverso incontri con la filiera, si stanno definendo i dettagli operativi, che andranno a confluire in un Documento tecnico. A emergere dai confronti avuti fino ad ora - con un ultimo appuntamento a inizio luglio, che ha visto la partecipazione anche di Federfarma Servizi e Adf, e un altro in via di definizione a breve - è una comune condivisione di quella che è stata la ratio alla base del Protocollo e dell'Addendum, cioè la necessità di rendere disponibili per la popolazione il maggior numero di mascherine al prezzo imposto, anche quando acquistate a un costo maggiore. Per questo, la sensazione che si respira all'indomani dell'ultimo incontro è che, a fronte di un clima di collaborazione, le procedure di ristoro, laddove i canoni previsti negli accordi vengano rispettati, non dovrebbero subire intoppi.

Tra i punti di cui si è parlato, a ogni modo, ci sono alcune situazioni che differenziano la distribuzione intermedia rispetto alle farmacie e la necessità di dirimere una serie di questioni sollevate dalle rappresentanze dei grossisti. In particolare, è stato sottolineato che la fornitura della distribuzione intermedia non è, come quella della farmacia, esclusivamente al dettaglio, ma è stata diretta anche a case di cura, ambulatori, aziende. Si tratta comunque di rifornimenti che sono andati a vantaggio della popolazione generale, ma le due sigle sono in attesa di capire come verranno interpretate e se potranno rientrare tra i quantitativi oggetto di ristoro. Intanto, in attesa di una risposta, sono stati definiti da entrambe le parti i soggetti unici a cui dovranno confluire le richieste di ristoro da parte delle varie società e che saranno incaricati dell'emissione della fattura alla struttura commissariale: per quanto riguarda Federfarma Servizi, la scelta è andata a Federfarma.co.