Mascherine, da Antitrust disco verde su prezzo massimo: «Accesso a beni essenziali va garantito»

08/06/2020


L'eccezionalità della emergenza sanitaria che stiamo vivendo può comportare la necessità per le imprese di cooperare per far fronte, o quanto meno mitigare, le conseguenze più drammatiche della crisi, a beneficio della collettività, per esempio al fine di garantire la fornitura e l'equa distribuzione di prodotti essenziali a tutti i consumatori. Le norme di concorrenza garantiscono che le imprese possano confrontarsi alla pari: questo obiettivo resta importante anche in un momento di emergenza. Tuttavia, le regole di concorrenza nazionali ed europee sono dotate di meccanismi che consentono di tener conto, quando appropriato e necessario, del modificarsi delle condizioni. Nelle circostanze attuali, l'Autorità non intende intervenire nei confronti di misure necessarie, temporanee e proporzionate, adottate per scongiurare la scarsità delle forniture.

Queste le premesse - contenute nella Comunicazione dell'Autorità Garante della Concorrenza sugli accordi di cooperazione del 24 aprile - alla base del parere dell'Antitrust che ha espresso valutazione favorevole al Protocollo su prezzo e fornitura di mascherine chirurgiche, siglato tra la struttura commissariale e la filiera.


La necessità di fornire beni essenziali prevale

Come si ricorderà, il 24 aprile l'Antitrust ha emesso una Comunicazione per la gestione, anche sotto il profilo della garanzia concorrenziale, della crisi sanitaria. «La reazione all'emergenza del Covid-19», vi si leggeva, «può rendere necessario ampliare la cooperazione tra imprese per ovviare a carenze di approvvigionamento» o per evitare «il rischio che ci si concentri, per esempio, sulla produzione di specifici farmaci o dispositivi medici a scapito di altri, altrettanto essenziali». Tali iniziative «in tempi "normali" risulterebbero senz'altro problematiche», in particolare in riferimento alla «loro compatibilità con le norme a tutela della concorrenza». Dall'altra parte «è di fondamentale importanza assicurare che i prodotti considerati essenziali per la gestione dell'emergenza restino disponibili a prezzi concorrenziali». Per questo, «l'Autorità (in coerenza con gli orientamenti espressi dalla Commissione europea) potrebbe valutare» eventuali accordi di cooperazione «con maggiore flessibilità» e anche accordi verticali che «consentono alle imprese di fissare dei prezzi massimi potrebbero risultare utili». La «possibilità di notificare preventivamente all'Autorità accordi tra imprese riveste oggi un ruolo marginale, atteso che le imprese procedono ormai all'autovalutazione delle intese», ma, in questo frangente, per «accelerare la predisposizione di tutte le misure e le iniziative necessarie» l'Autorità «è pronta a offrire tutte le indicazioni alle imprese o alle associazioni di categoria», esprimendo «tempestivamente le proprie valutazioni in relazione alla legge antitrust (L. n. 287/90) con una comfort letter».


Protocollo e Addendum: da Federfarma Servizi e Adf chiesto parere preventivo

Proprio sulla base di questa possibilità, Adf e Federfarma Servizi hanno sottoposto all'Autorità un'istanza relativa al Protocollo del primo maggio (e all'Addendum del 13), siglato tra struttura commissariale e filiera, in merito alle mascherine chirurgiche da distribuire in farmacia e parafarmacia, per chiedere preventivamente una pronuncia ed evitare il rischio di istruttorie e relative sanzioni. Secondo il diritto antitrust, infatti, ricorda una circolare di Federfarma Servizi, «accordi di questo tipo - ovvero intese di cooperazione verticale tra produttori e distributori aventi per oggetto la fissazione di un prezzo unico di un determinato prodotto, il suo acquisto congiunto su tutto il territorio nazionale, nonché la fissazione di un ricarico prestabilito per la distribuzione intermedia - sono, in tempi ordinari, da considerare del tutto contrari al diritto antitrust vigente». Ma vanno inquadrati nella necessità «di colmare temporaneamente l'asimmetria tra domanda e offerta di prodotti afferenti all'emergenza sanitaria». D'altra parte, «gli accordi raggiunti non prevedono forme di coordinamento ulteriori rispetto a quelle strettamente necessarie, lasciando la possibilità per le imprese di definire in modo autonomo le proprie strategie imprenditoriali», anche alla luce del fatto che a essere fissato è un prezzo massimo.


Da Agcm parere favorevole: accordo temporaneo che garantisce protezioni a cittadini

Nella riunione del 27 maggio, come si apprende da un recente comunicato stampa dell'Agcm, è stato dato parere positivo, applicando per la prima volta la Comunicazione del 24 Aprile: «L'accordo in questione», infatti, «eÌ volto a gestire un approvvigionamento efficace e omogeneo di mascherine chirurgiche sull'intero territorio nazionale, assicurando che la collettività possa agevolmente rifornirsi di tali dispositivi essenziali di protezione personale presso le farmacie e parafarmacie. In considerazione della situazione eccezionale di emergenza sanitaria e della durata temporalmente limitata dell'accordo di cooperazione, l'Autorità ha quindi ritenuto che non vi siano, allo stato, elementi che giustifichino un approfondimento istruttorio».