L'esperienza delle cooperative. Da Farmacentro una campagna per corretti comportamenti

06/04/2020


Mentre le misure di contenimento a livello nazionale sono, per ora, previste fino al 13 aprile e non è ancora chiaro che cosa succederà dopo, sta iniziando a prendere piede una discussione sulle possibili ipotesi per la cosiddetta fase 2, di ripresa graduale delle attività e di convivenza con il Covid-19. Se, come sembra emergere per ora, distanziamento sociale e igiene saranno i requisiti base, campagne di sensibilizzazione e comunicazione dirette ai cittadini, già oggi fondamentali per sostenere la popolazione in questo momento, diventeranno ancora più importanti. Come quella avviata settimana scorsa da Farmacentro nelle farmacie della rete Mia farmacia - 325 esercizi tra Emilia Romagna, Umbria, Marche, Toscana e Lazio - che, attraverso i social Facebook e Instagram e affissioni nei punti vendita ha cercato di sensibilizzare e diffondere le raccomandazioni del ministero della Salute sulle norme igieniche, corretti comportamenti in farmacia e in generale quando si è all'aperto o a casa, i numeri verdi utili, Regione per Regione.

A fare il punto, nella rubrica di F-Online dedicata a raccogliere le esperienze e il vissuto di questo periodo da parte della distribuzione intermedia di proprietà di farmacisti, è Marco Mariani, direttore Marketing, vendite e retail di Farmacentro.

Farmacentro è una realtà diffusa in diverse Regioni. Quali criticità state incontrando nell'espletare il servizio, da quando sono stati avviati i primi provvedimenti, nazionali e regionali, di contenimento del Coronavirus?
Ci sono problemi di approvvigionamento nel canale, per alcune referenze di cui la domanda del pubblico ha superato le giacenze e, in alcuni casi, anche la capacità produttiva delle aziende stesse. Dobbiamo ricordare che questa pandemia ha sbaragliato tutte le possibili programmazioni, portando i cittadini a usare dispositivi di protezione individuale (Dpi) prima scarsamente venduti, come mascherine e guanti monouso. Una difficoltà ulteriore è quella legata ai trasporti, viste le inibizioni agli spostamenti in alcuni territori, i controlli sulle persone e la necessità di mantenere una distanza di sicurezza. Ma devo dire che la macchina della distribuzione intermedia, anche grazie al sostegno di Federfarma Servizi, continua la sua operatività in modo impeccabile, anche se con qualche piccolo ritardo. La nostra associazione di rappresentanza ci sta aiutando su tutti i fronti, nel reperimento dei Dpi o nell'adeguamento ai molti passaggi normativi che si succedono in questa che, ormai, pare proprio una economia di guerra. Le difficoltà sono molte, perché molti di noi hanno dovuto cambiare modo di lavorare. Per esempio, in Farmacentro, sanifichiamo gli ambienti di lavoro e il magazzino con frequenza, lavoriamo con strumenti di protezione individuale, dal lockdown chi può lavora in smart working garantendo continuità, chiudendo accordi con le industrie e fornendo i servizi essenziali alle farmacie associate. Le industrie hanno molte persone in telelavoro, ma nonostante questo ci aiutano a garantire un livello di servizio molto alto. Devo dire che il nostro settore è anticiclico: lavoriamo quando altri sentono la crisi. Un plauso va a tutti i lavoratori e gli attori della filiera: industria, distribuzione, corrieri e farmacie, che con spirito di sacrificio e abnegazione, ogni giorno permettono ai cittadini italiani di continuare a trovare nella farmacia un punto fermo. I distributori come Farmacentro hanno lavorato in modo molto duro nelle ultime settimane, allestendo molti più pezzi del normale e sottoponendo il personale di magazzino a un superlavoro per far fronte al momento emergenziale.

Quale situazione riscontrate tra le farmacie?
I farmacisti sono veramente in trincea in questo periodo e spesso combattono senza gli adeguati dispositivi di protezione. Sono encomiabili. A loro va il nostro plauso da cittadini, perché come i trasportatori, i medici e gli infermieri, anche loro sono un punto cardine per le famiglie italiane. Ho dovuto indossare la mascherina e i guanti per andare a fare la spesa e posso capire cosa possa significare indossarle per 12 ore e continuare a lavorare. Tutto questo - in condizioni precarie di sicurezza e di approvvigionamento - rende il loro lavoro più difficile da eseguire. Molte farmacie si sono dotate di schermi protettivi in plexiglass da apporre sul banco, per diminuire le probabilità del contagio, creando una barriera fisica tra loro e clienti, ma con grande sofferenza. Perché il farmacista è un amico insostituibile per i cittadini. In farmacia si trova sempre un consiglio, tanto più in questo periodo in cui i medici di famiglia sono sotto pressione. Insomma, anche a loro va il nostro attestato di solidarietà e un grazie, perché nonostante la normale paura, le farmacie restano aperte e continuano a svolgere il loro importante ruolo sociale per la tutela della salute pubblica.

Quali difficoltà eventuali nel reperimento di determinati prodotti quali mascherine, gel, o altro? Quale la situazione dei prezzi?
Ci sono alcune difficoltà nel soddisfare in tempi brevi la mutata richiesta dei cittadini su alcuni prodotti. Per certi prodotti è scattato la tendenza a fare scorte da parte del consumatore finale, mettendo l'intero sistema sotto stress. Parlo degli antipiretici, dei gel disinfettanti, dell'alcol, della vitamina C, degli stimolanti del sistema immunitario, dei termometri a infrarossi e dei saturimetri, necessari per conoscere il livello di ossigeno nel sangue. Spero che nei prossimi giorni questi problemi trovino una soluzione, e sono ottimista perché per alcune sku gli approvvigionamenti stanno arrivando, per esempio nel segmento dei disinfettanti e igienizzanti la situazione sembra essersi normalizzata. Sul tema dei prezzi, da quella che è la nostra percezione, l'industria sta dimostrando grande serietà così come il resto della filiera. Sicuramente qualche mela marcia ci sarà stata nell'ultimo miglio, ma le istituzioni hanno vigilato e hanno subito smascherato chi ha messo in pratica comportamenti opportunistici e amorali in un momento difficile come questo. Ma devo dire che l'etica professionale l'ha fatta, per fortuna, da padrona. Per le mascherine auspichiamo un calo dei prezzi a breve.

Quali misure di tutela mettete in atto per i vostri dipendenti e nei confronti delle farmacie con cui entrare in contatto?
Tutti gli operatori operano con Dpi e mantengono le distanze di sicurezza indicate dal governo e dall'Oms. I nostri magazzini vengono costantemente sanificati. Tutti i dipendenti, per i quali sia possibile, lavorano in smart working. Le regole di buon comportamento e igiene personale e pubblica sono state diramate fin da subito.

Quali iniziative a sostegno delle farmacie e dei cittadini?
Abbiamo avviato una campagna di comunicazione attraverso i nostri canali social, Facebook e Instagram, con l'hashtag #iorestoacasa, perché i cittadini non si muovano dal loro domicilio e compiano tutte le azioni indicate dall'Oms per evitare il contagio. Attraverso questi canali diffondiamo consigli utili legati all'igiene e alle norme di comportamento, ai corretti stili di vita. In più, seguendo lo stimolo dell'amico Nicola Posa, Senior Partner di Shackleton, con la campagna #iofacciolamiaparte, abbiamo agito per ribadire l'importanza del ruolo dei farmacisti al banco in questi giorni e abbiamo inviato alle farmacie del network una serie di cartelli personalizzati per Mia Farmacia - sei gruppi di sette locandine, differenziate per Regione - tra cui poter scegliere quelli più idonei al proprio contesto. L'obiettivo è quello di fornire informazioni utili al cittadino, anche su come comportarsi in farmacia. Sempre nell'ambito della campagna, diffondiamo a cadenza giornaliera consigli di vario genere su come impegnare il tempo da passare a casa. Per esempio, abbiamo pubblicato diversi post sugli esercizi fisici da fare tra le mura domestiche, per mantenere uno stile di vita salubre ed evitare fenomeni come il burnout. E dato che vogliamo anche contrastare l'infodemia, cioè la proliferazione di notizie che alterano o distorcono la realtà, per le nostre comunicazioni facciamo riferimento soltanto a fonti istituzionali, come Oms, Istituto superiore della sanità e ministero della Salute.