L'ESPERIENZA DELLE COOPERATIVE: TRA DIFFICOLTÀ E PAURE, ECCO COME GARANTIAMO IL SERVIZIO

23/03/2020


Dai primi casi di contagio accertati a oggi, sono stati diversi i provvedimenti per il contenimento del coronavirus che si sono susseguiti, con misure via via più restrittive e che hanno interessato man mano tutto il territorio italiano. E, mentre molte attività produttive considerate non essenziali sono invitate a chiudere, la filiera farmaceutica è sempre operativa, e, attraverso la rete dei farmacisti, continua a essere al fianco dei cittadini. F-online sta raccogliendo le esperienze e il vissuto di questo periodo da parte della distribuzione intermedia di proprietà di farmacisti e in questa prima puntata a raccontare i primi giorni è Vittorino Losio, presidente di Cef.

Quale criticità state incontrando nell'espletare il servizio sul territorio?
Pur essendo una delle realtà più importanti nella distribuzione del farmaco, Cef ha avuto un forte contraccolpo dalla pandemia Covid in Italia: abbiamo dovuto, nel giro di una settimana, mettere in smart working oltre 150 collaboratori per garantire che i servizi essenziali di raccolta ordini, acquisti e amministrazione potessero continuare a funzionare. Ma, soprattutto, sono stati i magazzini a dover ammortizzare l'emergenza con numeri che hanno registrato anche il 50% in più di righe ordinate in una giornata. Abbiamo avuto magazzini che per giorni hanno continuato ad allestire ben oltre il normale orario di lavoro, con uno sforzo veramente significativo da parte di ogni nostro reparto. Tutto questo mentre cresceva la paura per il contagio e, in noi, la preoccupazione di dover garantire, da un lato, la continuità del servizio di consegna di farmaci e, dall'altro, la tutela della salute dei nostri collaboratori. Insomma, una vera maratona, in mezzo a mille difficoltà, ma che stiamo affrontando con il massimo impegno, nella consapevolezza di essere anche noi in prima linea in questa battaglia.

Quale situazione rilevate tra le farmacie?
I farmacisti, i nostri soci, sono da encomiare, perché si trovano al fronte senza armi: con pochi mezzi di protezione individuale e spesso esposti al contagio, stanno garantendo il servizio per la cittadinanza. Le visite ambulatoriali ordinarie sono sospese, gli ospedali sono off-limits, e per tanti nostri concittadini, soprattutto per le persone sole, più anziane e fragili, non resta che la farmacia come luogo in cui trovare una parola di conforto, un consiglio per la propria salute. Sono momenti come questi a farci capire quanto sia importante avere una farmacia aperta vicino a casa, con un professionista in grado di rispondere con competenza alle nostre richieste su temi così delicati. Insomma, si tratta di un servizio fondamentale. E speriamo poi che questo sforzo per garantire l'assistenza sarà un elemento da non dimenticare quando si tornerà a parlare di tagli al servizio sanitario, di liberalizzazioni. I farmacisti stanno scrivendo con orgoglio una pagina importante della loro storia, ma non sono esenti dallo sconforto: i mancanti aumentano, le consegne si fanno più rade, le richieste più pressanti, la paura anche per la salute personale fa breccia. Ma nonostante tutto, continuiamo a lavorare e a garantire il necessario supporto e servizio ai cittadini.

Quali difficoltà incontrate nel reperimento di prodotti quali mascherine, gel, o altro? Quale la situazione dei prezzi?
Per questi dispositivi, e soprattutto per quelli di protezione individuale, è un vero caos: i nostri abituali fornitori sono risultati fin da subito sprovvisti, con un disagio per le farmacie, perché non potevamo soddisfare le loro richieste. Ogni giorno poi riceviamo proposte di ogni tipo, da ogni parte del mondo, da parte di trader senza scrupoli che nel momento della difficoltà e del bisogno cercano di fare affari sulla pelle dei cittadini. Spesso queste proposte sono risultate delle vere e proprie truffe; altre volte l'arrivo delle merci richieste è stato bloccato in dogana o il carico requisito. Una vera odissea.
Il mercato poi ha visto prezzi alterati, con rincari che hanno raggiunto il 300%. Ora le mascherine arrivano con il contagocce e, una volta garantito l'approvvigionamento interno per poter far lavorare in sicurezza i nostri collaboratori nei magazzini, nel giro di pochi minuti vengono di nuovo esaurite. Ma se lo Stato, la Protezione Civile e le Regioni non riescono a reperire sul mercato internazionale adeguati mezzi di protezione individuali per i propri medici, per gli infermieri, per le forze dell'ordine, è evidente che c'è un problema più complessivo. Altri prodotti sempre più richiesti e la cui disponibilità va tenuta sotto controllo sono le bombole d'ossigeno per i pazienti che vengono dimessi con prescrizione di ossigeno terapeutico. Le richieste in questa direzione sono aumentate notevolmente e i fornitori abituali faticano a soddisfare la domanda.

Nelle prime due settimane, le misure di contenimento avevano isolato la cosiddetta zona rossa. In che maniera siete riusciti a garantire il servizio?
Il giorno stesso dell'istituzione della zona rossa i nostri mezzi hanno consegnato nelle farmacie isolate, ovviamente mettendo a punto, nel giro di qualche ora, tutte le necessarie procedure per effettuare le consegne in sicurezza e tutelare la salute di tutti: i nostri operatori adeguatamente istruiti e protetti; i medicinali posti all'interno di scatole a perdere; i mezzi segnalati alle forze dell'ordine e sanificati al termine del servizio. Non abbiamo avuto neppure problemi nel reperire volontari per la consegna: tutti si sono messi a disposizione con spirito di servizio.


Quali misure di tutela mettete in atto per i vostri dipendenti e nei confronti delle farmacie con cui entrare in contatto?
Innanzitutto, il mezzo più importante di tutela è la comunicazione: fin dall'inizio dell'emergenza abbiamo costantemente informato i dipendenti delle misure di prevenzione necessarie per il contenimento: la distanza, il lavaggio accurato delle mani, il divieto di sosta nelle aree comuni e la sensibilizzazione per una costante e accurata pulizia delle postazioni di lavoro. Abbiamo poi predisposto, nei luoghi a maggior traffico, dispenser con detergente idroalcolico e consegnato a tutti un kit di protezione con guanti monouso, mascherine e gel che via, via, cerchiamo di riapprovvigionare. Inoltre, dalla settimana scorsa abbiamo attivato un servizio su base volontaria di misurazione della temperatura all'ingresso in tutti i nostri magazzini e stiamo procedendo alla sanificazione profonda di tutti i nostri siti. Infine, anche il personale addetto alle consegne alle farmacie è stato adeguatamente istruito sulle disposizioni di tutela e, quando possibile, fornito di guanti e mascherine. Tutte queste procedure sono state adottate anche nelle farmacie di proprietà alle quali, per maggior sicurezza, sono stati forniti dei distanziatori da banco in plexiglass trasparente e degli adesivi da applicare sul pavimento per indicare le distanze di sicurezza.

Quali richieste vorreste indirizzare eventualmente a governo e istituzioni?
Vorrei ringraziare innanzitutto l'Ordine, Federfarma e Federfarma Servizi che in queste settimane hanno informato con costanza la categoria, riuscendo a fornire un servizio prezioso di contestualizzazione delle disposizioni governative. Probabilmente è mancato, invece, fin da subito, da parte del governo un atteggiamento forte e rigoroso, con informazioni chiare e precise su come poter agire per il meglio, mentre spesso si è andati per interpretazioni. Fa effetto a ogni modo che un grande Paese come l'Italia, una vera potenza manifatturiera con industrie che tutto il mondo ci invidia, non abbia messo in campo, fin dall'inizio, impianti di produzione massiva di un prodotto come i respiratori per le terapie intensive che oggi, per tanti pazienti, fa la differenza. Mi auguro poi che si possano mettere in funzione alcuni impianti per produrre su larga scala il primo dispositivo di sicurezza individuale: le mascherine. È vero che stare a casa ed evitare i contatti è la forma migliore di contenimento, ma i nostri magazzinieri devono venire ad allestire e i nostri farmacisti devono poter aprire le farmacie.