Experta, un format che riporta al centro il paziente e il farmaco

11/04/2017


Rimettere al centro il farmaco e la professionalità del farmacista, attraverso l'offerta di soluzioni di salute e di aderenza alla terapia, valorizzare l'imprenditorialità, lasciando libero il titolare di rapportarsi al territorio in cui opera, cogliendone i bisogni, sfruttare le opportunità della digitalizzazione per integrare il punto vendita fisico con un supporto domiciliare al paziente. Sono queste alcune delle caratteristiche del network Experta, nata nel 2016. Ce ne parla, Marco Cossolo, Amministratore Delegato di UniNetFarma.

Partiamo dalle caratteristiche: quanti presidi e che idea c'è alla base?
Per ora contiamo dieci farmacie sul territorio piemontese, ma le previsioni sono di raggiungere, entro la fine dell'anno, quota venti. Il network, che è stato ideato da UniNetFarma, propone una nuova concezione di farmacia ed è a disposizione dei titolari che vogliono rimanere indipendenti, ma non soli. Perché essere imprenditori non significa essere soli.

In che modo?
Le farmacie Experta sono unite in un contratto di rete soggetto, un istituto innovativo nella nostra giurisdizione. I farmacisti che vogliono entrare nel network diventano essi stessi proprietari del marchio e gli utili derivanti dalla valorizzazione del brand rimangono in capo a loro. In questo senso Experta è diversa da un franchising o da un contratto di affiliazione o di servizi. Per noi, fondamentale è valorizzare l'imprenditorialità.

Che cosa intende?
L'assortimento è libero: i farmacisti non si devono adeguare a scelte dettate a livello centrale e a meccanismi di tipo commerciali, ma c'è una delega dell'acquisto per avere maggiore forza contrattuale. Noi riteniamo che nessuno conosca così bene il proprio mercato e la propria zona come il titolare di farmacia, che tutt'al più può aver bisogno di riorganizzare, dal punto di vista manageriale, le sue conoscenze. La rete Experta non omologa le farmacie, ma le affianca perché possano offrire il miglior servizio al paziente. Di fatto, ognuno propone una risposta ai bisogni del territorio, anche in base alle proprie competenze. E da parte nostra, mettiamo a disposizione strumenti di analisi dei fabbisogni della zona.

Quale concept di farmacia esprimete?
Il nucleo fondante del posizionamento di Experta è che siamo farmacisti e, prima di tutto, ci occupiamo di farmaco. Valore e punto di forza è proprio la professionalità del farmacista, che si concentra sulla gestione e il corretto uso del farmaco come strumento per la presa in carico del paziente. Quello che offriamo è un servizio qualificato basato sul rispetto di standard professionali che vengono costruiti con rigore metodologico in collaborazione con le società medico-scientifiche e le aziende farmaceutiche. L'idea è cioè fornire alle farmacie protocolli e linee guida di comportamento - alcune già definite, altre in via di definizione - sulla base delle quali costruire un modus operandi, che diventa, anche grazie alla standardizzazione, riconoscibile da parte dei cittadini. In questo senso, guardiamo anche con interesse alle linee guida che sta per proporre la Fofi, da sempre garante della professionalità del farmacista. E certamente, partendo da questi presupposti, per offrire i servizi si tenderà a creare sul territorio relazioni con medici di medicina generale e specialisti e con le aziende farmaceutiche.

Nel concreto come è organizzato il presidio?
Experta ha un format ben riconoscibile, ma un aspetto fondamentale è la personalizzazione. Almeno in una delle vetrine deve essere presente l'immagine dell'équipe professionale della farmacia e la proposta di servizi. All'interno, a guidare l'organizzazione degli scaffali è il bisogno di salute, perché il principio è che le farmacie Experta non vendono prodotti, ma offrono ai cittadini soluzioni di salute. Per ogni esigenza, accanto al prodotto il paziente trova consigli e un'offerta di servizi e prestazione collegate. E anche su questo fronte, il farmacista può specializzarsi nelle aree che ritiene più importanti rispetto al suo territorio. A suo supporto, ci sono brochure con la descrizione dei servizi della singola farmacia.

Quale offerta per i cittadini?
Molti sono i servizi messi a disposizione dalle farmacie Experta, che stiamo cercando di portare in tutti i presidi: Moc, holter pressorio, elettrocardiogramma, screening dell'efficienza del sistema venoso, e così via. Ma la cifra che ci contraddistingue è l'integrazione nel punto vendita con il mondo digitale, che da molti viene visto come concorrenziale invece che come un'opportunità per sviluppare un servizio vicino al cittadino. Experta si prende cura del paziente anche a casa, affiancando il «fisico» a tecnologie digitali, tra le quali l'app per l'aderenza alla terapia (Carepy), la tecnologia beacon, la piattaforma per l'assistenza domiciliare che permette di mettere in contatto domanda e offerta e di prenotare un servizio infermieristico a casa, in collaborazione con l'Ipasvi.

Come funziona la App?
Carepy ricorda all'utente quando assumere i medicinali, segnala se una confezione è in esaurimento, tiene traccia della scadenza dei farmaci. È poi disponibile una funzione per attivare un collegamento diretto tra utente e farmacia di riferimento, utile anche per la raccolta di dati ed effettuare statistiche.

Quali strategie per il futuro? Avete intenzione di ampliarvi?
Riceviamo richieste di partecipazione da tutta Italia e sulla base di questo stiamo valutando, pur non avendo ancora fatto approfondimenti al riguardo, l'opportunità di proporre il modello Experta anche al di fuori della nostra regione, prescindendo dalla presenza del distributore intermedio di fiducia. Si tratta di una modalità su cui vorremmo avviare una riflessione e personalmente credo potrebbe essere una via, nei territori in cui operano cooperative di farmacisti, stipulare accordi in questa direzione.

Ingresso del capitale, più timori o opportunità?
Si discute tanto di questo tema. Per quanto ci riguarda, avremmo comunque proposto il modello Experta perché è un progetto di identificazione e di posizionamento della farmacia - che orami era necessario - e soprattutto di definizione di standard che ci mettono nella condizione di andare incontro alle sfide dell'assistenza territoriale e della cronicità. Piuttosto, si può dire che il capitale all'orizzonte ha dato un impulso all'adesione a questo o ad altri modelli.

Come guardate alla sanità privata?
Con interesse e in particolare per assicurazioni o fondi di acquisto di sanità collettiva. D'altra parte, proprio recentemente, nel contratto nazionale dei metalmeccanici è stato previsto un fondo integrativo assicurativo sul modello di quello dei dirigenti (si veda per esempio il Fasi). E, in particolare in Piemonte, si tratta di un contratto che incide parecchio.