Farmaci anti-Covid, il punto sulle cure domiciliari. In arrivo terapie di più facile gestione

20/12/2021


Sono in arrivo anticorpi monoclonali per impiego a domicilio e due farmaci antivirali specifici, terapie "più facili da usare" che potrebbero presto diventare parte integrante della gestione a casa dei pazienti Covid. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il presidente dell'Aifa Giorgio Palù, in audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato.

Anticorpi monoclonali somministrabili per via sottocutanea o intramuscolare
«L'Aifa», ha detto Palù, «sta attualmente valutando due antivirali specifici. Uno è l'antivirale orale molnupiravir e un altro è un inibitore della proteasi, per i quali abbiamo appena ricevuto il dossier. L'Ema li sta ancora valutando, l'intendimento, nell'ottica di massima cautela, sarebbe quello di approvvigionarsi».
Novità anche sul fronte degli anticorpi monoclonali, farmaci da utilizzare in persone colpite dal virus, nelle prime fasi dell'infezione e non oltre i primi giorni dall'inizio dei sintomi, autorizzati per uso emergenziale in Italia a febbraio 2021 e con il quale sono finora stati trattati quasi 20.000 pazienti a rischio di una forma grave di malattia. All'epoca, ha aggiunto Palù, «sono stati autorizzati quelli di diverse aziende e altri sono ancora oggetto di valutazione, ma finora il loro impiego è stato limitato da inadeguatezza logistica». L'uso, lo si ricorda, richiede infusione endovena per un'ora e osservazione per un'altra ora e questo avviene quasi sempre in regime ospedaliero. «Si stanno oggi valutando nuovi monoclonali diretti contro la proteina S, la stessa utilizzata per indurre risposta anticorpale con i vaccini, e in grado di neutralizzare con altissima efficacia il virus, bloccando l'infezione e non solo la malattia. Credo che presto avremo a disposizione, monoclonali somministrabili per via sottocutanea o intramuscolare e in questo caso si potrà intervenire a casa del paziente, senza intasare ospedali e pronto soccorso». Sempre sugli anticorpi monoclonali, GlaxoSmithKline e Vir Biotechnology hanno reso noto che l'anticorpo monoclonale sperimentale sotrovimab «conserva la propria efficacia anche contro la variante Omicron». Sempre da Gsk arrivano risultati positivi dal trial per il vaccino anti-Covid sviluppato da Medicago-Gsk che ha superato con successo la sperimentazione di fase III, dimostrando un'efficacia complessiva del 71%. Le due aziende spiegano che si tratta di un nuovo prodotto a particelle pseudovirali che contiene una riproduzione della struttura esterna del virus, senza il materiale genetico responsabile della sua replicazione e dell'infezione.

Efficace gestione domiciliare con diagnosi e terapia precoci. Lo studio italiano
A supporto della strategia che prevede la gestione domiciliare dei pazienti Covid è in pubblicazione uno studio che ha eseguito un'analisi retrospettiva sugli esiti e sui tassi di ospedalizzazione di pazienti in Italia con diagnosi confermata precoce e trattati a casa entro 3 giorni o dopo 3 giorni dall'insorgenza dei sintomi con farmaci di prescrizione e non di prescrizione tra novembre 2020 e agosto 2021.
«La diagnosi precoce e la gestione precoce dei pazienti hanno ridotto la durata dei sintomi del COVID-19 e ridotto praticamente a zero il tasso di ospedalizzazione», spiegano gli autori in una nota stampa. Per la ricerca, disponibile in anteprima sulla rivista Medical Science Monitor, sono state analizzate le cartelle cliniche di una coorte di 158 pazienti italiani con Covid-19 in fase precoce trattati a domicilio: «I trattamenti eseguiti», spiega l'abstract, «includevano indometacina, aspirina a basso dosaggio, omeprazolo e un integratore alimentare a base di flavonoidi, più azitromicina, eparina a basso peso molecolare e betametasone secondo necessità. L'associazione della tempestività del trattamento e delle variabili cliniche con la durata dei sintomi e con il rischio di ricovero è stata valutata mediante regressione logistica». Il lavoro ha, come prima firma, quella di Serafino Fazio, componente del Consiglio Scientifico del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, già docente di Medicina interna all'Università di Napoli. I co-autori sono Paolo Bellavite (già docente di Patologia generale alle Università di Verona e di NgoziBurundi), Elisabetta Zanolin (Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica dell'Università di Verona) , Peter A. Mc McCullough (Department of Cardiology, Truth for Health Foundation, Tucson, AZ, USA) che ha sottoscritto lo schema terapeutico del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, Sergio Pandolfi (Neurochirurgo - Ozonoterapeuta, Docente al Master di II° livello in ossigeno-ozono terapia Università di Pavia) e Flora Affuso (ricercatrice indipendente). Lo studio conclude che diagnosi precoce e gestione precoce dei pazienti riducono la gravità del Covid e il tasso di ospedalizzazione, ma gli autori precisano nella nota che «il disegno dello studio (retrospettivo e senza gruppo di confronto) non consente di valutare l'efficacia della terapia utilizzata ma il risultato suggerisce la possibilità di effettuare ulteriori studi "randomizzati" laddove ciò sia possibile e per i quali i ricercatori si dichiarano disponibili a collaborare».

Terapia con plasma bocciata dall'Oms
Contestualmente arriva anche la definitiva bocciatura dall'Organizzazione mondiale della sanità dell'utilizzo del plasma dei convalescenti nei pazienti Covid-19 non gravi. L'evidenza scientifica, spiega il settimo aggiornamento delle linee guida sul Covid-19, dimostra che a oggi il plasma convalescente non migliora la sopravvivenza né riduce la necessità di ventilazione meccanica. Ma la terapia ha «costi significativi». Per arrivare a questa conclusione un gruppo di esperti indipendenti ha esaminato i dati aggregati di 16 studi con 16.236 pazienti, dal quale è risultato evidente che il plasma non ha dato alcun beneficio nei pazienti non gravi, mentre lo era meno nel caso di chi aveva la malattia in condizioni gravi e critiche. Quindi, secondo l'Oms, dovrebbero continuare gli studi clinici randomizzati proprio per questi due ultimi sottogruppi.