Nuova remunerazione, Gizzi (Assofarm): non più rimandabile

20/12/2021


Le dinamiche relative alla spesa convenzionata, l'aumento della distribuzione diretta degli ultimi vent'anni anni, il progressivo calo della redditività delle farmacie rendono non più rimandabile una revisione della remunerazione che favorisca un ritorno dell'innovazione in farmacia, valorizzi la professionalità del farmacista e crei le basi per un superamento dell'attuale modello della Dpc, a 21 velocità.
Proprio per sostenere questo obiettivo, dalla V Giornata Nazionale delle Farmacie Comunali, organizzata da Assofarm, è partito quello che è stato chiamato il Patto di Genova, un gruppo di lavoro e di pressione che si occuperà di elaborare analisi e proposte da presentare al decisore politico. A raccontarlo a F-Online, Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm.

Il Patto di Genova
«Siamo molto soddisfatti del risultato della Giornata della Farmacie Comunali che ha visto la partecipazione di esponenti politici nazionali e locali e della filiera», spiega Gizzi. «Da Genova è partito un riconoscimento unanime del ruolo indispensabile che la farmacia - sia comunale sia privata - ha rivestito per fronteggiare l'emergenza sanitaria e per sostenere il Servizio sanitario nazionale. Dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, per fare un esempio, è stata sottolineata l'intenzione di puntare proprio sulla rete delle farmacie per un'attività di sensibilizzazione puntuale sull'adesione alla vaccinazione anti Covid-19. La farmacia, in questi quasi due anni di pandemia, sempre in prima linea nonostante le difficoltà, non si è mai risparmiata e, anzi, ha investito molto, in termini di risorse umane ed economiche, per le attività di tracciamento e di prevenzione attraverso i vaccini. I trend relativi alla spesa farmaceutica, in atto da vent'anni, continuano a erodere i margini della farmacia, chiamata, al contempo, ad attività sempre più sanitarie. Tale situazione è diventata insostenibile e, anche per valorizzare appieno il ruolo del farmacista, affrontare il nodo della nuova remunerazione non è più rimandabile. Sul punto, all'interno della filiera c'è accordo, così come da parte di molti decisori politici, a tutti i livelli».
Da qui l'idea di lanciare una sorta di Patto di Genova: «Come Assofarm intendiamo avviare un gruppo di lavoro composto da esponenti della comunità scientifica, componenti della filiera, esperti, che elabori una proposta sostenibile di nuova remunerazione, suffragata da studi e analisi concrete. L'obiettivo condiviso è quello di valorizzare l'apporto professionale del farmacista, attraverso le attività di sostegno alla aderenza alla terapia, e di formulare una proposta che si sganci dal prezzo del farmaco».
Al riguardo, è stata anche rilanciata la richiesta più volte avanzata da diabetologi e medici di medicina generale di «aprire la prescrizione di farmaci per il diabete, anche innovativi, ai medici del territorio, con, di conseguenza, una loro gestione da parte delle farmacie, che potrebbero contribuire alla presa in carico del paziente». C'è però un elemento che va affrontato: «L'attuale modello di Dpc, che si presenta in 21 casistiche differenti, va rivisto. Sperimentazioni di questo tipo sarebbero di giovamento anche in relazione a questo aspetto, perché, a parità di costi per le casse pubbliche, si andrebbe verso un prezzo unitario e un modello omogeneo di intervento del farmacista».

In tema di Pnrr
Nella discussione non poteva mancare una riflessione sul Pnrr: «Nonostante il riconoscimento dell'importanza delle farmacie arrivato dal governo e da molti parlamentari, tale presidio risulta pressoché escluso dalle principali normative che tendono ad attuare il Pnrr. Oggetto di preoccupazione, in particolare, sono le case di comunità, su cui gravano diversi interrogativi, a partire dalle reali risorse necessarie per avviarle e dalla loro realizzabilità nei diversi territori. Le farmacie sono già oggi una importante rete di prossimità e di presa in carico dei pazienti, e, nostra intenzione, è anche quella di sollecitare la riflessione politica per farle entrare in maniera integrata nella riforma delle cure primarie».